ilNapolista

Napoli-Empoli, la partita che ci fece conoscere Sarri

Napoli-Empoli, la partita che ci fece conoscere Sarri

L’ultimo Napoli-Empoli, datato 7 dicembre 2014, risale a poco più di tredici mesi fa. Eppure, se per un attimo ci dimenticassimo del riferimento temporale, i cambiamenti, ma sarebbe meglio dire gli stravolgimenti, intercorsi nel frattempo farebbero presupporre che di acqua sotto i ponti ne sia passata molta, molta di più.

Iniziamo con l’annotare, banalmente quanto si vuole, che gli allenatori sulle due panchine erano diversi. Rafa Benitez su quella del Napoli, imbattuto sì da dieci gare di campionato ma alle prese con uno dei momenti di “down” che avrebbero caratterizzato la stagione fino al termine; Maurizio Sarri su quella dell’Empoli che aveva recuperato posizioni dopo un difficile avvio di campionato. Fino a quel giorno Sarri era noto alla maggior parte dei tifosi napoletani forse soltanto per la somiglianza con Pietro Savastano, uno dei personaggi principali della fiction “Gomorra”. Il suo Empoli in campo strappò gli “oh” di meraviglia del San Paolo per sessanta minuti buoni in cui il Napoli fu annichilito dal pressing alto dei toscani capaci di segnare due gol e di sfiorarne almeno altrettanti mettendo in costante apprensione la difesa azzurra. La reazione finale, più di nervi che di gioco, fruttò il 2-2 targato Zapata e De Guzman, ma a restare negli occhi fu la grande prova degli ospiti che da allora si imposero all’attenzione degli addetti ai lavori come una delle rivelazioni del campionato.

Impressione più che confermata nella gara di ritorno, a fine aprile. Galvanizzato dal raggiungimento della semifinale di Europa League e da una serie di tre vittorie consecutive in campionato, il Napoli si presentò in Toscana in piena rimonta per il terzo posto. Vedendo le proprie aspirazioni frustrate, per non dire brutalizzate, già dopo i primi 45’, in cui la squadra di Sarri sembrò una macchina perfetta e si portò sul 3-0 con lo spettacolare sigillo di Saponara in mezza rovesciata. Una delle notti più buie dell’avventura di Benitez si concluse con una dura sconfitta per 4-2. Si dice che proprio quella sera De Laurentiis si innamorò calcisticamente di Sarri, con l’addio di Rafa ormai nell’aria. Dal canto suo l’allora tecnico empolese, magari già pensando di essere nel mirino di qualche big, a fine gara dichiarò: “A tutti sembra strano che io vada in campo con la tuta, ma se fossi un direttore sportivo sceglierei in base ad altre caratteristiche”.

A Berlusconi la tuta non piacque, a De Laurentiis sì forse per meglio cavalcare il sentimento popolare che chiedeva la celebre maglia sudata. Ma Sarri mise tutti in guardia da subito: “Le mie squadre partono lente, ci vorrà tempo”. Così fu, e alla terza giornata, proprio di fronte al pubblico del “Castellani”, Sarri si presentò alla guida del Napoli con un solo punto in due gare. Nemmeno quella fu la gara della svolta: Marco Giampaolo non toccò nulla dell’ingranaggio ereditato dal suo predecessore sulla panchina empolese, contrastandolo con le sue stesse armi e bloccandolo sul 2-2. Per rimarcare la difficoltà di quel match, già prima della gara Sarri si era lasciato scappare: “Noi saremo come l’Empoli tra tre anni”. Si riferiva agli automatismi di squadra, resi quasi perfetti dall’affiatamento derivato dal tempo trascorso insieme dagli stessi giocatori, ma la frase suonò inquietante in un momento in cui la classifica languiva e il gioco del Napoli, ingabbiato in un 4-3-1-2 forse poco consono agli interpreti a disposizione e limitato anche da una condizione fisica ancora imperfetta, faticava tremendamente a decollare.

I dividendi immediati pagati dal passaggio al 4-3-3, proprio dopo quella gara, sono storia nota. Del cambio di modulo si prese il merito De Laurentiis, per averlo suggerito, a suo dire, a Sarri. Riteniamo più credibile che il mister fosse arrivato a quella decisione confrontandosi con i propri giocatori e capendo insieme a loro come trovare quegli equilibri sul campo che, nel corso del ritiro precampionato, avevano fatto ritenere la scelta dei tre attaccanti poco praticabile. Modulo a parte, dalla gara di andata a settembre è cambiato tutto: un girone dopo, il Napoli ritrova l’Empoli da primo in classifica, avendo messo a referto, nel frattempo, quattordici vittorie (le ultime cinque consecutive), tre pareggi e una sola sconfitta, segnando 40 gol e subendone solo 12. Anche l’Empoli di Giampaolo viene da un bel percorso, è settimo in classifica e venderà carissima la pelle. Ma non c’è occasione migliore per sancire, una volta per tutte, quanto le cose siano diverse. Un anno fa, Sarri scendeva in campo al San Paolo col suo Empoli per far conoscere al campionato la bontà del suo lavoro. Domenica, contro la sua ex squadra, vorrà dimostrare al campionato di essere il migliore.

ilnapolista © riproduzione riservata