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Montella, l’idealista del possesso palla che poteva essere al posto di Sarri e tifa Napoli per lo scudetto

Montella, l’idealista del possesso palla che poteva essere al posto di Sarri e tifa Napoli per lo scudetto

Sembra paradossale, ma il Napoli afrronterà domani una squadra in (ri)costruzione. La Samp di Vincenzo Montella, infatti, è un cantiere aperto anche il 23 gennaio. L’inverno pieno come l’estate, la squadra blucerchiata come una macchina da mettere a punto daccapo, attraverso un nuovo modo di stare in campo e intendere e sviluppare il gioco. Nonostante l’arrivo in corsa, l’ex Aeroplanino non ha cambiato di una virgola il suo modo di approcciare il calcio, di far girare i suoi undici in campo: così, in poco tempo, i calciatori della Samp hanno dovuto far fronte al passaggio dal calcio basic di Walter Zenga al possesso palla e al gioco di posizione da sempre inseguito da Montella come un ideale assoluto.

Dire Montella allenatore, oggi, vuol dire far riferimento a un gioco di stampo iberico, al controllo assoluto del pallone in ogni zona del campo. E a uno schieramento ibrido, che preferisce calciatori di grande tecnica rispetto a uomini con maggiori doti fisiche. Basti pensare alle ultime edizioni della Fiorentina, alle “sofferenze” patite da un centravanti classico come Mario Gomez, ma pure alle scelte operate nelle ultime gare della Sampdoria, con Cassano centro di gravità e i vari Eder, Muriel, Carbonero e Correa a girargli intorno. Una recente intervista dell’allenatore di Castello di Cisterna ha chiarito, una volta di più, la sua visione in questo senso: «Se avessi avuto anch’io Kalinic a Firenze? Un giocatore che gioca per i compagni e segna fa giocare meglio la squadra. Io a tratti ho beneficato di Giuseppe Rossi, che ha caratteristiche diverse da Kalinic ma ha una media realizzativa importante. Con giocatori così la squadra non può che giocare meglio e fare più punti». Ovviamente, questo orientamento tattico ha anche conseguenze in negativo: la Sampdoria, infatti, è l’ultima squadra in Serie A per duelli aerei vinti (appena 9 a partita; l’Udinese, prima in questa classifica, ne vince 17 ogni novanta minuti) ed ha realizzato lo stesso numero di gol del Napoli, appena 3, su azioni da palla inattiva. Pochini, soprattutto se  ti ritrovi al 14esimo posto in classifica e con appena sei punti di vantaggio sulla zona-pericolo. Nonostante il cambio in panchina, la Sampdoria non ha infatti migliorato la sua classifica: Montella ha infatti messo insieme appena 2 vittorie in 8 gare di campionato, con un pareggio e 5 sconfitte più uno 0-2 casalingo nel match di Coppa Italia col Milan. L’ex attaccante ha risposto così a chi gli ha fatto notare l’inizio non brillantissimo della sua avventura doriana da tecnico: «Per creare una mentalità e un metodo di gioco ci vuole tempo, è la cosa più difficile e più lunga ma è anche quella che dà più soddisfazione». Questa frase potrebbe essere scelta come titolo per il Montella-manifesto.

Montella e il Napoli, questa estate, si sono sfiorati: il tecnico è nato in Campania, a Castello di Cisterna, e ha ammesso di avere avuto contatti con De Laurentiis, oltreché di «voler allenare la squadra azzurra». Anche il presidente azzurro si è rivolto all’ex tecnico di Catania e Fiorentina, ma poi ha virato su Sarri. Comunque, questo mancato approdo in azzurro non ha cambiato l’atteggiamento di Montella, che ha recentemente ribadito il fatto che «sarebbe felicissimo di uno scudetto vinto dal Napoli, lo dico intimamente ma anche per il momento storico del calcio italiano».

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