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Scelgo il gol di Hamsik. Il capitano sembra non esserci e invece è sempre lì

Scelgo il gol di Hamsik. Il capitano sembra non esserci e invece è sempre lì

Il Napoli campione di inverno (di nulla ma è bello lo stesso essere primi) è il più bel regalo di questo inizio anno nuovo. Non accadeva dai tempi del Pibe de oro e di tutti gli altri che giocavano assieme a lui. Auguri a Sarri che festeggia nello stesso giorno anche il suo cinquantasettesimo compleanno.

Nonostante questa pausa forzata (ci infortuniamo anche noi che scendiamo in campo da non- professionisti…), mi rendo conto che è sempre più difficile tentare di scrivere dell’episodio più bello durante gli ultimi 90 minuti delle partite del Napoli. Sono troppi. Stanotte con un amico ancora commentavamo lo stop di Allan e i gol realizzati ieri.

Per noi tifosi appassionati è davvero un piacere e un divertimento questo Napoli. Si vede che si divertono anche loro, come ha dichiarato Marek Hamsik a fine partita, in una di quelle interviste in cui non ti chiedono nulla. Sarri, cui va riconosciuto il merito tra gli altri, di non dare spettacolo di se stesso in tv ma di mantenere sempre una certa serietà e professionalità nonostante la stupidità dilagante, ha dichiarato che si diverte ad allenare questa squadra. E si vede: noi ne beneficiamo.

Dunque, sembrerebbe che tutto gira per il meglio. Siamo primi in classifica al giro di boa.

Siamo primi nonostante ieri non abbiamo giocato una delle partite più belle. L’autorevolezza è acquisita ormai, ma Higuain e gli altri ci stanno abituando a prestazioni divertenti e utili. I primi due gol sono arrivati quasi senza che ce ne accorgessimo. Eppure Albiol ha realizzato un bel goal con un tocco al volo da calcio d’angolo.

Poi accade il goal di Marek.

Tra il goal di Manolo (ma davvero qualcuno pensa che sia in vendita?) e la sua esultanza strozzata e l’abbraccio sentito di Allan-Alien, e il secondo di Gonzalo, scelgo il goal di Marekiaro. Marek è il capitano di questa squadra che ha tra gli altri meriti uno, credo, principale: l’umiltà.

Il Napoli di Sarri gioca davvero a calcio, e si diverte a giocare. Il meglio in termini di bellezza ed estetica deve ancora venire. Non ha ancora espresso tutte le sue potenzialità.

Perché il goal di Marek?

Perché ha creato uno spartiacque tra una partita brutta (…) e vincente e una partita bella divertente e vincente, come questo Napoli ci ha abituati.

Il goal di Manolo è da vedere e rivedere: ha realizzato ciò che solo un mancino può realizzare con una palla tra i piedi giocando a pallone. Riceve palla da uno scatenato Callejon, guarda il portiere poco fuori dalla sua porta e disegna, senza rifletterci troppo, una palombella che dal suo piede sinistro finisce alle spalle del portiere, nell’angolo in alto alla sua sinistra. Imprendibile.

La serpentina di Gonzalo del quattro a zero è frutto del suo essere di una categoria superiore a ciò che potevano opporre gli avversari ieri. Poca roba.

Eppure la fantasia, l’improvvisazione, la capacità di gettarsi oltre l’ostacolo-gambe degli avversari e saltarli e scartare il portiere è cosa che in pochi sanno fare. Anche con un avversario modesto come ieri. Per il Pipita ieri sembrava un allenamento, ma Maradona faceva vedere cose strepitose in allenamento. Questi dunque il quattro e il cinque a zero.

Prima il goal del capitano. Marek prende palla a centrocampo, uno sguardo ai compagni e uno agli avversari, danza sul campo verde, corre, sale a testa alta, vede il movimento di Gonzalo che gli apre il campo in mezzo alla difesa avversaria e lascia partire un tiro forte ed effettato a filo d’erba che magicamente si infila tra il portiere in tuffo e il palo alla sua destra.

Un tiro ad effetto: la palla gira prima di battere sul campo di gioco.

Ogni goal del capitano ha un valore doppio. Concreto e meta-sportivo. Ogni volta che segna Marek è come se riaffermasse il perché è lui il capitano di questa squadra. Ognuno si sceglie il suo capitano. Sbruffone, semi-analfabeta, presuntuoso come molti giocatori di questo calcio moderno sanno essere, di squadre che nonostante siano quotate per la vittoria finale, poi arrancano.

Marek ha nel suo soprannome il suo essere: Marekiaro.

Marek è come il mare azzurro che bagna Napoli.

A volte più silenzioso, a volte più irruento, ma c’è sempre.

Saggia le parole, si entusiasma e ci entusiasma.

Urla, ruggisce, recupera, respira, corre, si increspa, si calma, avanza di nuovo.

Sembra non esserci e invece è sempre lì.

Marekiaro è il mare su cui naviga questo bellissimo Napoli primo in classifica.

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