Il rumore delle scarpette sul parquet, le indicazioni urlate dai coach, l’attesa per vedere se quel pallone tirato da distanza siderale farà o no saltare in piedi (o disperare, a seconda delle fedi cestistiche), il pubblico presente. Il basket, per noi, è questo e mille altre cose.
A Napoli veniamo da una tradizione gloriosa sia nel lontano passato che sotto la presidenza Maione (Coppa Italia vinta, semifinale scudetto e grandi giocatori visti): un percorso, però, minato da numerosi fallimenti e rinascite, stipendi fantasma, bollettini truccati e così via… fenomeni, nel basket, non infrequenti.
Quest’anno la nostra squadra, allenata dal grande coach napoletano Giampaolo Di Lorenzo – vero colpo di mercato della società di Balbi – è ripartita dolorosamente dalla serie B: problemi societari hanno costretto la Napoli dei canestri a ripartire dal gradino inferiore nonostante la salvezza raggiunta lo scorso anno sul campo. Il roster tirato su dal general manager Betti è, per la categoria, di ottimo livello: 13 vinte e 3 perse (l’ultimo brutto scivolone, nella scorsa partita contro la Luiss) sono un bel passo per una squadra costruita in una settimana. Noi tifosi stiamo apprezzando la grinta messa in campo dai ragazzi in tutte le partite: più in alto di noi c’è una squadra romana, l’Eurobasket guidato da un grande vecchio ed ex nazionale: Righetti, che nonostante la sconfitta sonora subita da noi in casa, è stata più continua e ci guarda da lassù, speriamo non per molto.
L’azzurro Napoli basket vanta giocatori di buon livello, alcuni scesi da categorie superiori (il play Berti, ex Biella), altri che questa categoria l’hanno già vinta (Serino con Agropoli), ed altri che hanno il futuro nelle loro mani (Parrillo, Iannone e il più giovane Martino).
In un quadro – vista anche la ritrovata, ad oggi, solidità societaria – tutto sommato positivo, questa stagione è stata segnata da alcuni elementi di negatività che ancora persistono: una scarsa presenza di tifosi al palazzetto e un palazzetto non adatto a una città come Napoli.
Su questo secondo aspetto, all’indomani della lettera (pubblicata anche su questa pagina) sottoscritta da un bel po’ di tifosi, grazie alla disponibilità in particolare di un consigliere comunale (Francesco Vernetti), pare si sia aperta la possibilità di concreti passi in avanti: riponendo fiducia nella azione del Comune soprassediamo sull’argomento per breve periodo, in attesa di concreti sviluppi fattivi (alias, se ci sono i fatti siamo pronti ad applaudire, in caso contrario ad iniziare nuovamente campagna ad hoc).
Sul primo punto, invece, qualcosa da dire l’abbiamo.
Domenica incontriamo Palermo, alle 18, al Pala Barbuto. Al di là delle importanti motivazioni di classifica, riteniamo sia giunto il momento di dare un segnale forte: Napoli ama il basket e vuole tornare a rendere il palazzetto provvisorio in questione (in attesa che i nostri nipoti possano nuovamente godere del Mario Argento risorto dalle rovine… ma questa è altra storia) una bolgia in termini di tifo e supporto.
Chi rinuncia al basket per le delusioni di questi anni fa un duplice danno a sé stesso: da un lato si priva delle emozioni che questi ragazzi, con la loro grinta, stanno regalando, e dall’altro non considera che un palazzetto mezzo vuoto non invoglia nessuno (società, quale essa sia, sponsor attuali e possibili investitori futuri) a produrre gli sforzi economici per raggiungere il gotha del basket nazionale.
Nessuno ha dimenticato l’eurolega, Penberthy, Greer il “buzzer beater” contro Bologna e neanche i fallimenti recenti. È pero arrivato il momento di voltare pagina, e provare – insieme – a costruire una nuova pagina nel basket partenopeo: sicuramente meno nobile, almeno inizialmente, ma pur sempre una pagina scritta da cinque ragazzi in campo con canotta azzurra. Facciamo in modo che a loro non manchi il nostro sostegno.
Domenica è l’occasione giusta per farlo.
La gara si presenta complicata, nonostante Palermo – dopo le parole del presidente Salvo Rappa – abbia abbandonato ogni velleità di promozione: problemi di budget, determinati dalla soccombenza in diversi lodi, rendono complicato terminare la stagione. Da qui le cessioni eccellenti di Rizzitiello alla capolista Eurobasket Roma e di Stella ritornato a Bisceglie. Un altro pezzo da novanta lascerà presto la squadra di coach Tucci e sarà con tutta probabilità uno tra Requena e Antonelli. Il lungo italo-argentino è nei i pensieri proprio di Napoli anche se non se ne è fatto ancora nulla, mentre il pivot varesino è il sogno nemmeno troppo proibito di Udine. I siciliani, anche con un roster ridotto, restano una squadra temibilissima. All’andata fece malissimo Ondo Mengue autore di una serie di triple fuori ritmo che riportarono i suoi in partita; da monitorare anche i vari Merletto, Di Emidio e Cozzoli. Senza troppe pressioni i ragazzi di coach Tucci potrebbero essere ancora più pericolosi: ecco perché il “sesto uomo” in campo sarà ancora più importante.