«Il campionato per noi comincia adesso. A parte che oggi abbiamo capito che stiamo giocando contro tutti… Oggi in campo abbiamo capito che non stavamo giocando solo contro la Fiorentina». Sono le parole del più grande calciatore di sempre, incise su questo documento di 29 anni fa che conferma, anche nel gioco del pallone, la teoria vichiana dei “corsi e ricorsi storici”. Un flashback arrivato all’improvviso da una domenica che destabilizzò per tutta la settimana successiva il bambino di 9 anni che ero allora, e ricorda come certe dinamiche non cambino mai. E anche perché a Napoli le vittorie della squadra di calcio della città finiscano sempre per coincidere con quelle di un intero popolo, sublimate (in modo incomprendibile per chi non è napoletano) nella portata e nel significato.
Al netto di questa riflessione, non possono sfuggire i richiami e le analogie tra il cammino di questo Napoli e quello targato Maradona, suggeriti dalle immagini: era la quattordicesima giornata (anche se di un campionato a 16 squadre e quindi con 30 turni) di quella stagione baciata dalla grazia e, per parafrasare uno storico striscione della Curva B, voluta dalla storia. Una marcia, fino a quel momento trionfale, interrotta da una Fiorentina che valeva il Bologna attuale. L’approccio sbagliato con la partita ci costrinse per la prima volta a inseguire una squadra avanti di due gol dopo 25 minuti di gioco. Reazione generosa, ma poco lucida, nella ripresa. Una perla di D1OS riaprì la gara allora, la doppia prodezza di Higuain nel giro di quattro minuti ha dato l’illusione di poter riacciuffare in extremis un pareggio che avrebbe avuto il sapore dolce dell’impresa. Resta, ad ogni buon conto, la consapevolezza di avere una squadra che – anche in una giornata viziata da qualche errore di troppo, da episodi sfortunati e dall’arbitraggio di un solito noto a dir poco discutibile – continua a esercitare una schiacciante supremazia con la produzione di numerose palle gol, dimostra ancora una volta di saper essere letale in qualsiasi momento. E ha le spalle sufficientemente larghe per non perdere la strada tracciata da quel sogno. Contro tutti, ma con accanto la sua gente.
Francesco Ruoppolo