Il mio Napoli – Palermo 2-0
– Ho un problema.
– Vincere, anzi, stravincere anche col Palermo mi pone di fronte un enorme problema.
– Gli ultimi baluardi del dubbio sono stati abbattuti. Se anche Albiol, giocatore più criticato dall’inizio della stagione, mi mette a tacere con due ottime prestazioni; se persino i piedi di David Lopez non abbassano il livello del centrocampo; se Chiriches non fa rimpiangere Kulì, dimostrando di non essere appariscente quanto il senegalese ma comunque efficace ed essenziale, beh, di cosa parlo?
– In questo mese di ottobre abbiamo visto mirabilie quasi da non credere e di conseguenza, timorosi della perfezione e disabituati, abbiamo cercato domande e creato castelli da smontare, ma poi, dopo ogni gara, ci siamo ritrovati a ricalcare lo stesso canovaccio. A raccontarci le medesime cose. Come oggi.
– Non ho più aggettivi e a breve non avrò più parole. Certo, si può migliorare. Si può sempre migliorare, ma io ho bisogno di trovare il pelo, di puntare un po’ il dito e di innescare una delle frasi che tanto mi aggradano spacciandola per critica costruttiva.
Ma poi, costruttiva di che? Cos’altro si deve costruire?
– Tra poco mi ridurrò a diventare il nuovo Tosatti. Mi resteranno solo i numeri e le statistiche da spulciare. Cosa posso dire di una macchina perfetta? Che è bella, tosta, meravigliosa. La paragonerò a quella dello scorso anno, a quella di due anni fa, poi passerò a cinque anni or sono, fino a giungere, come sempre, a mescolarla alla macchina degli anni d’oro. E per quanto tempo potrò farlo? Due, tre, cinque volte, ma poi diventerei noioso e ripetitivo.
– Do i numeri: Siamo secondi. Il Napoli suona la quinta sinfonia consecutiva. Nelle ultime 7 partite di campionato, ha subito 2 reti. Nelle ultime 2, Reina è risultato inoperoso. Tranne che a Carpi, siamo andati sempre in gol. Higuain è il capocannoniere con 8 reti e una media quasi di un gol a partita. Abbiamo il secondo attacco del campionato con 21 reti e la seconda difesa con 8 reti subite (di cui 6 nelle prime tre). E non voglio aggiungere alla lista i numeri della Europa League.
E potrei continuare all’infinito con altri numeri.
– Entri in un bar, dal barbiere, dal salumiere o in un vagone di un treno e non si parla d’altro. Le ultime di Renzi o le avvertenze dell’Oms riescono ad impegnare una discussione per massimo 90 secondi, poi c’è sempre qualcuno che appicca la miccia e da lì non si può più sfuggire.
– Ma non è più un dialogo, non ci si contrappone. Non si riesce più ad avere idee, teorie e pensieri contrastanti, non appaiono più quei begli squilibri sussultori da polvere ad altare ed altare a polvere che ci hanno accompagnato per anni. Per avere un minimo di accesa discussione bisogna ritornare con la mente alle prime tre giornate o a scavare nel cascione di Benitez o addirittura di Mazzarri. Poi, è solo un enorme entusiasmo collettivo che ormai ci avvolge come uno plaid e che lascia sempre più calde sensazioni e meno parole.
– Questo Napoli ci sta banalizzando. Siamo quasi tutti d’accordo su tutto. A breve ci guarderemo inebetiti e non avremo che dirci. Annuiremo solamente. Ieri sera, tornando a casa, ho incontrato un amico. Ci siamo guardati e sorriso, e non è uscito nulla dalla bocca. Una mano che volteggiava nel buio, come a dire “mamma mia, che Napoli!” e un labbro che si distorceva come a dire “mamma mia, non ci credo!”. Poi un semplice “buonanotte” e di risposta “sì, sì, sarà una grande notte”. E pensare che con lui ci siamo sempre scannati in passato.
Forse era questo lo spallaspalla.
– Cosa c’è di nuovo da raccontare della partita col Palermo? Che il campo è in pessime condizioni. Che è finita la sindrome delle piccole. Che poteva tranquillamente terminare 8-0. Che abbiamo colto 3 pali. Che Higuain non è lo stesso giocatore che abbiamo visto negli anni scorsi. Che è un mostro. Che tocca 150 palloni, che gioca quasi sempre con la faccia rivolta verso la porta. Che il Napoli ha prodotto più occasioni da gol ieri che Milan e Inter in tutto il campionato. Che Allan ha corso più in quei 20 minuti che Montolivo, Melo, Kondogbia, Marchisio e Bertolacci messi insieme nelle loro 10 partite. Che le tabelle sulle percentuali dei passaggi riusciti e sui chilometri percorsi di Jorginho saranno nuovamente migliorate e batteranno qualche altro record. Che se Ghoulam dovesse continuare così, giocherà 50 partite consecutive. Che Hamsik, la cui discontinuità è un ricordo perso nel tempo, sta diventando il centrocampista che abbiamo sempre creduto e sognato che diventasse. Che Reina avrebbe potuto portarsi la poltrona da casa e fumare il sigaro. Che non è possibile ricordare a memoria tutte le occasioni da gol che abbiamo creato. Che Sorrentino è stato il calciatore del Palermo che ha toccato più palloni. Che Gilardino ha giocato, ma nessuno se n’è accorto…
Ma non sono cose che già ci siamo detti?
– Bravo Napoli, viva Napoli, Napoli Ale oh oh. Non ricordo una squadra così bella e divertente da quando avevo il caschetto e i bermuda. Negli anni ho visto partite memorabili e periodi di bel gioco. Ma non così. Lippi, mi piaceva il Napoli in emergenza di Lippi, ma è imparagonabile.
– La continuità è sempre stata la nostra debolezza. È stata.
– Fortuna che Insigne e Mertens abbiano dato segni di insofferenza perché altrimenti molte trasmissioni locali avrebbero dovuto riempire tempo e spazio con comici e cantanti o addirittura chiudere bottega. Fortuna che Zuzu abbia gettato un po’ di benzina sul fuoco altrimenti cosa leggerei stamattina sul giornale?
– Come invidio la Juve invece. I media non hanno avuto il coraggio finora di esprimersi sulla crisi dei bianconeri e così ci ha pensato il capitano in mondovisione a raccontare quanto stiano inguaiati. Come l’invidio: il ritiro, l’affare Dybala, la fine del ciclo Conte, i rimpianti di Tevez, Pirlo e Vidal, gli infortuni, le scelte kamikaze di Allegri, l’espulsione di Chiellini, il lutto al braccio nello studio di skyJuve, Agnè, cacc’e sord. Polemiche su polemiche, rabbia a iosa e tante cose da scrivere.
– Oppure il Milan. Il cambio del portiere, gli infortuni, i milioni buttati dalla finestra, la difesa, Cerci e il calcio che conta, la polemica su Galliani, Sinisa che fu presentato come il nuovo Hiddink ma che fino ad oggi ha dimostrato di poter essere paragonato a Mandorlini. Pagine e pagine si potrebbero riempire con tutti questi argomenti.
– E l’Inter? Nonostante le vittorie, è davvero una squadraccia. Non fa un tiro in porta su azione dall’anno scorso, la dipendenza da Jovetic, le parole di Icardi, i milioni buttati dalla finestra, Kondogbia che doveva essere il nuovo Viera e fino ad oggi ha dimostrato di essere al massimo Vampeta e tanti altri punti e spunti su cui si potrebbe costruire un dibattito televisivo di due mesi.
– E invece io sono costretto ad ammirare questo Napoli, questo Higuain e restare silente a bocca aperta. A starmene zitto, senza poter accendere un po’ il fuoco, litigare con il mio vicino che ama Hysaj perché anche io amo Hysaj, senza poter polemizzare con la società, l’allenatore e pontificare sugli enormi difetti da correggere di questa squadra. Niente. E questo è un problema…
– Solo i musi di Insigne e di Mertens possono salvarmi stamattina.
– Ormai il presente è una certezza e posso guardare solo avanti. Le uniche domande che posso pormi, dopo aver appurato che la sindrome delle piccole è stata cancellata, che Albiol è tornato ad essere un ottimo difensore e che le riserve riescono ad integrarsi nel gioco corale della squadra senza perdere intensità, è sulla tenuta della squadra. Ma è una domanda che già mi pongo da tempo, e ogni domenica mi ritrovo, come tutto il resto, a chiedermeli e a dirmi sempre le stesse cose. Ecco, lasciatemi solo nei miei enormi problemi di comunicazione. Non svegliatemi. Chi mi sveglia è Chiellini.
– Piedi a terra. Calma. Piedi a terra. Calma. Piedi a terra. Ma come si fa? Ho consumato tutto con gesti apotropaici. Pure la scaramanzia mi sta abbandonando. Non sono più io.
– Godo assai e sogno.
Forza Napoli Sempre
La 10 non si tocca.
Gianluigi Trapani
Gianluigi Trapani
Gianluigi Trapani
ilnapolista © riproduzione riservata