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Il tifoso del Napoli non se lo immaginava di leccarsi le ferite dopo Sassuolo e Sampdoria

Il tifoso del Napoli non se lo immaginava di leccarsi le ferite dopo Sassuolo e Sampdoria

Chissà se se lo immaginava, il tifoso, che dopo non appena centottanta minuti dall’inizio del nuovo torneo già sarebbesi stati a leccarsi le ferite per lo shock di appena un punto in graduatoria, per di più per giunta ottenuto contro due sulla carta comprimarie e sicuramente non candidate di prima scelta per la lotta al podio, insomma compagini dal pedigrì certamente sideralmente distante da quello azzurro, senza mettere in mezzo storia, blasone, sfogliatelle e numero di abbonati alla payperviù. Ovvio che solo gli sprovveduti della primora immaginarsi potuto avrebbero un nuovo corso in totale punto di rottura con l’infausto passato prossimo, non pagare non poteva la nuova guida tecnica lo scotto di sedersi su una panchina che scotta, finiti i bei tempi in provincia quando una salvezza con tre giornate d’anticipo si festeggiava per una settimana con tanto di maglia celebrativa e seduta straordinaria del consiglio del villaggio.

E però sbagliato sarebbe ugualmente accogliere la seconda prestazione tra luci e ombre con il più classico nisciuno pò ffa niente ce zucammo ‘a caramella comm’ è ddoce e comm’ è bella ‘a città e Pulecenella, sia perché ben altri programmi ai quattro venti sbandierati si erano poche giornate orsono nelle valli tirolesi, sia e soprattutto perché chi accetta di accomodarsi in riva al golfo sa a cosa va incontro, e dopo aver pasteggiato a paranza e biancolella deve dimostrare di saper guidare la carrozza che il padroncino di turno gli ha affidato anema e core, ovverosia dire alla piazza pane al pane, vino al vino di essere indisposto e di soffrire troppo la burrasca che questi mari annunciano già da adesso che alla Gaiola il mare è ancora una tavola, e tornare a spezzare MS blu tra gli oratori di provincia.

Per carità, questo non significa emettere giudizi affrettati su professionisti sicuramente serissimi e di indiscutibile abnegazione, però allorquando al tifoso pare di assistere ad un remake della stagione appena conclusa, con i soliti orrori in difesa e le ataviche inspiegabili amnesie sulla mediana, oltre ad uno sconcertante ed improvviso difetto di linea tra i reparti che nemmeno un pomeriggio intero al 155 o al 42323 sembrerebbe essere in grado di risolvere, normale porsi qualche interrogativo ed esaminata al microscopio la rosa convogliare sul manico dubbi e perplessità sull’anno che verrà. Poi è chiaro, Toro e Chievo scudettate ex aequo con Palermo, Sassuolo e una ritrovata Internazionale e Juve in B dà l’adeguata misura della effettiva attendibilità della classificazione odierna, però i punti è meglio cominciare a farli che a perderli e scrollarsi di dosso l’ombra del gordo per non dover al solito recriminare a sipario calato per un acino di sale aver perso l’intera minestra.

Grande amaro in bocca per questa prima fuorigrottizia, insomma, e squadra in larga parte indecifrabile a cui certo non può bastare l’approccio da Rambo 3 la vendetta del primo tempo per pensare di sognare davvero in grande e concepire risultati di prestigio in linea con le ambizioni del tifoso. E così la furia di Lorenziño con il nuovo taglio modello CAR a Sacile e polizza gol Pipita che storto o morto, lo sappiamo, la mette sempre dentro altro non sono che il classico coitus interruptus di chi viene meno sempre sul più bello e si prepara a festeggiare tra nove mesi il fiocco tricolore degli amici del terzo piano, con la immancabile benedizione del reverendo Albiol, ospite d’onore al tavolo dei novelli genitori d’Italia, ad offuscare al solito anche l’immenso Pepe, unico gigante in una difesa di nani.

Chissà, adesso la pausa di riflessione per una nazionale che a dircela tutta non rappresenta più nessuno potrebbe addirittura essere utile per tentare di capire se errori ancora una volta sono stati commessi in fase di costruzione della squadra ovvero così difficile deve essere far capire a dei ragazzotti strapagati che la fase difensiva non è un amore estivo e deve durare più di quindici minuti. Classe operaia per ora è in purgatorio, ma l’inverno non è poi così lontano. Nel calcio ci vuole programmazione, si prenda esempio dall’amministrazione che ha già assicurato Gigi a Plebiscito per capodanno, ma occorre anche spendere per sognare. Mancano poche ore, non una settimana: è giunto il momento di tirar fuori la grana.
Otto Tifoso

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