Giustamente Repubblica dà ampio rilievo al caso dell’agente della polizia aggredito da Aurelio De Laurentiis a Capodichino con un articolo di cui riportiamo stralci. De Laurentiis è stato denunciato per violenza e resistenza a pubblico ufficiale e l’agente si riserva di farlo anche per lesioni.
“Mi sento mortificato”, racconta ai colleghi l’uomo. La sua divisa di sostituto commissario cinquantottenne in servizio alla Polaria di Capodichino è rimasta intatta, a restare ferito è stato il suo amor proprio. “Resterò esterrefatto ancora per un po’”, puntualizza. Episodio dal titolo: un uomo di successo, un vip, aggredisce un poliziotto che, come tutti i giorni della sua vita, compie il proprio dovere lontano dai riflettori. Per quello che ha fatto, De Laurentiis ha rischiato l’arresto, la legge lo prevede ma è facoltativo. Non è finito in manette perché il poliziotto aggredito è stato portato in pronto soccorso e gli uomini della Digos, presenti a Capodichino per la partenza della squadra del Napoli, hanno placato le acque allontanando il presidente della società. Verrà comunque aperto un fascicolo, si analizzeranno i filmati delle telecamere a circuito chiuso di cui l’aeroporto è pieno.
“Sabato 11 luglio ero il più alto in grado in servizio a Capodichino — riassume il sostituto commissario — e c’era il charter in partenza per Domaro per il ritiro del Napoli. Eravamo tutti all’altezza del bar quando de Laurentiis ha cominciato a dire: ma chi mi porta i bagagli? Chi me li porta? E si è rivolto a me”. Il poliziotto risponde: “Noi non portiamo i bagagli, ma laggiù ci sono i carrelli”. E il patron: “Ma questo è un aeroporto di merda, chi mi porta i bagagli? Allora faccio venire il pullmino della società, li carichiamo e arriviamo fino all’aereo” . “A quel punto — ricorda il poliziotto — ho spiegato che era impossibile per motivi di sicurezza, non potrebbe farlo neanche il presidente della Repubblica né chiunque altro su un veicolo non dotato di particolari dispositivi”. De Laurentiis esplode: “Ma allora, che state a fare qui? Andate via, andate a lavorare”. “Ho risposto — ricorda il poliziotto — che stavamo già lavorando e che lo stavamo facendo anche per la sua sicurezza, ed è stato a quel punto che mi ha messo il braccio alla gola e mi ha spinto”. I colleghi intervengono per aiutare il poliziotto preso alla sprovvista, la poliziotta cade, interviene la Digos che trattiene De Laurentiis, portato in tutta fretta a bordo dell’aereo mentre il sostituto commissario va in pronto soccorso. “Io stavo soltanto facendo il mio dovere — sembra quasi giustificarsi il poliziotto — ma non posso derogare alle regole. Come ogni agente sono al servizio del cittadino, e non di un privato” .