Marco Iaria sulla Gazzetta analizza i conti della Juventus. Leggete un po’.
Ecco la Juventus 2.0. Questa stagione non è come le altre, e non solo per le partenze di Pirlo, Tevez e Vidal e l’apertura di un nuovo ciclo. Questa stagione non è come le altre perché segna la fase due del progetto di sviluppo dell’era Andrea Agnelli. Dal 2010-11 il club bianconero ha recuperato la leadership nazionale e si è fatto largo in Europa. Il fatturato, di conseguenza, è schizzato dai 154 milioni iniziali ai 320 stimati per il 2014-15 e fortemente influenzati dalle entrate extra della finale di Champions. Adesso è il momento del definitivo salto di qualità: colmare il gap con i big four del calcio mondiale, che viaggiano attorno al mezzo miliardo di ricavi, è impossibile, ma piazzarsi nella top 5 si può. Non è un obiettivo immediato, tuttavia questo esercizio segnerà già la svolta. Sono scattati il 1° luglio, infatti, i nuovi contratti di sponsorizzazione e il nuovo ciclo di vendita dei diritti tv (collettivi), che spingeranno il giro d’affari 2015-16 verso quota 350 milioni.
Il balzo maggiore sarà sul fronte marketing e pubblicità. La Juve si era posizionata attorno a quota 55-60. Qui, in primis, bisognava crescere. Così sarà. Le nostre proiezioni sul 2015-16 stimano 90 milioni di ricavi commerciali, per effetto dei nuovi contratti con i partner principali. Lo sponsor di maglia Fiat ha rinnovato garantendo 17 milioni di base (contro i 13 dell’anno scorso) e 1 milione di bonus già scattato per la partecipazione alla Champions: compresi gli 1,3 milioni di fornitura fanno 19,3 (5,3 in più in dodici mesi).
(segue sul sito della Gazzetta dello Sport)