ilNapolista

Il nuovo De Laurentiis in versione country

Il nuovo De Laurentiis in versione country

Higuain è ancora emotivamente sull’orlo di un collasso. Comprendiamo il suo stato d’animo, ma di qui a giustificare l’accenno di uno scontro fisico con il tifoso buzzurro anche lui imbottito di alcol ce ne passa. Siamo preoccupati e non invidiamo Maurizio Sarri: è con il Pipita che si parrà la capacita di tenere a bada il gruppo. E di esorcizzare il mantra dei rigori sbagliati.

Fatta questa doverosa premessa, trasferiamoci a Dimaro dove le storie si annunciano più liete. Non darei fiato, però, alle trombe dell’entusiasmo e ai grandi annunci perché è ancora prematuro darsi da fare per chiamare a raccolta il popolo azzurro che aspetta solo un segnale per mobilitarsi, ma regalerei un applauso fragoroso a don Aurè che in irreprensibile – si fa per dire – versione country ha ricevuto Allan a Dimaro e non ha mostrato alcun segno di fastidio quando le telecamere hanno indugiato a lungo sull’inquadratura che poi ha fatto il giro dei Tg sportivi nazionali e delle emittenti locali suscitando commenti tra il perplesso e l’ammirazione. E’ andata così e ogni commento è lecito, ma lo show una volta tanto non fa storcere il muso: cercare l’applauso, in certi momenti, non è “reato” e soprattutto non è eccesso di protagonismo, ma il riconoscimento per il lavoro ben fatto. E quello dell’acquisto del centrocampista brasiliano del quale è innamorata tutta la serie A è sicuramente un tassello fondamentale nel Napoli di Sarri, nel senso che fa quadrare il cerchio della manovra e garantisce il giusto equilibrio tra la fase difensiva e quella offensiva e corregge il limite di base dell’ultimo Napoli che, nonostante l’allarme lanciato da Benitez, non ha potuto contare a centrocampo su una sentinella robusta e agile, potente ma con piedi buoni, capace di percorrere decine di chilometri conservando, però, una buona lucidità in zona tiro. Allan è tutto questo e, di conseguenza, il momento della firma ripreso con tanta enfasi è una sequenza accettata perfino dai maitres a penser d’oltre Garigliano che una volta tanto non hanno trovato da ridire. Se si esclude qualche mugugno sibilato durante l’edizione notturna di “Calciomercato”, quello originale naturalmente. (E qui tocchiamo un altro nervo scoperto, perché quest’anno – per giunta senza l’intermediazione di donna Ilaria che almeno è un bel vedere – ne vedremo delle belle tra Sky, Mediaset e Premium con la Rai sempre confinata in un angolo).

Ed ora, per concludere, torniamo per un attimo a Gonzalo Higuain. Non sappiamo, né vogliamo, sapere come spende il suo tempo in vacanza con Lavezzi – anche se lo immaginiamo -, ma di sicuro, tra un goccio e un abbraccio, le orecchie gli fischieranno. Anche senza di lui, infatti, le bocche di fuoco dell’attacco azzurro non perdono potenza, anzi danno l’impressione di arrivare più velocemente in porta. Insigne e Gabbiadini si trovano a meraviglia e Mertens ha recuperato il tiro a foglia morta che ricorda quello di Mariolino Corso anche se il giro palla è calibrato in tutt’altro modo. Anche qui non azzardiamo commenti impegnativi considerata la forza degli avversari, ma lo spettacolo è stato bello da vedere. E promettente. Gli applausi si sono sprecati, mancavano solo quelli di Sarri che, anzi, non ha risparmiato critiche ai giocatori che non hanno ancora assimilato il suo credo tecnico: pochi, pochissimi tocchi e verticalizzazioni veloci e incisive come una lama che buca la pancia delle difese avversarie. La bacchetta del gioco l’ha avuta tra le mani solo Valdifiori, il delfino, e ha mostrato di non avere paura della pressione mediatica sul suo capo, ma quando ci saranno Allan e Hamsik la musica sarà molto più orecchiabile. Non devo aggiungere altro se non la fiduciosa attesa per il prossimo acquisto che dovrebbe essere Vrsaljko. Aurelio De Laurentiis è pronto, ha lasciato a Dimaro il completino country, cappellino compreso, ed è pronto per la bisogna.
Carlo Franco

ilnapolista © riproduzione riservata