Dopo 30 ore di silenzio sugli striscioni esposti in curva Sud, il presidente della Roma James Pallotta non ha trovato di meglio rispetto a queste poche righe ipocrite che forse è più corretto definire vergognose. Un atteggiamento del tutto differente a quanto fin qui ostentato da Pallotta nelle sue dichiarazioni. Anche il presidente della Roma si è assoggettato ai propri tifosi organizzati. L’ennesima conferma che il calcio italiano è nelle mani degli ultrà. Per un finto sprovveduto come Tavecchio adesso è chiaro come sonoentrati quegli striscioni in curva Sud. È giunto il momento che il governo del calcio si faccia sentire con provvedimenti esemplari. Poco ci crediamo, ma la speranza resta.
Come ripetutamente sostenuto, da ultimo in questa settimana che ha preceduto l’incontro con il Napoli, la AS Roma ritiene che ogni episodio che porti alla perdita di una vita in concomitanza di una partita di calcio, come accaduto ad esempio a Ciro Esposito, ad Antonio De Falchi, a Gabriele Sandri, a Vincenzo Spagnolo, a Filippo Raciti, Vincenzo Paparelli o ad altri, rappresenti una sconfitta dell’intera società civile, al di là delle appartenenze a squadre, società, gruppi di tifosi. È evidente che l’enorme dolore che ne consegue meriti il massimo ed incondizionato rispetto da parte di tutti e richieda l’impegno di tutte le parti, tifosi, società e forze dell’ordine, affinché non si rinnovi, neanche in forma verbale, sugli spalti di uno stadio.
James Pallotta