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Dopo tre anni, non si conosce il nome del poliziotto che uccise Iñigo giovane tifoso dell’Athletic Bilbao

Dopo tre anni, non si conosce il nome del poliziotto che uccise Iñigo giovane tifoso dell’Athletic Bilbao

A 3 anni dall’uccisione di Iñigo Cabacas Liceranzu, tifoso dell’Atheltic Bilbao, la giustizia non ha ancora fatto il suo corso e nemmeno i presunti assassini sono stati identificati. Vi proponiamo la traduzione di un articolo pubblicato ieri per ricordare e illustrare come procedono le indagini.

Oggi, giovedì 9 aprile, sono esattamente tre anni dalla morte del giovane tifoso dell’Athletic Iñigo Cabacas Liceranzu, ucciso da un proiettile di gomma sparato dalla Ertzaintza (polizia autonoma basca, ndr) mentre festeggiava la vittoria dei biancorossi contro lo Schalke 04 in Europa League. 36 mesi e 1.092 giorno dopo, la famiglia continua a chiedere giustizia e il caso resta in attesa di giudizio.
«Mio figlio non ha ucciso nessuno, non siamo colpevoli; hanno ucciso nostro figlio» e «Devono pagare, anche se sono l’Erztaintza» dicono Josefina Liceranzu e Manu Cabacas, madre e padre di Iñigo, davanti alle telecamere di ETB (rete tv basca, ndr).
In questi 3 anni le indagini non hanno fatto grandi passi avanti, anche se nelle ultime settimane ci sono state novità significative riguardo all’identificazione di uno dei possibili autori dello sparo che uccise il giovane di Basauri (località nei pressi di Bilbao, ndr).
«Le perizie mostrano che uno degli agenti che riconobbero di avere sparato si trovava alla giusta distanza e nel perimetro esatto dal quale provenne il proiettile mortale», ha dichiarato a fine marzo l’avvocato della famiglia, Jone Goirizelaia. Secondo lei si tratta di «un dato molto interessante e importante delle indagini, proprio quando ci si appresta ad aprire il dibattimento», alla luce di determinare chi fu l’autore dello sparo.
Lo stesso giorno in cui i periti della Policía Nacional presentarono queste conclusioni di fronte al giudice istruttore, il direttore della Ertzaintza, Gervasio Gabirondo, sostenne in un’intervista rilasciata a Radio Euskadi che «la conclusione più appropriata del caso Cabacas sarebbe conoscere il nome di chi sparò e, a partire da questo, capire per quale motivo lo fece», in quanto «non è sufficiente sapere chi sparò, ma anche qual era la situazione quella sera per poter dare un giudizio generale».

Iñigo Cabacas, 28enne di Basauri, fu raggiunto da un proiettile di gomma della Ertzaintza il 5 aprile del 2012, Giovedì Santo, intorno alla mezzanotte, in un vicolo vicino alla centralissima Calle María Díaz de Haro di Bilbao, vicino allo stadio San Mamés. Si tratta di una zona piena di bar dove centinaia di tifosi dell’Athletic si radunano prima e dopo ogni partita.
Dopo l’incontro tra Athletic e Schalke 04, con i biancorossi qualificati alle semifinali di Europa League, la Ertzaintza caricò nella zona e sparò proiettili di gomma, uno dei quali colpì alla testa il giovane che si trovava con alcuni amici fuori da un bar. Iñigo morì quattro giorni dopo in ospedale.
La versione ufficiale del Departamento de Interior (l’organo che sovrintende alla polizia basca, ndr), diretto in quel momento dal socialista Rodolfo Ares, sostenne in seguito che l’Ertzaintza si recò sul posto dopo aver ricevuto una chiamata che denunciava l’esistenza di una rissa.
Le comunicazioni interne tra le pattuglie della polizia autonoma giunte sul posto e il commissariato di Deusto (distretto di Bilbao, ndr) hanno rivelato che un ufficiale, citato col nome in codice Ugarteko, ordinò una carica nonostante i suoi agenti gli avessero riferito che tutto era tranquillo e che la situazione era “in controllo”.
Dopo una prima carica, gli agenti ripeterono che non vi erano motivi per intervenire. Ciò nonostante, l’ufficiale del commissariato di Deusto fu categorico: «Vi ripeto gli ordini perché vi siano ben chiari: entrate nel vicolo con tutto ciò che abbiamo, entrate nella Herriko», in riferimento a una Herriko Taberna (“taverna popolare”, locale tipico degli indipendentisti baschi di sinistra, ndr) che si trova in zona ma che quella sera era completamente estranea a qualsiasi tipo di rissa o incidente precedente.
In quel momento, alle 23.40, la Ertzaintza effettuò la seconda carica, la più violenta, nella quale fu ferito a morte Iñigo Cabacas.

(traduzione di Edoardo Molinelli)

Questo l’articolo in lingua originale

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