Quegli striscioni schizzano fango su una città ricca di storia e di cultura. Insultare una mamma che ha provato il dolore più atroce significa rinnovarle quel dolore, con un sadismo e una violenza senza precedenti. Schierarsi in favore dell’assassino è come essere complici a posteriori di quel crimine. Anziché mostrare solidarietà a una donna che prova a trasmettere messaggi di pace, nonostante le sia stato portato via il bene più prezioso, si permettono di schernirla pubblicamente. Possibile che un centinaio di imbecilli possa tenere in scacco il resto dello stadio e una città intera? Io non ci credo.
Il silenzio è complice.
Se un gruppo sparuto di delinquenti si rende protagonista di un gesto agghiacciante come quello, il resto del settore – se non consenziente – dovrebbe uscire dallo stadio e isolare questi irrecuperabili idioti, consentendo alle forze dell’ordine di rinchiuderli nello zoo più vicino. A proposito, pare esistano delle persone deputate a controllare i contenuti degli striscioni e che dovrebbero autorizzarli prima di farli entrare. Ebbene, quelle persone che hanno autorizzato l’ingresso nello stadio di quegli striscioni vergognosi dovrebbero essere rimosse immediatamente, e avvolte in quegli striscioni, facendole girare per le vie di Napoli con addosso solo quelle scritte. Insieme ai giornalisti di emittenti nazionali che hanno dichiarato in tv che quegli striscioni non sono illegali. Di più illegale credo ci sia solo il fatto che questa gente venga pagata con i soldi nostri, quelli del canone.
Se lo stadio Olimpico non verrà chiuso neppure dopo questa infamia senza precedenti, chi di potere dovrebbe rimuovere il giudice sportivo, così come andrebbe fermato anche l’arbitro Rizzoli, che avrebbe avuto la facoltà e il dovere di sospendere la partita fin quando non fossero stati rimossi quegli striscioni. Rizzoli ha dimostrato di poter arbitrare solo in Cina. Ma al massimo potrebbe arbitrare i tornei amatoriali di ping-pong. Sì, perché se è in buona fede un arbitro che condona tre espulsioni alla stessa squadra, di cui una dopo venti minuti che avrebbe cambiato la partita, se non ha visto un fallo di mano nell’area della stessa squadra e ha fermato due azioni da goal degli avversari per fuorigioco inesistenti, allora vuol dire che è incredibilmente scarso. Non esiste una terza alternativa: o è in malafede o è scarso.
Ma aver dato una mano alla Roma, che già con le mani di De Rossi e Manolas e il pugno di Yanga M’biwa si era aiutata, è meno grave di non aver fermato la partita dopo aver visto certi striscioni in netto fuorigioco. Quest’arbitro va fermato, unitamente al designatore, che manda proprio Rizzoli ad arbitrare un incontro fondamentale, dopo che questi aveva pochi giorni prima difeso l’operato di un collega che le aveva combinate di tutti i colori criticando pure la società partenopea. Neppure quando lo vedrò con i miei occhi, crederò che il giudice sportivo darà una punizione esemplare alla società giallorossa per quegli striscioni intrisi di odio e di stupidità, ma la cosa più grave sarebbe se la società capitolina si azzardasse a fare ricorso. In quel caso sarebbe connivente con quei bifolchi che possono essere individuati semplicemente guardando i filmati delle varie emittenti televisive, precludendogli l’accesso allo stadio a vita.
I romanisti, con quegli striscioni, si sono avvicinati agli juventini che continuano con i cori beceri contro i napoletani anche quando giocano all’estero. Almeno nel campionato dello squallore se la giocheranno fino alla fine. Ovviamente non mi riferisco a tutti gli juventini e a tutti i romanisti, ma solo a quelli che si dissociano e non rimangono in silenzio. Mi piacerebbe un giorno che il capitano di qualche squadra, vedendo uno roba del genere, chiedesse di fermare la partita, salisse in curva e strappasse personalmente uno striscione del genere. Ma questo si vedrà un giorno solo nel campionato di Utopia.
Oggi non mi interessa nulla di chi ha vinto e di chi ha perso, di sicuro ha perso lo Stato italiano, arrendendosi di fronte a queste nullità conclamate, impedendo l’accesso ai tifosi napoletani a quello che dovrebbe essere un evento sportivo, senza comunque riuscire a garantire che lo stesso si svolgesse con tutti i crismi della legalità.
Purtroppo bisogna ammetterlo: nessuno è Prefetto!
Gianni Puca