Ci sono non poche zone d’ombra negli scontri avvenuti all’esterno del San Paolo dopo la partita di Europa League tra Napoli e Dinamo Mosca di giovedì scorso. Dal video della Polizia di Stato, che qui riportiamo, è evidente la presenza di un uomo che grida con evidente accento dell’est “Davai”. L’uomo era con i napoletani, sembra evidente che agli attacchi ai tifosi della Dinamo abbiano partecipato gli ucraini, a meno che tra i tifosi napoletani non ce ne fosse qualcuno con un evidente accento dell’est (ipotesi invero poco plausibile). Non a caso, tra i fermati ci sarebbe un bulgaro amico dei napoletani. C’è da dire che in curva al San Paolo vanno abitualmente una decina tra ucraini, polacchi e romeni. Agli ucraini si sono aggregati una cinquantina di napoletani.
Non a caso, prima della partita, ancor prima che in curva A entrassero i gruppi organizzati, è stato esposto uno striscione in difesa dell’Ucraina in cui c’era scritto anche: “Basta con la dittatura e il massacro dei nostri figli”. La notizia è riportata da un sito russo.
Forse la notizia più importante è una nota dell’agenzia di stampa Itar-Tass (erede della celebre agenzia Tass) che riporta le dichiarazioni di Aleksandr Shprygin, presidente dell’associazione dei tifosi russi, che accusa la polizia napoltana di averli abbandonati, di aver lasciato appena quattro agenti a protezione di duecento tifosi russi, e di aver loro impedito l’accesso allo stadio (per alcuni avvenuto a metà primo tempo) con le bandiere. Ha inoltre denunciato il sequestro di oggetti personali che hanno successivamente recuperato nei bidoni della spazzatura. Per fortuna, ha aggiunto Shprygin, non ci sono stati scontri particolarmente violenti né feriti gravi tra di noi.
Una tesi, quella del presidente dell’associazione tifosi russi, smentita sia da questa foto
sia dal video di Sennolino