Il mio Napoli – Empoli
– Dopo due pareggi, una settimana di burrasche e un’attesa spasmodica, quale migliore squadra da incontrare se non la neopromossa Empoli?
– L’Empoli, una formazione che cerca di giocare a calcio, che lascia spazi e che non si chiude a riccio come farebbe un Mondonico o un Sonetti. Quale migliore occasione?
– Le due battistrada avevano rallentato la corsa e ieri c’erano tutti gli ingredienti per un riavvicinamento ai vertici ben più consono a quelle che sono le aspettative del nostro Napoli.
– Mai e poi mai avrei pensato invece che ci saremmo ritrovati, il giorno dopo, con il solito amaro in bocca e un’ennesima occasione sprecata.
– Mai e poi mai l’avrei pensato. Ma perché? Ne sono così sicuro?
– Per un attimo ci ho ripensato e mi sono venuti in mente velocemente stati d’animo e fegati spappolati analoghi all’attuale. In lunedì così, sembra sempre che si sia consumato un incredibile scandalo. Qualcosa di inaspettatamente tragico. Come se fosse la prima volta.
– Sento spesso parlare di salto di qualità. Sono secoli che mi riecheggia nelle orecchie. Ogni qualvolta c’è da svoltare, puntualmente si consuma invece il tradimento. E puntualmente il disappunto si mostra sempre nelle stesse forme.
– Oggi siamo perfettamente in linea con le batoste degli scorsi anni.
– Quante volte abbiamo detto o sentito: “Oggi non possiamo perdere punti, finalmente possiamo mettere la freccia” e poi, il giorno successivo “come si fa a togliere Fernandez e mettere Cannavaro sul 2-0?” 2-2 col Catania; “il gol di Pandev era sì regolare, ma non abbiamo mai tirato in porta” 0-0 col Cesena; “Aronica ci ha inguaiati, ma bisognava chiuderla prima” 1-1 col Torino; “Kone ha cacciato ‘a scienza, ma questo Napoli è indegno” 2-3 col Bologna; “fischi meritati, mai pericolosi” 0-0 con la Samp; “è bastato perdere una palla a centrocampo e Cassano…” 0-1 col Parma; “Zaza e Cannavaro” 1-1 col Sassuolo; “Calaiò non ha mai segnato su punizione” 1-1 col Genoa.
– Sono solo alcuni esempi di punti scaraventati alle ortiche a Fuorigrotta negli ultimi 3 anni.
– E questo, senza voler scomodare Denis, Rolando Bianchi, Moscardelli, Chevanton e Danilo e i punti persi in trasferta. Al San Paolo, le “piccole”, nel momento della svolta, del grande salto, ci hanno sempre fatto tornare con i piedi in quella che per noi è una inaccettabile realtà.
– Ci scervelliamo coi moduli, con le sostituzioni sbagliate, su come demolire i bunker proposti dagli avversari. Ce la prendiamo una volta con Albiol, un’altra con Rafael, poi con Insigne, con Cannavaro, con Aronica, con Fernandez, con Lucarelli, con Mazzarri e oggi con Hamsik e Benitez. Ma siamo così sicuri di aver bisogno di un capro espiatorio?
– E poi, oggi distruggiamo la Roma e la Fiorentina, ieri la Juve, il Milan e l’Inter, davvero pensiamo che sia tutto sbagliato e da gettare a mare? Davvero è un problema di modulo, di uomini o dell’errore di Rafael?
– È dalla notte dei tempi che il Chievo e il Parma vengono a saccheggiarci proprio nel momento della risalita. È da quando siamo tornati in Serie A che sento dire “un altro anno di occasioni perse”.
– È banale, ma il problema resta nella testa. È sempre stato lì, annidato tra le meningi azzurre. Il Napoli non riesce a reggere la tensione per più di 3/4 partite. Specie con le squadre di basso rango, specie al San Paolo.
– La continuità non ci appartiene. L’echilibrio è solo una parola. Un giorno mettiamo il gioco e ci scordiamo del cuore. Un altro mettiamo il cuore e dimentichiamo la testa. E quando mettiamo entrambi, non riusciamo a farlo per più di un mese. E purtroppo il San Paolo ci presenta sovente il conto.
– Perché è soprattutto in casa che dovrebbero costruirsi i successi ed è in casa che si creano mentalità e sicurezza.
Non serve umiliare le “migliori” se poi ti fai infinocchiare da Verdi e Farias sotto la curva B. Non serve parlare di grande squadra dopo aver annientato Rudi Garcia o Conte, se poi fai melina con Iachini o perdi in ogni zona del campo da Sarri.
– Dottor Jekyll e Mr. Hyde sono roba da Inter. Le doppie personalità nel calcio nuocciono gravemente alla salute. Alla nostra soprattutto.
– Il Napoli resta, nonostante Rugani e Maxi Lopez, una splendida realtà nel suo complesso, ma per fare il tanto agognato grande salto deve contro tutti indistintamente essere grande e non solo pensare di esserlo. Facile facile, no?
– Sfortuna che domenica abbiamo un’altra piccola a San Siro.
– Gli unici aspetti positivi che salvo: la squadra vista ieri è troppo brutta per essere vera e che finalmente, dopo una settimana di burrasche, è tornato il sole.
– Intanto chiamate uno psicologo per la squadra e un epatologo (gratis) per noi tifosi.
Forza Napoli Sempre
La 10 non si tocca.
Gianluigi Trapani