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È la Juve del nuovo secolo, potente e prepotente. Servirà un super-Napoli

Come si può contrastare, bloccare, battere questa Juventus affamata di gol, punti, vittorie e primati storici, già 13 punti più dell’anno scorso? Chi salta su Llorente? Come andrà sulle corsie esterne? Come si può schermare Pirlo? Questa Juve tutta ferocia e dominio italiano va presa alla gola, va soffocata, pressing su pressing. Bisogna sfrangiarne la tela delle combinazioni, del gioco a memoria, degli schemi a colpo sicuro.

La Juve insegue lo strepitoso record di cento punti a fine campionato, questa è la sua maggiore motivazione, non avendo nulla da temere per lo scudetto (+14 sulla Roma). Le manca Tevez, il killer da 18 reti, 4 più di Higuain, ma non fateci caso, la forza della Juve è il collettivo che gioca calcio automatico, che si difende in sette e attacca con molti uomini, avanzando esterni e mediani sulle sponde di Llorente.

Il Napoli è gasato dai quattro gol di Catania, ma anche imbarazzato dal non sapere gestire le partite, anche quelle più facili, sempre in calo di tensione e pasticci in difesa, ora che King Kong Reina ha pure deciso di fare il kamikaze, lasciando la porta vuota.

Non si possono fare errori contro la Juve: quella bastona irrimediabilmente. La juventinità è la scossa perenne che anima la squadra, è la forza di carattere quando deve subire.

Ci vuole un super-Napoli per questa eterna partitissima che, stavolta, per l’abisso in classifica fra le due rivali, ha un sapore meno acre, ma contano pur sempre l’orgoglio e lo sfizio di suonarle a Madama, evitando di ripetere la non-partita di novembre. E che l’arbitro abbia occhi colorati senza accordare gol in fuorigioco (Llorente a Torino) e vedendo i rigori quando sono rigori anche in quell’area proibita.

La Juve non vince a Napoli da 14 anni. Animo, allora, sventando le magie di Pirlo sui calci piazzati, cercando di togliere a Pogba la prodezza del tiro che non gli è mai più riuscita come all’andata, senza reagire alla grinta di Vidal. Calma caro Callejon sotto le grinfie di Chiellini, uno che, recentemente ha ghigliottinato Barrientos e non fa complimenti, autentico Frankenstein del pallone.

Ci vorrà molta corsa, ma soprattutto far correre il pallone a pelo d’erba, contro la ferocia della Juventus, aizzata da un ossesso di allenatore, tardivo esemplare trapiantato della beat generation, più taranta che jazz a bordocampo.

Sono bravi, eccome se sono bravi, ma non solo col pallone. Hanno la sceneggiata facile se li tocchi, la sorpresa stupefatta se l’arbitro gli fischia contro, hanno la lesa maestà sempre a portata di mano. È la Juve del nuovo secolo, potente e prepotente, neanche paragonabile alle sontuose Madame di Sivori e Platini, di Del Piero e Zidane, però il leccese di Torino ha saputo spremere sangue da un gruppo che senza le frustate del vigoroso proletario pugliese varrebbe la metà dei risultati ottenuti.

Cuore freddo, attenzione, lucidità ci vuole per questa sfida che non vale niente, ma, accidenti, c’è sempre un Vesuvio dentro di noi davanti alla Signora piemontese.
Mimmo Carratelli

SERIE A – 31^ GIORNATA.
Sabato 29: Bologna-Atalanta, Milan-Chievo. Domenica 30: Sassuolo-Roma, Torino-Cagliari, Sampdoria-Fiorentina, Verona-Genoa, Lazio-Parma, Napoli-Juventus (20,45). Lunedì 31: Udinese-Catania, Livorno-Inter.

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