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Dopo il coro “siete come la Juve”, non va chiuso lo stadio ma tutta Torino

Il mio Torino – Napoli

– Dopo la vittoria sofferta con la Roma e l’avvicinamento in classifica, reputavo la trasferta di Torino, per la continuità di risultati, la nostra vera e propria prova del 9.
Ecco, appunto, del 9.

– Se ci facciamo continuamente domande e rompicapi di ogni genere sulla personalità di Hamsik, sul ginocchio misterioso di Zuzu, sui pensieri di De Laurentiis, sulla dieta di Benitez, su Ghoulam, Inler ecc ecc, il 9 resta una delle assolute certezze di questo Napoli.

– Anche se, come da routine ad ogni gol, oggi troveremo su qualche pagina di qualche giornale il consueto paragone con l’ex della cassiera con tanto di numeri, tabelle, gol, assist, passaggi riusciti, metri percorsi ecc ecc.

– Gonzalone ha risolto una partita tostissima.

– “Torino non è soltanto un nome,
Torino è un grande coro di persone.
Torino vuole dire Napoli che va in montagna,
Torino è un dirigibile verso la Spagna”.
Questa è la prima strofa di una canzone di Venditti.

– Torino è la città dell’occulto e della magia nera. La città di Rol, dei presunti soggiorni di Nostradamus e della Fontana di Frejus, la porta dell’Inferno.

– Non per questo, dalla mattina avevo cominciato i miei riti propiziatori. Leggere di Meggiorini e Barreto in attacco, mi aveva creato panico, ansia e senso di vomito. La preoccupazione mi si è appesa alla schiena come una trattenuta di Chiellini.

– Quest’anno abbiamo visto:
Calaiò che ci segna su punizione dal salotto di casa sua. Calaiò, quello che è riuscito a farsi parare un rigore da Buffon. Evento che non accadeva dai tempi di Parma.
Una doppietta di Bianchi. Il passaggio della cometa di Halley è più frequente.
Un gol da lontano di Pereyra dell’Udinese. Come credere agli hobbit o che la difesa del Milan sia inviolabile.
Un gol di Sardo. E già qui… (ma l’avevamo già assaggiato);
Un gol di Sardo all’incrocio dei pali. Come non credere alle limpide profezie di Gennaro D’Auria o che l’anno prossimo Lotito spenda 100 milioni per fare la squadra.

– Alla luce di ciò, temere per un gol di destro di Meggiorini (che non segna da un anno. Ultimo gol contro di noi) o una sforbiciata di Barreto (che non segna – sicuramente contro di noi – dai tempi dall’ultimo rigore parato da Buffon) era più che legittimo.

– La seconda vigorosa scossa di amuleti me la sono concessa nel primo pomeriggio: El Kaddouri, l’ex, Immobile, il napoletano e Padelli, la cui ultima parata coincide con l’ultimo gol di Barreto non mi hanno lasciato alternative.

– Il terzo cerimoniale a base di noci moscate grattugiate, l’ho compiuto poco prima della partita alla notizia che don Prandelli avrebbe assistito e servito messa durante la gara. A parte che ho pensato d’istinto a messe nere e bicchieri svolazzanti, ho anche pensato che la sua presenza avrebbe potuto dare vigore a qualche giovane granata. Fortuna però che nel Torino ci sono molti italiani e quindi inconvocabili.

– Il primo tempo è trascorso lentamente. Le uniche emozioni: un tiro (di destro!) di Meggiorini telefonato e l’incrocio dei pali di Bovo. Praticamente, il Gran Premio di Formula 1 del giorno prima era stato tipo Italia-Germania 4-3 al confronto.

– Rimanendo in tema, nella prima frazione ho notato che i piedi di Gargano si sono impossessati di nuovo di quelli di Inler, che Saber ha giocato sotto le spoglie di Ghoulam, che Mertens e Calle: molto incenso e poche magie, che Hamsik è ancora sotto incantesimo, che Jotto si è mosso sì, ma come un fantasma, che Higuain è stato isolatissimo come una strega da rogo e che Reveillere ha giocato concentratissimo a fare il Reveillere.

– Bene, ancora una volta, Fernandez ed Albiol. E Reina nell’unico tiro subito.

– Nell’intervallo, una visione: in un breve spot ho rivisto El Shaarawy. Ora mancano all’appello solo Matteo Messina Denaro, il sacro Graal e Zuniga.

– Nella ripresa qualcosa è cambiato. Abbiamo spostato il quadretto raffigurante il corno dalla parete e piazzato sotto la televisione e abbiamo scambiato un paio di postazioni nella camera del Minao: Higuain ha scoccato il primo tiro nello specchio della porta.

– Molto bella anche la combinazione veloce tra Gonzalone e Mertens che ha procurato una punizione dal limite. Senza esito.

– Sul fronte opposto, Meggiorini ha colpito un palo su assist di Barreto e Immobile, da posizione favorevolissima, si è ricordato i suoi natali e ha tirato in curva dopo una bella dormita di Behrami.

– Hamsik l’ho visto ancora molto spaesato. Per me, ci vuole un esorcista. Oppure, peggio ancora, dopo aver visto molti miei amici in crisi abbuffarsi di lampade e cambiare look, il pensierino di tagliare momentaneamente la cresta lo farei.

– Con l’ingresso di Cerci, per la quarta volta, ho dovuto attingere ai miei rotondeggianti portafortuna personali.
“Ventura è proprio un volpone” mi son detto.

– Paradossalmente, con la squadra più stanca e non avendo più 11 uomini dietro la linea della palla concentrati in meno di 25 metri, il Torino ha perso un po’ gli equilibri e la capacità di ripartire.

– Il Napoli, o meglio Mertens, si è alzato sin al limite dell’area granata e ha provato a colpire.
Risultato: tre tiri di Mertens, un paio di angoli e qualche mischia in 5 minuti circa. Niente di clamoroso, ma è stato il momento migliore.

– Paradossalmente, l’azione risolutrice è venuta da un lancio di 30 metri di Hamsik.

– Si discuterà a lungo del contatto tra Gonzalone e Glik prima del tiro da 3 punti dell’argentino. Visto anche il momento, il 90′, già mi rivedo una trafila stile Cuadrado bis in tv e sui giornali. Trafila assai fomentata dai telecronisti di SkyJuve tra l’altro.

– A mio modo di vedere è uno di quei casi al limite. Difatti, ognuno l’ha vista come ha voluto e nemmeno la moviola ha stabilito esattamente se quello fosse fallo o meno. Entrambi i giocatori guardavano il pallone e lo scontro è avvenuto in maniera fortuita. Detto questo, se l’arbitro avesse fischiato, da tifoso, mi sarei imbestialito, ma obiettivamente poteva anche starci.

– Detto questo, vincere giocando male, a tempo scaduto, mi ha fatto godere non poco.

– Detto questo, trovo inaccettabile il coro che si è levato allo stadio “siete come la Juve”. Da chiusura dell’impianto. Della città. Della regione.

– A proposito, eccezionale l’intervista post gara di Conte di domenica che ha elogiato ancora una volta gli arbitri italiani, rimarcando l’umano errore del guardalinee sul non fuorigioco di Osvaldo (graziato 4 volte dall’ammonizione per aver proseguito dopo il fischio). Quasi a dire “noi subiamo queste ingiustizie clamorose, ma non protestiamo”. Stupendo fare i lord con più 35 punti sulla seconda. L’ultimo rigore sullo 0-0 lo avevano subito contro di noi, un paio di lustri fa, tra l’altro ripetuto (Hamsik lo tirò alto) e prima, quando c’era Altafini e l’ultimo episodio sfavorevole “apparente”, quando ancora poteva contare per la classifica, è avvenuto proprio contro il Genoa l’anno scorso. L’arbitro Guida (di Torre Annunziata, lo so perché me lo disse Marotta) circolerà ancora con la scorta.

– Da rilevare inoltre la protesta dei tifosi milanisti dopo l’ennesima debacle della squadra. A marzo, con esattamente 7 mesi di ritardo. E il grande momento dell’Inter. In tv si è tornati a parlare del “metodo Mazzarri”, del terzo posto e di Johnatan in nazionale. Manco Otelma riuscirebbe a pensarle certe cose.

– Infine, ne ho lette di cotte e di crude sul suo conto e io ho deciso di sintetizzarle in un piccolo pensiero poetico: Calaiò, c”o core, ma vafancù.

– La magia nera o la dama bianca non hanno potuto fermarci, la prova del 9, con un po’ di fortuna, è stata superata. E poi, vincere giocando peggio degli altri è l’essenza del calcio. Dopo essere stati estromessi da un autogol o da un rigore inesistente dal girone Champions, dovremmo saperlo bene.
E poi, la vera fortuna è avercelo quel numero 9. Altro che Glik e l’occulto, è lui la certezza. È lui il talismano.

Forza Napoli Sempre
La 10 non si tocca.
Gianluigi Trapani

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