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A mia memoria, Calaiò non aveva mai calciato una punizione

-Dal Sabatini Coletti. Déjà vu: Che richiama alla mente cose già vissute, già sperimentate, già viste.

– Ecco, in questo week end lungo, mi è sembrato di rivivere sensazioni e situazioni già note, ma non ricordo precisamente in quali occasioni. Sono troppe.

– La gara di ieri è stata la classica partita dai due volte. Stile gemelli diversi.

– Ogni volta che incontriamo il Genoa, mi piace rimarcare che questo gemellaggio sia una delle poche pagine pulite del nostro calcio e che va salvaguardato e tutelato a prescindere dai risultati e dagli umori del momento.

– Ricordi random:
– Quando nacque il sodalizio: 81-82, il gol del 2-2 di Mario Faccenda e il Milan che retrocesse;
In uno stadio imbestialito, un gol del piangente Zola a tempo scaduto che ci diede due punti fondamentali per la conquista del secondo tricolore;
Un 1-3 con promozione e Francioso capocannoniere ai danni di Schwoch;
Un 2-1 a Benevento con gol di Graffiedi;
Un 1-1 con gol di Calaiò (sì, lui) e di Leon su punizione (sì, su punizione) nei minuti finali e l’esordio di Rullo;
Un gol di Hamsik sotto il diluvio che volle dire quasi CL
Un 6-1.

– In settimana, Benitez ha potuto per la prima volta contare su tutta la ‘rrosa’. C’era anche Zuzu. Peccato fosse solo per la foto di gruppo.

– A proposito di Zuzu, è andato in onda un video in cui addirittura corre. Memorabile la battuta dell’amico Peppe Miraglies: Che emozione, s’è lassat, ecco i primi passi…

– Ma veniamo alla partita:
Nel primo tempo siamo scesi in campo senza uno di madre lingua. Roba da Olimpiade.

– Nei primi 15 minuti siamo andati al tiro tre volte senza successo: due con Mertens e una con Higuain.

– Nel mentre, Antonini si è sorbito un tunnel alla velocità del suono da parte di Calle.

– Alla quarta occasione abbiamo sbloccato il risultato: assist di Hamsik che col cucchiaino l’ha servita a Gonzalone che con un cucchiaino ha beffato Perin in uscita. Roba da brodo di giuggiole. Applausi.

– Dopo il gol, il Napoli ha continuato ad opprimere i genoani nella loro tre quarti. Specie con Valon.

– Ciononostante, il Genoa s’è fatto sentire. Prima con due interventi da codice e cartellino rossi di Sculli (sì, esiste ancora) e di Matuzalem (uno degli ex), che nella partita della sera precedente avrebbero lasciato anzitempo il campo, e poi con due iniziative di Konate.

– Nel primo caso, Hamsik ha fatto lo Dzemaili sbagliando un facile appoggio a centrocampo e sul susseguirsi dell’azione ha salvato Fernandez nei pressi della linea; nel secondo, ha rimediato Reina in bagher.

– Mertens ha dispensato aulin ai difensori rossoblu, Gonzalone ha mostrato numeri da alta scuola, Calle ha corso come un matto, Valon ha fatto la diga, Reve e Ghoulam ottimi soldatini e la difesa, nonostante qualche sbavatura, ha ben rintuzzato.
Il primo tempo si è concluso tra gli applausi del pubblico. “Continuiamo così” ho pensato.

– Cronaca del secondo tempo: ZzzzZzzzzzZzzzzz

– È uscito il fantasma di Gilardino per far posto a Fetfatzidis. Chi sa pronunciare il suo nome correttamente vince un orsacchiotto di peluche.

– Ho visto tra gli uomini della panchina ospite un volto conosciuto. Ho impiegato mezz’ora per capire che si trattava di Murgita (un altro ex)
Potevo spendere meglio il mio tempo…

– A proposito di ex, se il barbiere di Malesani è in sciopero, quello di Matuzalem è da denuncia.

– Higuain, dopo tre gialli per proteste, ieri si è fatto ammonire per un intervento da dietro…

– Hamsik è uscito incavolato per aver sbagliato tutti i passaggi meno uno. Hamisik ha fatto l’assist del gol.

– Per restare sveglio ho pensato alle mie vacanze a Riccione di 20 anni fa. Purtroppo però, il pigiama party in corso ha avuto la meglio, le babbucce sono stati inevitabili e mi sono assopito.

– Tacchi e punte, brisé, cambrè, rond de jambe en l’air e ZzzZzzzZzz.

– Purtroppo le gare vanno chiuse e noi ancora non ne siamo capaci in tutte le occasioni. Perché poi si sa, basta un episodio et voilà. Un rimpallo, una punizione, un fallo da rigore stupido, un arbitro che te lo fischia e pareggi la partita.

– Calaiò, nella sua permanenza napoletana, a mia memoria, non aveva mai calciato una punizione. E se lo ha fatto, di sicuro avrà colpito la barriera.

– C’è anche da dire che Banti avrebbe potuto far finta di non vedere il fallo inutile di Mertens. Quando vuoi favorire una squadra si fa così, giusto?

– Abbiamo meritato di pareggiare. E noi ci incazziamo come tori da corrida. Déjà vu.

– Ecco, a proposito di tori e di déjà vu. Ce ne sono alcuni che si ripropongono come la mortadella o l’aglio dopo un picnic. Indigeribili.

– Quando la seconda squadra di Torino vive momenti di stanca, scientificamente si ripropongono scene, situazioni, dichiarazioni, spiegazioni che richiamano alla mente cose già vissute, già sperimentate, già viste…

– In un paese in cui esistono più regole che idee, in cui si fa a gara a chi le raggira meglio, in cui un premier è eletto da entità non identificate, in cui la ministra è bona e la cantante è racchia, in cui tranquillamente giocano calciatori implicati nel calcioscommesse, in cui tutti bramano la rivoluzione e il cambiamento e poi, da 20 anni, nulla cambia, credo che la squadra più amata dagli italiani sia esattamente ciò che meglio ci rappresenta.

– Cosa cambierà dopo le finte polemiche di domenica? Niente.
Dopo Bergamo e Pairetto da Vinovo, i posti che oggi sono di Braschi e Nicchi da Vinovo, domani saranno di Rizzoli e Mazzoleni da Vinovo.

– Ma io non voglio parlare di arbitri, altrimenti mi diranno, come accadeva nel periodo preMoggi, che cado nel vittimismo. Ecco, appunto, non parliamo di arbitri. Parliamo di Rizzoli. Uno dei magnifici sei di Pechino. Rio de Janeiro già l’aspetta.

– C’è da dire che le giustificazioni si sono evolute. Le tv le hanno rese più fantasiose e allo stesso tempo più patetiche. La Rai, dopo Verona, che si è inventata il fuorigioco ‘televisivo’ di Tevez, così come Braschi ha dichiarato che il rigore su El Kaddouri è anch’esso solo televisivo. Stanno dicendo che ci vuole la moviola?

– Per non parlare di SkyJuve. In 7 minuti di intervista al sorridente Conte, per 6 primi e 40 secondi, ben 5 intervistatori hanno parlato delle meravigliose statistiche della squadra bianconera e giustamente del grande Tevez e per abbondanti 20 secondi dell’episodio del rigore. Su Cuadrado e la zolla del Bernabeu ricordo speciali su speciali.
Giusto il tempo per estorcere un’ammissione e per dare merito all’allenatore di una sportività che ha la stessa intensità di un gemellaggio tra laziali e romanisti.

– Quando poi ritengo molto più grave la mancata espulsione di Vidal. Falli visti e fischiati. Quindi senza alibi.

– Cosa cambierà? Ciclicamente capiteranno situazioni a cui nessuno darà spiegazioni. Salvo poi sentire il capo, Nicchi, dire: la moviola in campo segnerebbe la fine nel nostro sport.
Ecco bravo, del vostro.
Il mio è il wrestling.

– Si torna in Europa. Senza déjà vu, senza maglia gialla e senza camomilla, please.

Forza Napoli Sempre
La 10 non si tocca.
Gianluigi Trapani

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