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Metti Benitez e Mazzarri in piazza Municipio

Il mio Napoli – Inter

– Ci sono eventi, episodi e fatti nella vita che rappresentano l’epilogo, la serrata, la chiusura di un cerchio. La risoluzione.

– La congiuntura astrale proiettatasi su Napoli – Inter di ieri, ha dato finalmente risposte ad una serie lunga 6 mesi di arcani; ha dato la giusta e definitiva (?) collocazione a destini che si incrociavano; alle 22.30 circa, ha dato luogo a verdetti più o meno esaltanti per uni e più o meno indigesti per altri.

– Se la partita fosse stata un film, avrebbe potuto intitolarsi “Ritorno al passato”.

– Al passato ci siamo tornati noi.
Ci è tornato Walter, il cui fantasma è diventato (forse) cenere.
(Richiesta: Accanto all’urna con le ceneri di Mazzarri, non è che si può piazzare anche lo scalpo del codino orrendo di Palacio?)
– Campagnaro che, nonostante la maglia, è sempre un toro.
– Rolando che rappresenta la versione 2.0 di Aronica.
– Pandev che ha il cuore azzurro, ma il cui piede sinistro solo ieri si è ricordato di quando era interista.
– e Rafa a cui è stato ricordato solo negli spogliatoi che è stato un ex.

– Io credo nel karma. Credo che si riceve ciò che si è dato. (Randy Pausch)

– All’entrata di Walter lo scornacchiato al San Paolo, ho ricordato la Corrida di Corrado: c’è chi si è spellato le mani e chi ha perso il fiato per fischiare. Ci mancavano solo i campanacci, l’applausometro e il maestro Pregadio.
Io ho appoggiato la curva B.

– Differenze Walter-Rafa:
Mazzarri, in Piazza Municipio, avrebbe chiesto a un passante indicazioni per il Maschio Angioino.
Rafa, in Piazza Municipio, sarebbe il passante.

– Differenze di allenamento in pre-partita:
~Inter: corsetta in plotone.
Napoli: passaggi alti e rasoterra.
~Inter: allungamenti e split
Napoli: torello con la palla
~Inter: esercizi e stretching
Napoli: tiri in porta.

– In allenamento, Mertens ha azzeccato 4 tiri all’incrocio su 5.

– Dopo 2 mesi mi sono ricordato delle cheerleaders. Babbe natale o cappuccette rosse?

– Ricordi random:
~SF coppa Italia 1-1 (’96) Ganz che litiga con Colonnese e gol di Zanetti (sì, mentre noi eravamo col pannolino, lui già giocava) e Beto. Rigore decisivo di Boghossian.
~Un Suo gol su punizione con Zenga che dice, allargando le braccia: ma che ci posso fare?
~Astutillo Malgioglio
~Una sforbiciata di Careca: se fosse entrata quella palla, probabilmente avrebbero dovuto ricostruire lo stadio.

– Goran ha festeggiato le 100 presenze in azzurro. Dalla panchina…

– Palla a centro per l’Inter. “Quale fantasioso schema adotterà?”mi son chiesto.
Un bimbo di 6 anni mi ha risposto: lancio sulla destra per Jonathan.

– I primi minuti sono stati offuscati dai fumogeni della B che, in onore a Mazzarri, hanno creato un meraviglioso e nebbioso effetto San Siro.

– Diradata la nebbia, un lampo: tiro al volo di sinistro di Gonzalone su millimetrico assist di Nagatomo e palla nell’angolo. Delirio. È l’effetto San Paolo. 1-0.

– Nella notte degli allineamenti stellari è mancata ancora un po’ di “ciorta” per Insigne: incrocio dei pali da posizione defilata.

– Gonzalone, su lungo lancio di Calle, ha controllato la palla con la testa come se fosse una foca da circo. Sfortuna che Ranocchia, per lunga militanza, s’intenda di circhi e l’ha anticipato.

– Il vicino di posto: sì, il destino si sta compiendo. Siamo troppo forti, ora dobbiamo atterrarlo!
Nemmeno per scherzo si dovrebbero pensare queste cose quando la fase difensiva è rappresentata da 4 giocatori che guardano Guarin far ciò che vuole; uno che guarda Palacio fare una finta in piena area; uno che guarda Alvarez mentre tocca la palla in scivolata e il resto della squadra che guarda Cambiasso segnare indisturbato. 1-1.

– Il gol e l’esultanza meneghina ha acceso la miccia, la partita e il motorino sotto le natiche di Mertens.

– Primo gol di Mertens al San Paolo.
Anche ieri, migliore in campo.

– L’azione del secondo gol è stata talmente precisa, bella ed apparentemente semplice che persino Thohir, guardandola in tv, l’ha capita.

– Lo schema si chiama “di prima”: Mertens l’ha data di prima a Higuain che di prima, con un esterno più millimetrico dell’assist di Nagatomo, ha servito Dze sulla corsa. Ancora Mertens, sempre di prima, ha approfittato del controllo dello svizzero e ha trafitto Handanovic. 2-1.

– il viso di Handanovic ha la tipica espressione interista.

– Mesto (che torni presto) ha il tipico cognome interista.

– Campagnaro non saprei cosa abbia di interista ma, come ex, l’ho applaudito soprattutto quando ha perso la palla, dando il via alla terza rete di Dze. 3-1.

– Il vicino: è fatta. Ora finisce in goleada.
Mentre lo diceva, la solita osservazione a distanza della difesa a Guarin che in area ha stoppato, controllato e tirato; Rafael ha guardato la palla sfilare accanto alla sua mano e Maggio ha guardato Nagatomo segnare il 3-2.
E tutti nello spogliatoio.

– In molti hanno rivissuto Napoli – Udinese.

– Dopo marenne di svariati metri, taralli ‘nzogna e pepe, frittate, salami, caciocavalli e provoloni, ieri, per la prima volta, ho visto una busta con una pasticceria dentro. I vicini di posto hanno gentilmente offerto: panettone a cioccolato, rococò, susamielli e raffaiuoli, una guantiera di struffoli, spumante e buon Natale.

– Buon Natale ad Alvarez che sotto l’albero ci ha regalato un uomo in più.

– L’espulsione, ritornando ai destini, le stelle e le fregature in sospeso del passato, mi ha ricordato un episodio simile accaduto a Beto, sempre contro l’Inter, che beccò due gialli per due falli di mano. Fiscalità per fiscalità.

– Il gol di Calle su assist di Insigne a chiudere le ostilità mi ha invece ricordato una vecchia, ma mai inusuale, legge del taglione applicata all’Inter: occhio per occhio, Inter per dente.

– Rafa ci ha sconvolto quando ha sostituito Higuain, un attaccante, per Behrami, un centrocampista.

– Walter non ci ha sconvolto quando, sotto di 2 gol, ha schierato la difesa a 4.

– Al termine, Pandev ha avuto il tempo di procurarsi un rigore e di fallirlo in totale tranquillità.

– Grande vittoria, ma come ha detto Rafa: l’attegghiamento è stato come quello con l’Arsenal, ma la manta (coperta) è corta e bisogna migliorare la fase difensiva.

– Per la solita cronaca: sono mesi che giochiamo senza Hamsik e Zuzu.

– Tornando al day-Walter, l’ho trovato cambiato:
A Napoli si presentava sovente con gli occhiali, la camicia e con i capelli cotonati a panettone tipo “hai mai provato Urrà?”
A Milano invece si è elevato: sempre impeccabile, sempre in giacchetta e cravatta e pare che ogni giorno sia uscito dal barbiere o da una beauty farm.

– L’ho trovato cambiato anche nei post partita:
A Napoli nelle interviste usufruiva di un pacchetto, un pacchetto e mezzo di fazzoletti. A Milano usufruisce della stecca da 20.

– Si diceva che i suoi cambiamenti potessero essere incentivati dalla voglia di stile e di internazionalizzazione del presidente Thohir.
Infatti Thohir ha dichiarato che sta imparando a conoscere il calcio italiano e ieri se l’è presa con l’arbitro.

– Per chi si sente tradito da Mazzarri, la rubrica “L’amore per la maglia”:
– Da piccolo ero tifoso dell’Inter. (Zlatan Ibrahimovic)
– Ormai questa maglia comincio a sentirla sulla pelle. Quando sono arrivato a Milano mi è cresciuta la voglia di vincere, mi è venuta una fame mai avuta sin lì. (Giampaolo Pazzini)
– Sopra il cielo c’è l’Inter (A.Cassano).
– Sì (ero interista). Il mio idolo era Mazzola. Ero stato comprato, diciamo, da tifoso, perché avevo mio cugino che viveva a Milano e mi aveva portato un completo dell’Inter, con la maglia e i pantaloncini, e da quel giorno ero diventato tifoso dell’Inter. (Carlo Ancelotti)

– Ho riso due ore quando ho trovato questa: “Trapattoni è un grande tecnico perché parla il linguaggio dei calciatori”.
(Lothar Matthaeus).

– Considerando ancora le stelle e il passato, vorrei pescare il Viktoria plzen oggi.

– Considerando le stelle e il futuro,
vorrei vincere anche a Cagliari.

– Considerando i 4 panettoni, possiamo definitivamente dire che il lutto è stato elaborato e che si è chiuso definitivamente un cerchio?

– Faccio rispondere ad un tifoso che in radio a fine gara ha detto: Mazzarri andava applaudito e salutato. Peccato solo per il rigore sbagliato, altrimenti l’avremmo salutato a mano aperta.
Ciao, ciao.

Forza Napoli Sempre
La 10 non si tocca
Gianluigi Trapani

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