Non ho mai visto un perdente stare così tanto sui cosiddetti alla “gente”. A tutti, eh? A quelli di destra come a quelli di sinistra; a quelli che si sciacquano la bocca con la disciplina, le regole, che ogni giorno da vent’anni ce la menano loro e Berlusconi. Quando si parla di lui sono tutti d’accordo: è un perdente e aspettano con la bava alla bocca il momento in cui sarà rispedito a casa. In una parola, esonerato. Poi, per carità, subito dopo riacquistano lucidità, magari fanno la ramanzina ai figli perché non si sono impegnati, perché hanno provato a barare. Dopo, però.
Quando cacciano Zeman è una festa. Ha fatto quel che loro in fondo non sono mai stati capaci di fare. Flemmatico, ma senza mai piegarsi, ha denunciato quel che loro non hanno mai osato sussurrare nemmeno agli amici più fidati. Ha fatto della propria vita un esempio da seguire. Disciplina, fatica, sudore, applicazione. E non a caso il boemo i risultati li ha ottenuti solo con i giovani. Non appena si è ritrovato ad allenare fighette da 3 milioni di euro all’anno se n’è tornato a casa. Gli hanno tutti voltato le spalle. “Ma come si permette questo qui di farci fare i gradoni? Oh, noi dobbiamo andare in discoteca mica siamo decatleti?”.
Lui ha proseguito col suo passo. Sempre. Cocciuto, lo ammetto. Testardo. Ma nemmeno tanto, visto che anche quest’anno qualche deroga al proprio credo l’ha concessa. Il punto è un altro. Il punto è che lui, da solo, ha denunciato quel che l’ipocrisia del calcio ha scoperto anni dopo. Il sistema Moggi, le iniezioni sospette. Memorabile la frase: “non capisco perché un atleta debba prendere pillola, la pillola si dà ai malati”.
Potete gioire. Zeman non allena più la Roma. Ha perso la sua ultima possibilità. È un perdente. Potete tornare a dire che siamo un paese di merda perché da vent’anni votiamo un vincente che imbroglia.
Massimiliano Gallo
Si sa che la gente dà i buoni consigli… (e gode per l’esonero di Zeman)
Massimiliano Gallo
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