“Il Napoli ha già dato il massimo, è fiaccato dall’obbligo di essere sempre un po’ meglio di quanto vale in realtà”.
Lo ha detto ieri sera Mario Sconcerti, commentando la partita su Sky. Sul momento l’ho mandato simpaticamente a cacare (scusate se lo scrivo con due “C”, so che va di moda la versione con la “G”).Però poi, nel buio della mia cameretta, sono stato assalito da un dubbio: E se avesse ragione lui? Se fosse vero? La diagnosi è impietosa, forse frettolosa, ma non priva di senso. Ogni volta che Mazzarri dice “dobbiamo crescere” mi chiedo: dove dobbiamo crescere? Chi deve crescere? L’unico con ampi margini di miglioramento è Insigne. Gli altri titolari sono tutti giocatori fatti e finiti. I meno vecchi sono Hamsik e Cavani, 25enni. Il gruppo non può aver bisogno di ulteriore amalgama, è già perfettamente affiatato. L’allenatore è alla sua quarta stagione.
Un vero rinnovamento estivo non c’è stato. Via una seconda punta fantasiosa come il Pocho, dentro un suo omologo, Insigne. Un onesto mestierante ultra-trentenne come Campagnaro sta lasciando il posto a un suo sosia, Gamberini. A centrocampo un piccoletto ringhioso come Gargano è stato rimpiazzato da un corazziere ringhioso come Behrami, abbiamo più centimetri ma la qualità è la stessa.
La panchina non è stata allungata. Ci sono due o tre ricambi decenti e una lunga lista di giocatori presi per errore.
E allora? Come cresciamo? Sarebbe il caso – secondo me – di tornare sul mercato, ma sono l’unico a pensarlo, visto che quasi tutti si sono già affannati a spiegare che:
1) “Questa squadra non è migliorabile”
2) “I giocatori bravi non vogliono venire a Napoli”
3) “Rischiamo di rompere gli equilibri di spogliatoio”
4) “Rischiamo di rovinare il bilancio”
5) “Campioni in giro non ce ne sono. A gennaio, poi…”
6) “Mazzarri non vuole troppi giocatori”
7) “Mazzarri non vuole i giovani”
8) “De Laurentiis ha già speso 250 milioni”
9) “Cavani vuole giocare sempre e non vuole nessuno alle spalle”
10) “Numericamente siamo a posto così”
Va bene. E allora come facciamo ad andare oltre i nostri limiti? Come cresciamo? A questo punto spero solo che Sconcerti si sia sbagliato alla grande.
Giulio Spadetta