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Le grandi famiglie sportive italiane, dagli Abbagnale ai Porzio (e tante altre)

Martedì 18 (ore 11,30) nel salone della Piscina della Mostra d’Oltremare verrà presentato il settimo libro di Franco Esposito, ennesimo compendio della sua brillante carriera di giornalista sportivo che ha seguito e scritto di tutti gli sport ad eccezione del baseball e dell’hockey su ghiaccio, come ama dire con ironico snobismo, presente in sei edizioni dei Giochi olimpici senza contare Mondiali ed Europei di calcio, basket, pugilato, atletica. Il proverbiale puntiglio nella ricerca, il maniacale controllo delle fonti, una vita di incontri e interviste e i preziosi floppy disk, la sua personale enciclopedia di dati, reportage e aneddoti, che spesso e generosamente mette a disposizione dei colleghi, gli forniscono il copioso materiale che traduce in racconti dalla scrittura veloce, sincopata, accattivante.

Questa sua scrittura personalissima rende avvincente e rapido anche l’ultimo libro (“Nel nome del padre del figlio e dello sport”, 347 pagine, 16 euro, Absolutely Free Editore), nato da una intuizione geniale: mettere insieme le storie delle più celebri famiglie sportive (“Un secolo di grand’Italia” è il sottotitolo). Banalmente, quando le imprese sportive dei padri ricadono sui figli, ma anche su fratelli e nipoti, mogli, sorelle. E’ una interessante e voluminosa panoramica nella quale si stagliano almeno undici famiglie napoletane e due campane di grande rilievo. La quantità delle informazioni che Franco Esposito riesce a razziare dalla sua memoria, dagli appunti, dagli incontri e dai personalissimi floppy disk è tale da rovesciare sul lettore racconti che sembrano non avere mai fine tanto fitte e nutrite sono le storie scritte.

Naturalmente, il libro comincia con gli Abbagnale, Giuseppe e Carmine, i fratelloni di Pompei, che si sottrassero alla dura vita nei campi del padre contadino (gladioli, patate, pomodori, lattuga) per dedicarsi alla vita durissima di canottieri, attirandovi poi il più piccolo dei fratelli, Agostino, e ancora Vincenzo, il figlio di Giuseppe. E poiché “dal letame nascono i fori”, come cantava Fabrizio de André, ecco i fratelli-cannibali della pallanuoto, Franco e Pino Porzio, che da Secondigliano conquistano il mondo delle piscine. Dalla stessa periferia infelice di Napoli e da un garage adattato a palestra fiorisce Pino Maddaloni che a due anni fu messo dal padre sul tatami, e così sua sorella Laura e il fratellino Marco. I figli spesso superano i padri, come Marco D’Altrui che, nella pallanuoto, superò i record di papà Geppino. Storie familiari che vibrano di aneddoti, annotazioni, ricordi. Bubi e Fritz Dennerlein , i fratelli “tedeschi” di Portici, Bubi freddo e taciturno, Fritz vulcanico con quella sua prima impresa a Montecarlo, record europeo dei 200 delfino. Gigi Mannelli e suo fratello Maurizio, il primo attaccante, “la bomba”, il secondo difensore, altri due pallanuotisti, il destino d’acqua di chi fa sport a Napoli. Come la dinastia dei Marsili, da Mino al figlio Stefano, al fratello Sante, a Vittorio, a Elios e Marco figli di Vittorio, a Neria, figlia di Mino e campionessa del “setterosa”. E poi la polisportiva marina dei Postiglione, da Vittorio il capostipite, skipper, al figlio Carlo velista che per arricchire il palmares sportivo di famiglia sposa Annamaria Crivelli Visconti nuotatrice, cestista e amazzone. E la nidiata dei figli da far pensare che i Postiglione vivano in una casa-piscina. Stefano, calottina numero 2, che un giorno, in acqua, ferma il pallone col piede slanciato in aria e lo raccoglie poi con la mano destra per scaraventarlo in gol come un Cristiano Ronaldo delle piscine. Lo chiamavano “il cobra”. E ancora Marco Postiglione, Antonello capellone biondo tra i mori di famiglia, Fortunato e, poi, Francesco figlio di Italo Postiglione e nipote di Carlo, nuotatore, pallanuotista e infine avvocato. Di striscio un Postiglione calciatore, Guido, figlio di Guido senior, ciuffo biondo e centravanti del Napoli all’epoca di Vinicio.

Nulla sfugge a Esposito prodigo di dettagli, dati e descrizioni suggestive. Gli eterogenei fratelli Ambron: Amedeo pallanuotista, Vittorio rugbista, Guido canottiere. Fofò Buonocore che faceva strage di portieri e di cuori nelle piscine di tutto il mondo e suo figlio Fabrizio che, memorabile, espugna la piscina di Punta Sant’Anna, la fortezza della mitica Pro Recco, e regala lo scudetto al Posillipo con una irrimediabile sberla d’acqua a un attimo dalla fine della sfida. E, ancora, i nuotatori sbocciati dal mare di Miliscola, Paolo De Crescenzo e Massimo, “il barone”, poeta e scultore, non solo uomo-pesce. I Cannavaro, fratelli del calcio, Fabio “palla di gomma”, Paolo longilineo tutto nervi e muscoli. E i Gentile, casertani del basket, Nando una furia, Nandokan, sua sorella Imma e ora Alessandro, il figlio di Nando ai primi pick n’roll sui parquet.

Famiglie intere di calciatori. I cinque fratelli Sentimenti, modenesi di Bomporto. Arnaldo, portiere, venne a Napoli e vi passò tutta la vita (“Napoli è la mia seconda mamma”), sposando una napoletana, due figlie, casa al Vomero. I cinque fratelli Cevenini, milanesi. Zizì era il terzo di loro e il più matto, brillantina e dribbling ai tempi dell’Ambrosiana e poi idolo del Milan e primattore nella Juve. Valentino Mazzola del Grande Torino, giocatore totale già ai suoi tempi, e i figli Sandro e Ferruccio. Bruno Conti, la “gazzella” romanista sottratto, a Nettuno, al baseball degli americani per diventare il più brasiliano degli attaccanti italiani, e suo figlio Daniele. I Maldini, papà Cesare e i figli, Paolo il campionissimo del Milan, e le figlie cestiste. Lorenzo Buffon, portiere del Milan ai tempi della love-story con Edy Campagnoli, la statuaria valletta bionda di Mike Bongiorno, e più tardi, ai giorni nostri, Gianluigi Buffon con le sorelline Guendalina e Veronica, cestiste, la mamma Maria Stella pesista e discobola. I fratelli bresciani Franco e Giuseppe Baresi. I fratelli di Piacenza Filippo e Simone Inzaghi. I fratelli Maldera, figli di emigrati pugliesi a Milano, Aldo il più famoso.

Franco Esposito le ha “setacciate” tutte le belle famiglie italiane dello sport e nessuna gli è sfuggita. Difficile qui enumerarle tutte. Al volo ricordiamo le dinastie dell’ippica: i Bottoni, i Baldi (Odoardo, il guidatore più longevo del mondo, vinse fino a 85 anni; Vivaldo il brontolone, sfregiato al volto dalla stanga di un sulky), i Gubellini (nonno Pietro montò Nearco il miglior cavallo italiano di tutti i tempi), i Guzzinati, i Bellei, i Dettori. Le grandi famiglie della scherma: i Nadi e i Montano, livornesi; i Mangiarotti, brianzoli. Di tutti vogliamo ricordare Aldo Nadi che soffriva la straordinaria superiorità del fratello Nedo che, sul personale biglietto da visita, aveva fatto stampigliare “il re di Spada” sotto il suo nome e la frase “Nedo Nadi non arriva mai secondo”. Aldo era uno scavezzacollo, sempre elegante e profumato, gran giocatore ai casinò, che mise a frutto i suoi colpi di spadista, sciabolatore e finissimo tiratore di fioretto a Hollywood interpretando film di cappa e spada e facendo perdere la testa a Elisabeth Arden, la regina canadese dei cosmetici. Il suo ultimo desiderio fu che lo cremassero, le ceneri disperse nell’Atlantico.

Esposito è abile nel piazzare sempre l’aneddoto sorprendente. La fiorettista veneziana Antonella Ragno che si rifà il naso e poi conquista e sposa il pallanuotista fiorentino Gianni Lonzi che si era votato al celibato a vita. Manuela Di Centa, la bella friulana dello sci di fondo, sorella di Giorgio, incarnato scuro, capelli corvini, occhi profondi che scala l’Everest (8848 metri) e il Parlamento. I fratelli piemontesi della marcia Maurizio e Giorgio Damilano, figli di una ostetrica, 98mila chilometri percorsi da Maurizio a fine carriera. Le Loro Altezze del basket Dino Meneghin (2,04) e suo figlio Andrea (due metri). Le tre generazioni di ciclisti Moser (otto tra padri, figli, zii e nipoti). E ce ne sono ancora e ancora di famiglie italiane di sportivi. Giorgio Cagnotto e sua figlia Tania, acrobati dei tuffi. I Pomilio, abruzzesi della pallanuoto, papà Gabriele e suo figlio Amedeo. Famiglie di medaglie e sacrifici, glorie e sorrisi, olimpiadi e mondiali, scudetti, record. Famiglie vincenti come vincente e avvincente è questo nuovo libro di Esposito.

Mimmo Carratelli

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