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Cosa è cambiato senza Lavezzi e Gargano

Dodici punti in più rispetto a un anno fa, e va bene. Ma vediamo in quali fasi di gioco il Napoli è migliorato. E cosa è cambiato nel gioco senza Lavezzi e Gargano.

DIFESA

Decisione – La spazziamo via più spesso. Se è vero che con i suoi difensori il Napoli imposta più di quanto faccia l’Inter (nessun difensore di Stramaccioni tocca più di 40 palloni a partita), altrettanto vero è che i difensori azzurri quando possono la palla la buttano via. Più che in passato. I primi 3 per palloni spazzati sono Britos (9 a partita), Cannavaro (8,2) e Gamberini (8). Un anno fa, a cifre inferiori, erano: Cannavaro (7,2), Campagnaro (7,1) e Britos (6,6). Il re sarebbe Fernandez, che quest’anno quando è andato in campo la palla l’ha spazzata via alla cieca 16 volte.

Duelli aerei – Resta un punto debole (vedi gol del Pescara), ma il ritorno di Britos puntella proprio quella fase di gioco lì. E’ lui il miglior colpitore di testa del Napoli (3,8 duelli vinti a partita), e quando non siede in panchina c’è Fernandez (3 duelli vinti a partita in media). Un anno fa il migliore era Maggio, ma solo con 2,1 duelli.

CENTROCAMPO

Più precisione – Con Berhami al posto di Gargano il Napoli ha guadagnato in tackle vinti (5,6 contro 3,2) e in precisione nei passaggi (lo svizzero 89,6% contro 81,6% dell’uruguagio). E’ cresciuto in precisione anche Dzemaili (88,4% contro l’84,5% dell’anno scorso), mentre Inler è sugli stessi valori di un anno fa (86,5 contro 86,5). Sopra la soglia dell’87% di passaggi esatti il Napoli ha quest’anno cinque giocatori (escluso El Kaddouri che ha il 100% con 4 passaggi ma che non può fare ancora testo), mentre l’anno passato non ne aveva nessuno.

Chi costruisce – Inler è rimasto il principale facitore di gioco (50 palloni a partita, all’incirca come un anno fa). Subito dopo di lui viene Hamsik, che rispetto a un anno fa è più nel vivo, e tocca 6 palloni in media in più. E’ sua dunque una quota dei 29 palloni a partita che capitavano in media tra i piedi di Lavezzi: altri 20 sono invece di Insigne. E i 49 palloni che in media toccavano a Gargano? Trentasei a partita adesso li gestisce Berhami (36), e sono cresciuti anche quelli a disposizione di Zuniga (da 30 e 35) e Cannavaro (da 30 a 34). Tutto più o meno uguale invece per Maggio che ne toccava 30, e adesso ne gioca 29.

ATTACCO

Più tiri – Cavani cerca la porta più spesso (4,2 contro 3,5 a partita), stessa cosa per Hamsik (2,7 contro 1,6). E’ per l’assenza di Lavezzi? Probabile. Lo stesso Lavezzi tirava 2 volte a partita, e ora ci sono Insigne a 2,3 e Pandev a 1,4. E’ dunque la manovra del Napoli che porta più spesso a concludere.

Fattore – Per fattore intendo quello che fa succedere le cose, cioè il giocatore dal cui tocco di palla nasce una palla-gol. L’anno scorso era Lavezzi con 2 passaggi chiave in media a partita, davanti ad Hamsik con 1,6. Perso Lavezzi, il Napoli aveva dunque il problema di recuperare in altro modo quei due palloni chiave a partita. Come l’ha fatto? Uno in più viene da Hamsik, salito da 1,6 a 2,6. L’altro passa dai piedi di Insigne (1,3 passaggi chiave a partita).

Anche i dribbling del Pocho, la sua capacità di saltare l’uomo e creare superiorità numerica, sono ripartiti fra Marek e Lorenzinho. Il Pocho saltava l’avversario 2,5 volte a partita. Ora Hamsik è salito dall’1,1 di un anno fa ai 2 di quest’anno, e Insigne ne aggiunge di suo 1,7: il totale è 2,6. In fondo ci siamo.

E le punizioni conquistate? Ecco, qui siamo in deficit. Il Pocho guadagnava 3,1 falli a partita. Le cifre di quest’anno sono lontane. Insigne è fermo solo a 0,7: probabilmente per il lavaggio del cervello cui è sottoposto (passala, passala, passala); Hamsik è cresciuto ma non abbastanza (da 0,6 a 1,2). Il Napoli di quest’anno semmai conquista più calci di punizione in una zona diversa del campo, tanto è vero che l’azzurro più tartassato di falli è diventato Inler (2,6 a partita).

Il Ciuccio

[analisi su dati di quei fenomeni di Opta rielaborati da Whoscored.com]

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