De Laurentiis deve esonerare Mazzarri. Anzi, chiedo a Mazzarri di dimettersi. Walter, ti capisco: allenare è stressante, a Napoli più che altrove. Hai più di cinquant’anni, non vedi mai tuo figlio, fumi troppo, hai un sacco di soldi e non te li godi. Sei stanco? Bene, allora saluta tutti e torna a Livorno o dove ti pare. Anticipa il tuo anno sabbatico, accorcialo a sei-sette mesi, e vedrai che a maggio i presidenti faranno la fila per chiederti di tornare in panchina.
Il Napoli però ha bisogno di un allenatore pienamente convinto. Visto che non sappiamo giocare a velocità di crociera, servono stimoli e motivazioni al massimo per rendere al meglio ed evitare partitacce come quelle recenti. Se l’allenatore è il primo a non reggere più le tensioni (e le frequenti espulsioni lo dimostrano), non andiamo da nessuna parte.
Poi ho un’altra proposta. E’ ancora per De Laurentiis: prolunga subito il contratto a Mazzarri fino al 2015. Prometti acquisti immediati e di buon livello e affida a Walter una squadra rinnovata. Poi vediamo che succede.
Eh, sì, scusate ma non se ne può più. Ogni anno Mazzarri chiede giocatori e non li ottiene. Dopo ogni partita deludente, Walter allude alle carenze d’organico. E allora le possibilità sono tre.
1) Mazzarri si rompe le scatole e si dimette (ma non lo ha mai fatto, ha un contratto ricco…).
2) De Laurentiis si rompe le scatole ed esonera Mazzarri, stufo delle continue lamentele.
3) De Laurentiis cede e accontenta Mazzarri, che però a quel punto non avrebbe più alibi e sarebbe costretto a vincere (con ulteriore accrescimento dello stress…).
Sì, sono proposte contraddittorie, ma ho l’anima divisa in due. Insomma, qui rischiamo di restare in mezzo al guado. Non possiamo continuare così. Giochiamo sui nervi, ma siamo diventati fragili. Manca lucidità, voglia, gusto del gioco. Con Udinese, Chievo e Torino ci siamo aggrappati al golletto di vantaggio, senza riuscire a chiudere i match. Con Juve, Dnipro e Atalanta non abbiamo saputo rimediare allo svantaggio. La capacità di reazione è pochissima e sembra affievolirsi di partita in partita.
Come se ne esce? Con una scossa. Via Mazzarri, o Mazzarri tutta la vita.
Poi c’è la squadra. Troppi giocatori invecchiati, mosci e timorosi. Maggio e Pandev, in particolare, sono un disastro. Altri come Dossena e Aronica sembrano ex giocatori. In generale, la sicurezza di una maglia non fa bene. La retorica dei “titolarissimi” scava un solco e deprime gli esclusi. Ma nel caso nostro è una strada obbligata, perché i ricambi non sono all’altezza.
Bene, tra poco conosceremo i dati dell’ultimo bilancio.
A occhio, saremo largamente in attivo, quindi possiamo spendere. Evitiamo pacchi alla Vargas e puntiamo su giocatori affidabili, possibilmente scegliendoli in Italia. Mandiamo i giovani (tranne Insigne) a maturare e proviamo – per una volta – a tirare noi qualche sòla (esempio: Britos non lo vuole proprio nessuno?).
Sto dicendo cose confuse e un po’ sballate, lo so, ma qualcosa bisogna fare, non si può restare inerti davanti a questo lentissimo ma inesorabile dissolvimento. Siamo il Napoli, non possiamo fare la fine del cinepanettone. Quelli sono filmacci che non vuole vedere più nessuno. Ma il Napoli, un bel Napoli, lo vogliamo vedere tutti. E siamo sei milioni, se non sbaglio.
Giulio Spadetta