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E’ tornata la zona Mazzarri, scippo prodigioso di una disperata rincorsa

Nel selvaggio attacco finale, per recuperare il gol di Denis, col Napoli tutto avanti e l’Atalanta tutta nell’area, una palla scagliata nel mucchio da Santana viene deviata da Cavani in gol ed è il sudatissimo pareggio degli azzurri a Bergamo (1-1) alla fine dei quattro minuti di recupero. E’ tornata la zona-Mazzarri? Il Napoli si salva in extremis dopo avere dominato nel primo tempo senza concludere nulla e subito l’Atalanta nella ripresa, più volta pericolosa, una traversa di Denis, per cominciare, e poi il gol del Tanque a rendere drammatica la gara degli azzurri in maglia gialla da Tour de force.

In vista del recupero con la Juve di martedì sera al San Paolo e dopo la gran fatica contro il Manchester City, Mazzarri è costretto a fare un po’ di turn-over. Fuori Lavezzi e dentro Pandev, Dzemaili per Inler acciaccato, Zuniga per Maggio e Fernandez per far riposare Aronica. Ma il Napoli entra in campo con grande determinazione. L’Atalanta subisce e ha tutta l’aria di risparmiarsi per il secondo tempo quando le energie degli azzurri caleranno. La vivacità di Cavani e Hamsik fa volare il Napoli, ma non ci sono tiri in porta se si esclude un cross insidioso di Zuniga sul quale non si fa sorprendere Consigli sotto la traversa (19’). Proprio Zuniga, sulla fascia destra, è l’azzurro più scatenato. L’Atalanta chiude molto bene su Cavani (mobilissimo) e Hamsik così che, a sorpresa, è Dzemaili ad essere l’attaccante di punta! Si fa parare un tiro debole (12’), poi conclude alta una punizione (43’) e alla fine del primo tempo batte fuori una buona palla dopo l’errore di Manfredini (secondo minuto di recupero della prima frazione).

Il Napoli tiene in pugno il match con Denis nella morsa di Cannavaro, il piccolo Moralez pressato in ogni zona del campo, Gargano ardimentoso su ogni avversario, Zuniga che prende subito il sopravvento su Padoin e Peluso sulla fascia destra, le discese di Dossena a sinistra dove Schelotto delude e Masiello è in difficoltà. Pandev accenna ad entrare in partita con qualche giocata ma è evidente che non gioca da tempo. Dzemaili sembra molto attivo, ma mai decisivo spingendosi verso l’area atalantina. I bergamaschi badano a non subire danni. Denis è troppo solo avanti. Sulle fasce l’Atalanta subisce. Reggono la baracca Cigarini (gran partita) e Carmona davanti alla difesa. Il Napoli non impegna mai Consigli, ma sembra avere la partita sotto controllo. L’Atalanta ha una debole reazione alla fine del primo tempo, mentre calano Cavani e Hamsik che hanno corso molto.

La sorpresa viene dal secondo tempo. L’Atalanta non resta più a guardare e parte di gran carriera. Già un tiro di Carmona di poco fuori (46’) mette in allarme De Sanctis. Poi una conclusione alta di Padoin (51’). E la prodezza di Denis che coglie la traversa in rovesciata (59’). Ma era un errore di Campagnaro a dare via libera a Moralez. Con Cannavaro fuori tempo, Denis filava in gol (64’) sull’assist del piccolo argentino. Frittata. Il Napoli avrebbe avuta la forza di recuperare? Man mano, Mazzarri chiamava in campo i titolarissimi dalla panchina. Lavezzi per Pandev (62’), Maggio per Fernandez (68’), Santana per Dzemaili (74’). L’Atalanta si chiudeva a doppia mandata. Il rischio del Napoli che andava all’attacco era di scoprirsi alle spalle (73’ De Sanctis doveva uscire precipitosamente fuori area a respingere di piedi contro Schelotto e altri due nerazzurri pronti a colpire in contropiede).

L’assalto all’arma bianca del Napoli, senza più schemi, favoriva l’arretramento dell’Atalanta, tutti dietro la linea della palla, in nove in area di rigore. Non c’era mai un varco per inserirsi nell’area bergamasca. Era ormai una partita alla va o la spacca. Con Maggio e Zuniga a spingere a destra, con Santana a Dossena sulla sinistra, Lavezzi folletto centrale, un Hamsik più vivo, Cavani ovunque sul fronte offensivo e Campagnaro, dalle retrovie, a infoltire l’assalto contro il muro orobico. Solo una prodezza degli azzurri o una svirgolata dei bergamaschi poteva fruttare un gol miracoloso. Sui cross alti e bassi, la difesa dell’Atalanta aveva sempre la meglio. Colantuono immetteva forze fresche per resistere: Marilungo per Moralez (81’), Bonaventura per Cigarini (84’), Gabbiadini per un osannato Denis (91’).

Il finale era da assedio a Fort Apache. Con furia e mai con lucidità il Napoli si avventava ad abbattere il muro bergamasco. I guizzi di Lavezzi, una partecipazione più attiva di Hamsik, i movimenti di Cavani, la pressione continua degli azzurri sembravano non avere successo. Santana attaccava alla cieca, Zuniga e Maggio non riuscivano ad andare mai al cross radente. Tre minuti di recupero che poi diventavano quattro (ammonito il portiere Consigli per perdita di tempo). E proprio al 94’ il miracolo autentico del pareggio, l’abile tocco di Cavani sotto rete ed era 1-1. Così si salvava il Napoli che ha vinto una sola partita di campionato negli ultimi sei turni. Ma a Bergamo nessuno può scialare: campo imbattuto, appena tre i gol al passivo e Denis micidiale, sempre in gol da cinque gare e sempre capocannoniere (10 reti). La classifica azzurra piange (-9 dalla Juve capolista, -6 dal terzo posto della Lazio). E non c’è tempo per respirare. Martedì al San Paolo arriva la Juve che ha appena vinto sul campo della Lazio (1-0), unica squadra imbattuta del campionato, con la carica di quattro vittorie consecutive e un’aggressività da formazione affamata e dilagante. Sarà una notte memorabile. Il Napoli, bloccato al sesto posto, promette di non cedere. A Bergamo ha dato tutto. Il pareggio è stato uno scippo prodigioso, ma anche il premio alla disperata rincorsa negli ultimi dieci minuti. Il carattere non manca, la generosità non manca. Mancano le vittorie.

MIMMO CARRATELLI

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