Voglio parlare male del mercato del Napoli. E dico subito che Bigon deve dimettersi. Ora. Entro stasera. Basta, vattene. Ogni volta che sento la litania del “Siamo stanchi, è dura giocare ogni tre giorni” mi chiedo: E ve ne siete accorti mo che per reggere il doppio impegno occorreva ben altro mercato? Caro Bigon, spiegaci, a maggio pensavi che avremmo giocato ogni due settimane e invece poi hai scoperto l’amara verità?
Ripartiamo con un altro direttore generale, uno che abbia sufficiente carisma per imporre le sue scelte a De Laurentiis e Mazzarri. Guardate che un bravo allenatore non è necessariamente bravo anche a scegliere i giocatori. L’idolatrato Sacchi, ad esempio, nel valutare i possibili nuovi acquisti era un disastro.
Però ricomincio il discorso da Zuniga. Sì, perché lui è un raro esempio di “alternativa valida”. Non è un campione, ma è duttile, quando va in campo fa la sua parte, se non gioca non fa polemiche. Guardate come lo sta utilizzando Mazzarri: un po’ a destra, un po’ a sinistra, un po’ in panchina. Se avessimo altri giocatori come Zuniga staremmo a posto.
Invece no: Dzemaili è inguardabile, non si capisce in che ruolo giochi e cosa sappia fare. Se sostituisce Gargano non sa fare il mediano, se prende il posto di Inler non sa fare gioco. Ieri Mazzarri lo ha lasciato in panchina nonostante Inler fosse a pezzi. Non è stato un errore, Walter ha riguardato la partita di Bergamo, e deve aver realizzato che Dzemaili è proprio una pippa. Ci voleva un genio per capire quanto fosse inutile spendere sette milioni per un comprimario del Parma? Al Milan Nocerino è costato sei milioni, per noi era proprio impossibile prenderlo? Evidentemente sì, allora mi chiedo perché non ci siamo tenuti Pazienza e Yebda, anche loro non sono propriamente Xavi e Iniesta ma l’anno scorso furono utili. Li abbiamo lasciati partire senza rimpianti, e non capisco perché.
Paposcito Fernandez? Impresentabile. Troppo pettinato. E poi lento, ingenuo, timoroso, ieri non solo ha mandato in porta Pepe, ma due minuti dopo ha regalato un pallone alla Juve commettendo il classico peccato mortale del difensore: il passaggio orizzontale verso la trequarti. Un errore che non fanno più manco i ragazzi della Juniores. Forse migliorerà, tra un anno o due, nel frattempo è pronto per andare a farsi le ossa a Novara o a Catania.
Fideleff? Un’altra scelta assurda. Ai meno giovani ricorderà Truciolo, al secolo Enzo Avallone, compianto autore dell’immortale capolavoro “Ti chiami Africa”. Mazzarri, pur di non farlo giocare contro l’Atalanta, ha mandato Campagnaro a sinistra. Risultato: il povero Hugo per calciare un pallone col destro si è incartato su se stesso e ha avviato l’azione del gol di Denis.
Santana? Uno spompatissimo trentenne, carico di infortuni, dal ruolo indefinito, non può giocare in una squadra da Champions. Anche in questo caso, non ci voleva molto a capirlo.
Chavez? Boh. Non dico altro perché una volta l’ho chiamato clown e qualcuno si è offeso.
Britos? Vedremo. Secondo me era uno scarsone già prima dell’infortunio, figuriamoci in che condizioni sarà dopo un’assenza di tre o quattro mesi.
Donadel invece tornerà a gennaio. Va bene, non è colpa di nessuno se si è fatto male. Ma credere che un incontrista, dopo cinque mesi di stop, possa servire a qualcosa, è da illusi.
Parliamo anche delle riconferme.
Lucarelli? Per tutta l’estate abbiamo invocato l’acquisto di una prima punta vera. Invece no, “Noi crediamo in Lucarelli, si è meritato la riconferma”. Infatti, sta fisso in tribuna, se non direttamente sul divano di casa. Denis (anche al netto del suo momento magico) in confronto a Lucarelli è Careca.
Mascara? Una 32enne riserva del Catania ingaggiato da una squadra con ambizioni europee. Non aggiungo altro.
Grava? Se non è più in condizione di giocare annunciasse il ritiro, altrimenti qualcuno ci spieghi perché non è più utile.
Insomma, tra un mesetto riapre il mercato. Presidente De Laurentiis, dia un senso a questa stagione, indipendentemente dal risultato di Villarreal. E non si offenda se le dico: Cacc’ e Sord. Ha visto quanto sta pagando le scelte al risparmio, sue e del suo modestissimo collaboratore? Nulla è perduto, tutto può ancora accadere. Allora prenda adesso delle decisioni drastiche, perché nulla accade per caso.
Giulio Spadetta