Il secondo gol può rappresentare la sintesi generale della gara di ieri. A parte che uno schema vincente su calcio da fermo non lo ricordavo nemmeno più, ma mi piace sottolineare che i protagonisti dell’azione ammazza partita siano stati Inler, Dzemaili e Maggio. Infatti delle 12 reti realizzate dagli azzurri in campionato, è la seconda volta (la prima è capita con il gol di Maggio a San Siro su assist di Mascara) che non si verifichi la presenza dello zampino di uno dei nostri tre tenori.
Non è riduttivo dire che tutto ruota intorno alle loro mirabilie. La squadra è stata sostanzialmente costruita in modo che il nostro attacco potesse giostrare in quel che, secondo il mio parere, è la più bella miscela del campionato italiano. Si è costruita in modo che i famosi rincalzi non rompessero gli equilibri che lo zio Walter in questi due anni e mezzo è riuscito a creare come un puzzle perfetto. Le critiche di questo ultimo periodo hanno colpito un po’ tutti (a parte De Sanctis), ma nella realtà dei fatti, coloro che hanno reso meno del previsto sono proprio i tre davanti. E questo ha complicato la situazione, gravando singolarmente su tutti gli elementi in rosa.
Ciò che mi conforta più di ogni altra considerazione invece, è che il Napoli di ieri abbia vinto da squadra vera. Sì, il Pocho è stato incontenibile ed è ritornato al gol in campionato al San Paolo con un autentico do di petto, dopo un anno di astinenza, ma di quella miscela esplosiva è stato l’unico a brillare. Hamsik è ancora alla ricerca di se stesso e Cavani si fa apprezzare più per i contrasti a centrocampo come se fosse Benetti, che in zona gol, lui che fino a qualche mese fa era il signore incontrastato dell’area di rigore. Ma si sa, i risultati determinano le prestazioni, per cui delle altre due voci ancora rauche, si spendono giustamente parole e giudizi senza severità, in attesa dei gargarismi giusti.
Il Napoli però, senza lo slovacco e l’uruguaiano al meglio, ha surclassato l’ex capolista bianconera, sbrigando la pratica in mezz’ora rifilando due reti a quella che nei numeri era la migliore difesa d’Europa. Certo, l’assenza di Di Natale ha agevolato Cannavaro & Co., ma la sicurezza e la disinvoltura mostrata dal nostro muro a tre (diventando a cinque nella seconda frazione), avanti a colui che è diventato il miglior portiere nazionale, mi ha dato tanta fiducia. Abbiamo la seconda miglior difesa del campionato, capeggiata dal capitano che, senza sbavature, ha guidato alla perfezione l’intera linea; Campagnaro che a onor del vero in quasi tutte la partite è risultato uno dei migliori, si può dire che si è definitivamente messo alle spalle i disagi psico-fisici dopo la tragedia estiva(ieri nel pre-partita s’è dovuto pure sorbire un involontario colpo basso del Pocho) ed Aronica, di cui mi auguravo un avvicendamento estivo, ogni partita mi sorprende sempre di più. E se Inler e Dzemaili, positivi entrambi, ancora non riescono a dare il 100%, i due laterali sfrecciano come ossessi senza mai risparmiarsi e ripiegano e gestiscono quando la partita lo richiede.
La gara di ieri mi ha confortato al di la della vittoria, perché, finalmente, l’intera squadra ha iniziato a spiegare le ali senza che ci fosse il Manchester, il Bayern o il Milan di fronte, confermando che il Napoli c’è e ci sarà. E non oso immaginare cosa avverrà quando gli altri due tenori riprenderanno i loro meravigliosi acuti.
Forza Napoli Sempre
La 10 non si tocca
Gianluigi Trapani