Numeri alla mano, il Napoli ha tre punti in più rispetto allo scorso campionato. La classifica è troppo spesso bugiarda nei mesi iniziali del torneo, ma esiste un sistema per rendersi conto della misura dei risultati della compagine azzurra. Basta confrontare i risultati ottenuti lo scorso anno con le stesse squadre affrontate questa stagione e il conto è presto fatto: + 0 punti rispetto a Cesena e Chievo, ma tre punti in più conquistati contro il Milan (finì 1-2 nel 2010) . Insomma, per continuare a viaggiare ad un ritmo superiore rispetto all’anno scorso, potremmo prenderci persino il lusso di perdere o pareggiare (come fatto l’anno scorso in casa) contro la Fiorentina. Chiaramente ogni campionato ha una storia a sé, ma i numeri difficilmente ingannano.
Sarebbe stato importante muovere la classifica contro il Chievo, avrebbe portato gli azzurri a incrementare ancor più il vantaggio di punti rispetto allo scorso campionato (il vantaggio sulle altre squadre a questo punto del torneo è illusorio e bugiardo). Tanto più se il Chievo si presentava senza il suo giocatore simbolo, Sergio Pellissier. Eppure la rivoluzione mazzarriana non era un’idea balzana. Il tecnico di San Vincenzo ha certamente calcato troppo la mano, ha rischiato e gli è andata male. Ma guardiamo in positivo: nel filotto di partite che aspetta il Napoli fino alla sosta, la sfida contro il Chievo era l’unica chance per testare i nuovi arrivi e far accumulare loro minuti nelle gambe (ne hanno un disperato bisogno soprattutto Pandev e Santana). Ci aspettano Fiorentina, Villareal e Inter a San Siro, partite dove non sarà assolutamente possibile azzardare troppi esperimenti. Di ieri sera ci resta comunque l’ennesima conferma che questa squadra soffre maledettamente l’assenza di Lavezzi. Non perché il Pocho sia un fenomeno, ma perché è l’unico della rosa capace di saltare l’uomo e cambiare ritmo alla partita. Un problema che non si risolve né con Pandev né con Santana. Su questo punto, più che su altri, c’è da preoccuparsi seriamente (in estate mi permisi di vaticinare l’arrivo di Lamela, poi finito alla Roma, che ha caratteristiche simili al nostro Ezequiel).
Non male Fideleff, peccato abbia confermato le analisi degli esperti di mercato che parlavano di un giocatore «ottimo con il piede sinistro, ma una sciagura con il destro». Fernandez è solo acerbo, restano le perplessità sul passo di gamba che non è perfettamente idoneo alla difesa a tre. Dzemaili si conferma ancora una meteora e Gargano, come scrisse qualcuno, dimostra per l’ennesima di essere un buon geometra di centrocampo ma non può fare l’ingegnere.
Ci siamo presi il lusso di perdere facendo però un buon investimento per il futuro. È mancato poco e ci andava pure bene. Ma non disperiamo. La strada è ancora lunga e sarebbe ingrato esprimere già giudizi definitivi. Calma, pazienza e determinazione. Fiorentina, stiamo arrivando! (al completo si spera..).
di Valentino Di Giacomo
Rivoluzione Mazzarriana esagerata, ma non sbagliata
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