Qui Verona, città dell’amore e della cultura. Dell’amore perché se vuoi stenderti su una panchina, non puoi, è sprangata a metà per impedirtelo, magari non a te, turista benestante, ma ai barboni sì.
Della cultura perché c’è Giulietta, che l’ha inventata un inglese, collocandola in una città di mare. Come dire: “Il mare non bagna Afragola”. I veronesi si distinguono dai napoletani perché dicono Afràgola, un abisso, vero? Della cultura perché delle memorie dei Celti non c’è un sasso che renda un euro. C’è però l’Arena, che è romana, c’è Verdi, che è emiliano, c’è l’Aida, che addirittura è extracomunitaria!
Della cultura perché in piazza Brà, lo scrigno della Città, si sono svolte gare di auto che al posto delle ruote avevano forme di grana. Per il Guinness dei primati. Primato di che cosa, boh!
Qui Verona, mattinata limpida e soleggiata, nitide si ergono le montagne. Chievo, quartiere di duemila anime, giace tranquillo nei pressi della Diga, spartiacque dei suicidi pedemontani da quelli cittadini.
Il prode tifoso napoletano che arriverà allo stadio forse troverà un grande cartellone pubblicitario coperto da teli neri. Il Bentegodi è in comune con l’Hellas Verona. L’Agsm, la ricca e potente azienda municipalizzata dell’energia, ha sponsorizzato, auspice il sindaco Tosi, il mediocre Hellas Verona di serie B con settecentomila euro. Uno scandalo e una discriminazione, con i soldi delle bollette dei cittadini. C’è un esposto alla Magistratura. E il Chievo, quando gioca in casa, lo oscura.
Si tace perciò oggi la tromba di Giulietta ed il suo suk di paccottiglia turistica.
Si tace il giornale cittadino “L’Arena” che dedica sempre il doppio dello spazio al Verona, per soddisfare la sua turbolenta e razzista tifoseria. Quando si giocava un Verona-Napoli, iniziava dal lunedì, a ricordare scontri del passato, retrocessioni per dolo, offese all’inesistente Giulietta, così per tenere tranquilli gli scalpitanti zoccoli degli Ultras veronesi. L’Arena, la Gazzetta Ufficiale di Verona, Città dell’Amore.
Chievo – Napoli di stasera non si carica quindi di alcun significato extracalcistico. Bisognerà solo stare attenti, arrivando allo stadio, a qualche cane sciolto (del Verona) di passaggio. Ci sono, sì, i sei punti persi l’anno scorso, ma non gridano vendetta. Siamo noi che ancora ci mangiamo le mani per l’occasione persa.
Giochiamo solo per i tre punti, cinicamente, senza esaltare i poeti di Eupalla. Tre punti per tenere distanti i ricchi scemi. Tre punti per ritemprare fisicamente la squadra, perché vincere non stanca, ché la consapevolezza funziona molto meglio delle anfetamine. Vincere per ragionare ad alta quota, che è quello che auspico. La scaramanzia mi fa venire il sangue dal naso, perché tradisce un inferiority complex. Lo scudetto non è un colpo di sedere, né una grazia ricevuta, è il risultato di una serie di azioni positive che annullano i casuali incidenti di percorso ed esaltano le eventuali circostanze fortunate.
Se fosse contemplato dal regolamento, stasera mi accontenterei di vincere 1 a 0,999!
E allora, tifosi Napolisti, benvenuti nella Città dell’Amore (mio per voi!).
Arturo Cioffi
P.S. Le mani sulla foto di Giulietta appartengono al Tesserato (ricordate?) e la foto la mandò lui con tannto di sciarpa biancazzurra al collo