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Cosa scrivono i giornali inglesi del nostro Napoli

Diamo un’occhiata a cosa scrivono oggi i quotidiani inglesi sul Napoli.

Apriamo col Daily Telegraph che in un articolo pubblicato da Steve Wilson parla di un Napoli che verra’ a giocare il ruolo della sfavorita, nonostante abbia tra le sue fila un attaccante prolifico come l’uruguaiano Cavani e giocatori del calibro di Goran Pandev, ex-interista. Mazzarri dice “Sono curioso di vedere cosa possiamo combinare contro una squadra così attrezzata”.

Molto guardingo e’, sul Guardian e sul Manchester Evening Standard, il difensore ex-Arsenal Gaël Clichy che invita i suoi compagni debuttanti in Champions a controllare l’aggressivita’ agonistica per avere successo nell’èlite del calico europeo. “Il Napoli, continua il difensore, avra’ assegnati falli a favore che in Premier League non sarebbero fischiati. Bisogna stare attenti a questo aspetto”. Ed ancora Gaël esalta le doti di un giocatore come Kolarov, capace di aggredire ed essere pericoloso con le difese disposte a tre come quella partenopea. Schieramento che pero’, continua, puo’ rivelarsi problematico per il City quando il Napoli si schiera (come fa’ a volte la squadra di Mazzarri, continua il francese) col 3-5-2, non essendoci squadre inglesi che giocano con un modulo simile.

Il francese bacchetta chi superficialmente liquida il Napoli come la cenerentola del Gruppo A, ricordando che se e’ arrivata alla fase a gironi e’ comunque una squadra qualitativamente da prendere in considerazione.

The Independent si domanda, a firma di James Lawton, se Agüero puo’ essere per il Manchester City cio’ che Maradona fu’ per il Napoli. E gia’ si da’ una risposta: sì, lo e’ gia’.

Sara’ difficile immaginare che il Napoli riesca, nonostante l’intelligente guida del suo playmaker Marek Hamsik, a fare molto meglio delle precedenti vittime degli Sky Blues in Premier League. Le prove di cio’ sono troppo schiaccianti.

Mancini sul Times, in un articolo di James Ducker, nonostante qualche dubbio in difesa, con De Jong che non dovrebbe farcela e con gli stessi Milner e Barry in forse, uniti ai dubbi a centrocampo legati a Nasri e Zabaleta richiama lo spirito della grande squadra, costruita in modo da poter contare su una rosa per competere ai massimi livelli in tutte le competizioni. Pur se i match di Champions assorbono notevoli quantita’ di energie nervose il Manchester City ha la forza e la capacita’ di affrontare qualsiasi difficolta’. Niente scuse, insomma.

Diciamo che, almeno per ora, i media non si soffermano esageratamente sull’analizzare l’aspetto puramente tecnico della partita (fatta eccezione per l’analisi di Clichy). Piu che altro l’attenzione e’ catalizzata sul Kun Agüero e sulla possibilita’ che faccia da catalizzatore e guida del nuovo corso del Manchester City di Roberto Mancini. Per ora e’ entrato nel calcio inglese col piglio giusto. Lo rimarca anche Amy Lawrence, nell’editoriale “multimediale” (in podcast) sul sito del Guardian, mettendo in risalto il fatto che mai un calciatore latino e’ riuscito a cominciare l’avventura in Inghilterra in un modo piu’ convincente di quello di Sergio Agüero. Quattro presenze, sei goals.

I timori sono, nelle analisi di alcuni giornalisti nella assenza totale di esperienza nella massima competizione continentale. Se noi manchiamo dalla, allora, Coppa dei Campioni da 21 anni il Manchester City non la gioca da ben 43.

Giulio Ceraldi

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