Ha cominciato qualche giorno fa (11 agosto) con poco meno di 300 followers, quelli che pendono dalle labbra del campione di turno affinché dica dov’è, che fa, cosa ha mangiato, cosa ha visto e come si trova. Oggi ne ha quasi quattromila di amici su Twitter Pocholavezzi e sta riuscendo in quella che sembrava un’impresa fino a qualche giorno orsono: stabilire un contatto diretto con i tifosi.
Dove non riesce il Napoli, un po’ per motivi di ordine pubblico, un po’ per tenere tranquilli i giocatori, un po’ per centellinare le apparizioni, riesce la realtà virtuale. E così tutti si sentono più vicini al Pocho. Che racconta del doppio allenamento, della cena con Britos, Fernandez ed amiche, del caldo che fa a Castelvolturno. Su Twitter è un incitamento continuo a mettere energia e a chiedergli di restare a Napoli. Evviva il Pocho. Ma non solo.
Facebook già in soffitta? Non so. Il fatto è che Twitter è più diretto ed evita tutti quei condividi e giochini scemi che lo hanno invaso secondo me snaturandone il senso iniziale. Il social network del cinguettio sembra molto più immediato e ti fa sentire virtualmente più vicino al campione. Sei certo (?!) che il tuo messaggio sarà letto. Il Pocho, come tanti altri lo hanno capito et voilà, tutto dimenticato. A ferragosto il campione si allena e gli altri a casa. Come riconquistare il cuore della gente grazie al sudore e in attesa del primo gol. “Buen dia a todos empezando el dia con un doble turno #q dura es la manana para mi !!”. Dura la vita del Pocho.
Paolo Carafa
I campioni scelgono Twitter (vedi Lavezzi) e così hai l’illusione di essergli vicino
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