Ci sono grandissime possibilità che saltino le prime due giornate della Liga, quella del 20-21 agosto e la seguente. Il motivo? Lo sciopero convocato dalla Afe, il sindacato dei calciatori spagnoli, per protestare contro il trattamento ricevuto dalla Liga.
I NUMERI — In questo momento i club spagnoli di prima e seconda divisione devono ai giocatori qualcosa come 50 milioni di euro per mensilità arretrate. Cifre spaventose, ma la Lfp continua a ignorare il problema e le richieste della Afe, e si è arrivati allo strappo.
SOLIDARIETÀ — per annunciare lo sciopero e sensibilizzare tifosi e opinione pubblica la Afe questa mattina aveva convocato i giornalisti in un hotel di Madrid. Ad accogliere la stampa c’erano non meno di 103 calciatori, oltre al presidente delle Fifpro, l’italiano Leo Grosso qui anche a nome di Damiano Tommasi, presidente dell’Aic, e ai rappresentanti dei sindacati di Germania, Francia , Olanda e Portogallo. L’aereo che ha riportato la Spagna a Madrid da Bari è atterrato alle 4 di mattina, oggi è giorno di allenamenti, gare amichevoli e domenica c’è l’andata della Supercoppa tra Real e Barça. La cosa non ha impedito a Casilllas, Xabi Alonso, Mata, Llorente, Javi Martinez, Cazorla e Negredo, tutti in campo ieri a Bari, di presentarsi alla riunione. Con loro anche Carles Puyol, venuto apposta da Barcellona, e poi i volti meno noti o semisconosciuti del calcio spagnolo, gente che magari guadagna un centesimo rispetto a Cristiano Ronaldo o a Leo Messi e che rischia anche di non ricevere quanto gli spetta.
LE PAROLE — “La situazione è molto complicata – ha detto Casillas, capitano della nazionale e del Real Madrid –. Da parte nostra c’è la massima solidarietà verso tutti coloro che stanno vivendo una situazione incredibilmente difficile. Il nostro appoggio è totale, e posso dire tranquillamente che se le cose non cambiano non si gioca. Lasciamo tutto in mano alla Afe ma ad oggi vedo difficile che si trovi una soluzione, e di conseguenza vedo difficile che si possa giocare”. Più chiaro di così…
LE RICHIESTE — Va trovato in 8 giorni un accordo che non è stato raggiunto in quasi un anno e mezzo di trattative. “Sono 17 mesi che cerchiamo di trovare un compromesso con la Liga – dice Luis Rubiales, ex compagno di Tommasi al Levante e come lui presidente del sindacato calciatori –. Non ci hanno mai ascoltato, hanno cambiato le carte in tavola, hanno annullato accordi già presi e il 3 agosto scorso hanno deciso, unilateralmente, di creare un fondo di garanzia di 10 milioni di euro a stagione per le prossime 4 stagioni da destinare ai giocatori non pagati. Una cifra che è palesemente insufficiente. Considerando i 40 milioni complessivi stanziati dalla Lfp per i 4 anni da qui al 2015, ne restano già fuori 10 del debito attuale, al quale andranno sommati i milioni di nuovi debiti che si accumuleranno in queste stesse 4 stagioni. Perché se non cambiano le regole e le leggi il debito continuerà a crescere. Noi chiediamo che, come succede nel resto d’Europa, una squadra insolvente perda il diritto ad iscriversi al campionato. La Spagna è l’unico Paese dove i giocatori non vengono pagati e i club continuano a esistere senza problemi di sorta”. Il problema è enorme, così come la solidarietà. Vediamo ora cosa risponderà la Liga.
Filippo Maria Ricci
(gazzetta.it)