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Non voglio fare la fine della Fiorentina di Della Valle

Un tempo c’era solo Venglos a gestire la procura di Marek. Un gentiluomo simpatico solo per il fatto di portare nel nome l’assonanza con Pangloss, il maestro del Candido di Voltaire che insegnava ottimismo. Da quando sul campione slovacco si è fiondato Raiola abbiamo iniziato a tremare e, a quanto pare, con giusta ragione. Mino Raiola è quello dei “mal di pancia” di Ibra che hanno permesso all’attaccante svedese di passare prima dall’Inter al Barcellona per poi tornare a Milano sull’altra sponda: insomma il re dei mercenari. Niente di male perché è lecito, anche se l’etica è proprio un’altra cosa. E adesso ci troviamo impelagati noi con il manager italo-olandese e le dichiarazioni di Marechiaro che preparano il terreno a scenari che possiamo facilmente immaginare. Nel modo in cui si sta profilando questa ennesima telenovela estiva non c’è da aver paura di perdere Hamsik quest’anno. Il Milan difficilmente potrà svenarsi per comprarlo e DeLa non credo sia così improvvido da venderlo alla vigilia di un’annata che vedrà il Napoli in Champions. Le parole di Marek portano invece a pensare che siano strumentali soltanto ad un aumento di ingaggio: oggi si fa così ed è inutile far riferimento ai soliti discorsetti moralistici, purtroppo tocca farci l’abitudine..
I problemi sorgeranno tutti il prossimo anno, dopo un altro campionato e, soprattutto, l’esperienza in Champions. I prezzi dei cartellini dei nostri campioni saliranno vertiginosamente se questi sapranno confermare quanto di buono fatto sino ad ora. E il DeLa potrà facilmente vacillare.
Per quest’anno invece, al momento, il direttivo azzurro si sta accontentando soltanto di non vendere i big: non è poco ma neppure tanto. Anche se trovarsi in Champions avrebbe dovuto spingere la dirigenza partenopea a puntare calciatori molto più affermati dei vari Rosati, Dzemaili, Donadel o Fernandez. È questo l’anno decisivo che può porre le basi definitive per far compiere il salto di qualità al club azzurro da squadra di vertice italiana a una dimensione più stabilmente europea. E invece niente. Si continua con un tetto ingaggi medio-basso e ad inseguire calciatori in via di consacrazione ma non ancora affermati. Nessuno chiede che DeLa ci metta soldi di tasca sua (non sarebbe neppure giusto) ma qualche sforzo in più sarebbe giustificato dall’appeal che il Napoli riesce ad avere con i propri tifosi. Tra stadio, tv e merchandising il club partenopeo è tra le prime quattro in Italia e con ancora ampissimi margini di crescita. Troppo sparagnina appare la tattica del DeLa, anche se a più di un mese dalla fine del calciomercato è ancora presto per sbilanciarsi. Il Napoli, inutile illuderci, non è al momento un top club e per sembra che non ponga neppure le basi per esserlo. Non meravigliamoci allora delle dichiarazioni di Lavezzi e Hamsik. Al primo Luglio 2011 sembra di assistere alla riedizione della Fiorentina dei Della Valle: per qualche anno in Champions per poi ridimensionarsi abbastanza velocemente. Manca quel salto di qualità che ci possa far pensare diversamente, se hai difficoltà a prendere Inler (che non è Neymar) qualche problema di fondo c’è. Sarebbe più giusto alzare anche di poco il tetto ingaggi ai top player azzurri. DeLa convochi Cannavaro, Maggio, Lavezzi, Cavani e Hamsik e gli riconosca un incentivo maggiore. Non si altererebbe nessun equilibrio nel gruppo perché quando un campione ti fa vincere le partite (con premi in denaro annessi) è sempre ben voluto. Ho paura (tanta paura) che certe impuntature della dirigenza possano portare dei “mal di pancia” anche nel gruppo azzurro. E se male si parte, male si arriva. Ma che possiamo farci? Spero di sbagliarmi e, ritornando a Pangloss, c’è da augurarsi che «tutto sia per il meglio».
di Valentino Di Giacomo

P.S. Solo per essere un po’ più concreto faccio alcuni nomi che alzando un po’ il tetto ingaggio sarebbero alla portata del Napoli per fare un piccolo ma importante salto di qualità: Chivu (2 milioni e 700 di ingaggio), Vucinic (2,5 milioni), Vidal (2,2), Alvarez del Velez (2), giocatori che sono in via di sbarco dai propri club ma che con i chiari di luna che offre il Napoli non avranno mai voglia di venirci anche se si è in Champions. Se non si pongono le basi quest’anno sarà quantomeno fortunoso riuscire a farlo in futuro quando nell’Europa che conta accederanno solo tre squadre.

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