I veri riformisti sono quelli che portano a casa la pagnotta.
Più o meno e stato questo il mio pensiero sulle spiagge di Maiorca – per inciso anche qui tifosi azzurri ben presenti riconoscibili dai teli mare di ordinananza – mentre osservavo quei massimalisti dell’ACS evaporarsi sotto i colpi di calciomercato messi a segno dal Presidente.
La batosta e’ stata cosi’ forte che anche l’annuncio del ripescaggio di Lucarelli e’ passato in pratica sotto silenzio, per cui forse e’ possibile adesso ragionare un attimo serenamente.
Finora la campagna acquisti ha presentato diversi meriti, a cancellare un paio di errori commessi l’anno scorso. In primis si e’ pescato sagacemente dal mercato degli svincolati, colpevolmente ignorato finora, in secundis si e’ messa a disposizione del tecnico la nuova squadra fin dal primo giorno di ritiro, cosa fondamentale visto che il perfezionismo del nostro mister lo induce a non schierare giocatori solo quando hanno assimilato gli schemi.
Personalmente ho al momento tre perplessità. La prima e’ la rinuncia a Yebda, non un campione ma un buon giocatore di serie A. La seconda e’ il prezzo di Britos, a mio parere spropositato e la terza il re-ingaggio di Lucarelli a scapito di Trezeguet.
Insomma sebbene la base di partenza sia migliorata rispetto all’anno scorso non abbiamo eliminato a mio parere uno dei difetti maggiori del Napoli, cioe’ l’incapacita’ di cambiare modulo, cosa che ci ha fatto soffrire anche contro squadre tecnicamente inferiori ma ben disposte.
E’ quindi un Napoli pienamente mazzarrian-collettivista-operaista, una sorta di catena di montaggio del pallone dove ognuno ha il suo ruolo e se si fa la pausa caffe’ ha chi lo sostituisce nel fare le medesime cose nel medesimo modo.
Certo il modello mazzarriano piu’ che fordista e’ toyotista, con la ricerca maniacale della qualita’ totale ma bastera’ di fronte a squadre dotate di assoluti artisti della pelota, di impenitenti individualisti del pallone?
Riuscira’ l’alleanza riformista-operaista di De Laurentis e Mazzarri a conquistare il campionato?
di Eugenio Angelillo
E’ un Napoli operaio più Toyota che Ford
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