Sig. Marek Hamsik,
resto basito dinanzi alle sue dichiarazioni. Ho idolatrato la sua timidezza, la sua serietà, ma sono rimasto sbigottito dinanzi a stucchevoli silenzi che sembrano celare codardìa e ingratitudine. Sono deluso e aspetto una smentita. Vivo adeso alla sensazione che in un calcio di opportunismo non debbano esserci lacerazioni mediatiche così evasive.
Non seguono il suo stile, non sono nello stile del vecchio Emerson, tantomeno in quello del signor Venglos, ma credo appartengano più ad un paesanotto simil-compaesano che si spaccia soggetto Internazionale perfino camuffando gli accenti. Mi dispiace ma il soma detta legge.
Non sono però le interviste slovacche a ferire il nostro pubblico, ma le conseguenze. Sia chiaro, lei può andare dove vuole. Il progetto Mino-Milan è geniale: Vilà, Van Bommel, Ibrahimovic, efficaci espressioni di mercato finalizzate a ridurre il prezzo di un giocatore. Mediazione e procura sono attività diverse, per me queste rasentano l’illecito.
Ma del resto questo paese è stato strutturato seguendo questo sistema, ora perfino in “Rosa”, visto che non c’è più un equilibrato “Candido” direttore.
Stia sereno Sig. Hamsik, perché i soldi per comprarla non saranno prelevati dalla Banca Rasini, com’è successo per i tre olandesi di epoche dimenticate.
Storie che appartengono al passato.
Lei è sotto contratto, come le sue gambe, le sue interviste, le sue uscite, i suoi diritti d’immagine, non può condizionare il suo valore economico gravando su un’azienda in attivo.
E forse non ha nemmeno pienamente compreso cosa sia il calcio da queste parti.
Doveva smentire, lo stallo negli scacchi interrompe la partita,senza vincitori, né vinti.
Non me ne voglia, lei nello scacchiere di Mazzarri soffre l’assenza dei suoi inserimenti, forse il suo talento è quasi sprecato. Abbiamo altri problemi; questa città non teme i ricatti camorristici sulla monnezza dorata, non teme i ricatti della Lega verde, né che il nostro Presidente abbocchi come quelli crollati in serie cadetta per capricci di cafoni baresi.
Con questa operazione ha fatto perdere valore ai nostri abbonamenti, ridotto l’affluenza di pubblico nel nostro stadio, fatto perdere 70€ a chi ha fatto sacrifici per comprare la sua maglia personalizzata ad un figlio, ha destabilizzato la forza sportiva di questa città e paradossalmente condizionato perfino il mio quotidiano lavoro.
Sono adirato, incazzato.
Lei è una persona seria, il pubblico l’ha difesa nei suoi momenti bui, difficili, nei suoi errori tattici per alcuni versi irritanti. Non me ne voglia è un grande atleta.
Sig. Hamsik, non rischi di divenire logorio mediatico, lei non assomiglia a Mario e Zlatan.
Ma noi restiamo sereni di un sano progetto tattico, che non significa debiti e truffe mediatiche. E la storia la conosciamo, le bandiere nel calcio non esistono, come i campioni…
Cerchi di non perdere la sua cresta nella nebbia, perché Aurelio potrebbe obbligarla a inaspettate direzioni alternative.
Saluti
Domenico Serra
(lettera al Napolista)
Stucchevoli silenzi e le interviste non smentite
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