NAPOLI — Il 10 aprile del 2010 Antonio Lo Russo era ancora un uomo libero. L’accusa di associazione mafiosa e traffico di droga lo avrebbe raggiunto e costretto alla latitanza circa una settimana più tardi, ma quel giorno poteva tranquillamente farsi vedere in giro da chiunque. Era domenica, e lo videro in sessantamila, mentre dai bordi del prato del San Paolo assisteva a Napoli-Parma. Non era ancora latitante, Antonio Lo Russo, ma non basta questo a spiegare la presenza del figlio di uno dei più potenti camorristi di Secondigliano in un’area accessibile soltanto a steward, forze dell’ordine, fotoreporter e tesserati delle squadre in campo. Che cosa ci facesse lì se lo chiedevano i carabinieri della compagnia di Castello di Cisterna, che sui Lo Russo indagano da tempo, già in una informativa del 16 giugno dell’anno scorso inviata alla Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Riferivano informazioni confidenziali e parlavano di flussi anomali di scommesse proprio su quel Napoli-Parma. Uno scenario all’epoca non approfondito dalla Dda, che scelse di trasmettere alla procura della Federcalcio la documentazione raccolta. Ma che adesso si ripropone sotto una nuova luce, e porta all’apertura da parte dei pm antimafia di un fascicolo proprio su ciò che successe al San Paolo quel 10 aprile. Perché ora non c’è più soltanto la fonte confidenziale dei carabinieri a dire che Antonio Lo Russo era a bordo campo, ma anche un’immagine dell’agenzia Ansa (scattata dal fotografo Ciro Fusco). Lo Russo è appoggiato a un cartellone pubblicitario, indossa un giubbotto senza maniche e osserva il gioco. Una scena sconcertante che il Napoli, pur interpellato, non spiega, nonostante anche il sindaco Luigi de Magistris si dica «meravigliato che la società conceda a certa gente di stare a bordo campo» . Certo, la cosa in sé non è reato, ma la riapertura dell’indagine è dovuta anche a tutto il resto che i carabinieri riferiscono dopo averlo appreso da un confidente l a cui attendibilità, già ritenuta «ampiamente provata» dagli investigatori, si conferma proprio grazie alla foto. I carabinieri scrivono di essere venuti a conoscenza «del fatto che molte persone riconducibili ai clan Lo Russo e degli Scissionisti, tra il primo e il secondo tempo abbiano effettuato svariate scommesse con puntate piuttosto elevate sulla vittoria del Parma» . E la partita si chiuse davvero con il successo degli ospiti (3-2), ma alla fine del primo tempo, quando ci fu l’impennata di giocate, era il Napoli a essere in vantaggio (1-0). Ecco perché la procura intende rimettersi a indagare, e ora è probabile che anche il procuratore federale Stefano Palazzi ripeschi quel fascicolo che gli fu trasmesso quasi un anno fa (luglio 2010). Di sicuro lo faranno i magistrati di Napoli, e la loro inchiesta andrà ad aggiungersi ad altre due già aperte sulle scommesse legate al calcio: quella nata da un’indagine sulla camorra di Castellammare di Stabia e quella del pool reati da stadio, appena avviata ma che già potrebbe avere qualche nome iscritto nel registro degli indagati.
Fulvio Bufi (Corriere della Sera)
Riaperta l’inchiesta per la presenza di un Lo Russo a bordo campo in Napoli-Parma
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