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Maroni: via le gabbie dagli stadi entro il 2012

«Se si continua così, raggiungeremo presto l’obiettivo di togliere gabbie e reti dagli stadi entro la fine del prossimo campionato come avviene in alcuni Paesi europei: siamo sulla buona strada». Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, entra nel clima del calciomercato estivo, fatto di progetti, ma anche di promesse. La novità di giornata presentata dal titolare del Viminale è l’evoluzione del programma della «tessera del tifoso» che finisce nelle mani delle società, nella speranza che finisca anche in quelle dei tifosi: abbonamenti e biglietti per le trasferte potranno essere acquistati infatti solo da chi possiede la tessera. Andare in trasferta senza la carta sarà praticamente impossibile: i biglietti per il settore «ospiti» saranno venduti soltanto a chi ha la tessera e non risiede nella regione della squadra ospitante. In quest’ottica non è un’utopia pensare a stadi «bonificati», anche se le proteste non mancheranno, come in passato: «Abbiamo resistito al tentativo di bloccare la diffusione della tessera —spiega Maroni—accusata addirittura di ledere i diritti civili. Ora vogliamo creare rapidamente strutture che siano aperte, senza barriere e distinzioni, in cui prevalga solo il tifoso vero. Ci manca ancora un tassello, quello degli stadi di nuova generazione gestiti in prima persona dalle società». Più che un tassello per ora è l’intero mosaico (compresa la legge sugli stadi) a mancare: solo la Juventus da quest’anno avrà il suo impianto, senza barriere, con il primo spettatore ad appena 7,5 metri dal campo di gioco. Anche a Udine sono state eliminate le divisioni. Ma negli altri stadi, ulteriormente strutturati per la sicurezza al loro interno per effetto del decreto Pisanu, sarà difficile adeguarsi: «È un obiettivo importante — ha rilanciato il presidente della Figc, Giancarlo Abete —che sposa la filosofia dello stadio di tutta Europa. Anche le indicazioni dell’Uefa vanno in questa direzione. Ora serviranno stadi più funzionali e una rivoluzione culturale nel rapporto con le tifoserie ». Maroni ha ricordato che dalla morte dell’ispettore Raciti (Catania-Palermo, 2 febbraio 2007) c’è stato un calo dell’81% di feriti tra le forze dell’ordine, del 58% tra i tifosi e una diminuzione del 35% degli agenti destinati alla sicurezza delle partite. I vecchi stadi italiani (età media superiore ai 60 anni) non brillano però per accoglienza e libertà di movimento. Per i Radicali «Maroni annuncia le nuove follie fondate sulla discriminazione a base territoriale». Per Paolo Cento di Sinistra e Libertà «si criminalizzano le tifoserie mentre gli stadi sono sempre più vuoti». Svuotare e normalizzare potrebbe anche essere un percorso virtuoso. Il problema sarà poi tornare a riempire gli impianti. Finché rimarranno i vecchi stadi di sempre sarà dura chiudere il cerchio in modo vantaggioso per tutti.

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