Comunque lo si guardi il caso di Hugo Campagnaro, il calciatore del Napoli coinvolto in Argentina in un incidente stradale nel quale sono morte tre persone (una poliziotta, una guardia carceraria e un amico del difensore) è di straordinaria gravità. Lo è in sé, per la morte di tre persone, per la vita dell’uomo Campagnaro, per la sua vita professionale futura, per le conseguenze sul Calcio Napoli e su quanti hanno finora guardato a lui come un modello positivo.
Al momento non appare neanche sicuro al 100% che Campagnaro fosse alla guida del SUV che ha causato l’incidente, né l’ubriachezza dello stesso, pur asserita da alcuni testimoni. E’ evidente che al momento, innanzitutto per il ragazzo, lo scenario più desiderabile è l’archiviazione del caso dal punto di vista penale ma è bene prendere in considerazione anche le peggiori tra le conseguenze possibili.
Se dovesse confermarsi l’incriminazione del calciatore per omicidio colposo, aggravata eventualmente dallo stato di ubriachezza, Campagnaro per la legge argentina rischia una pena minima di due anni di carcere. E’ imprevedibile, ma non è da escludere, che, nel breve termine, l’eventuale incriminazione possa portare al ritiro del passaporto del giocatore che, di conseguenza, potrebbe ritardare o annullare il rientro in Italia quando tra circa un mese dovrebbe riprendere la preparazione per la stagione 2011-2012.
Lo scenario di un Campagnaro impossibilitato a tornare in Italia per motivi penali è estremamente grave ma non è il più complesso. In questo caso, di fatto, la SSC Napoli, passerebbe ad essere parte lesa rispetto al proprio tesserato. Tale scenario più negativo libererebbe la SSC Napoli dall’incertezza se solidarizzare e come col proprio tesserato, lasciando semmai ai compagni di squadra la possibilità di stare vicino all’amico.
Lo scenario più complesso è quello di un Campagnaro incriminato, quindi con ogni probabilità colpevole di aver guidato in stato di ubriachezza causando la morte di tre persone, ma non impossibilitato, almeno in attesa di giudizio, a riprendere la propria vita professionale di calciatore apprezzato da tutti. In questo caso si porrebbe un problema di difficile soluzione nel riproporre come idolo delle folle un uomo accusato di uno di quei crimini sui quali un calciatore amato da milioni di persone deve e può esercitare un ruolo didascalico. Se dovessero essere confermate le responsabilità del calciatore ci sono molti motivi per i quali non sarà possibile far finta di nulla.
Sarà particolarmente difficile allora scegliere il crinale comunicativo sul quale evitare di affondare l’uomo, che sta sicuramente vivendo un’esperienza distruttiva, ma comunicare chiaramente la dissociazione rispetto al comportamento e a quanto eventualmente commesso dello stesso. Chissà, forse lo stesso Campagnaro potrebbe essere coinvolto in programmi educativi sulla sicurezza nelle scuole, ma di certo la SSC Napoli (e la città di Napoli) non possono permettersi di chiudere un occhio.
di Gennaro Carotenuto
di Gennaro Carotenuto
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