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Fermate il mercato, voglio scendere

Inler e Criscito sicuri. Anzi no, il presidente ha detto che costano troppo, la pista si chiude. No, contrordine, si riapre, Bigon ha incontrato i procuratori. No, ci ha solo parlato al telefono, in realtà è in Francia per chiudere la trattativa Sissoko, però non è quello della Juve sempre ciaccato, ma un altro che si chiama Momo. Bigon in Francia? Ma quando mai, pare invece che sia in Inghilterra per convincere Palacios, no-no, sta a Parma per l’affare Dzemaili. Intanto Donadel ha firmato, anzi quasi, ma tanto è svincolato, e Santana è in arrivo, contratto di tre anni, anzi no, cioè viene ma non subito, il Napoli deve prima vendere Sosa, lo vuole il Panathinaikos, ma ha richieste anche in Germania, hai capito il Uallarito, ha mercato perfino lui, allora figuriamoci Hamsik…

Vi prego, chiamate la Neuro, qualcuno mi fermi, fate qualcosa, altrimenti vado avanti così fino al 31 agosto e scrivo un papiello terrificante. Sì, perché io sono malato di calcio, ma il mercato mi fa uscire completamente pazzo. Il momento in cui accuso i sintomi più acuti comincia subito dopo il campionato e finisce alle 19 di quel maledetto giorno, il 31 alle sette di sera, l’ora in cui quello che è fatto è fatto e puoi pure togliere tuttomercatoweb.it dai preferiti.

Le trattative mi sfiancano. E il modo in cui le conduce De Laurentiis sembra fatto apposta per farmi ricoverare in un centro di igiene mentale. In questi giorni mi sono ritrovato sovraccarico di lavoro e lontano da una postazione internet, così la mia fonte è un vecchio amico napoletano che con cristiana rassegnazione risponde ai miei sms, usando più o meno sempre le stesse parole: “No, Spadè, novità vere non ce ne sono, sempre i soliti nomi ma nulla di ufficiale”.

E quando vado in vacanza mi sento pure peggio. Magari sto con mia moglie e mio figlio in un posto bellissimo, e mi sorprendo a pensare: “Ma tizio avrà firmato?”.

Cerco spesso di dare una spiegazione razionale alla mia ossessione, ma sono tutte palle che racconto a me stesso. La verità è che il mercato visto con gli occhi di noi malati, è come “L’acqua di marzo”, avete presente la canzone? Ecco, “E’ la speranza di vita che porti con te”. Oppure è come quando la tua città cambia sindaco e tu credi che possa cambiare tutto. Ma poi, se ci pensi, ti rendi conto che dappertutto c’è un Aronica in agguato, pronto a fare autogol e condannarti a maledire il destino cinico e baro.

Insomma aspetto con fiducia che qualcuno inventi la pillola contro la mercatite. Speriamo che qualche luminare avvii la ricerca su questa sindrome, io resto qui, con un occhio a Internet e uno a Skysport24, in poco fiduciosa attesa. Nel frattempo, prego gli amici Napolisti di darmi qualche placebo: se avete notizie di prima mano, fossero anche acquisti per la squadra Primavera, vi prego, scrivetelo sul sito, fate un’opera buona.
Giulio Spadetta

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