ilNapolista

Evviva il Novara, ma preferisco una A senza promozioni e retrocessioni

Chiariamoci subito, a me il Novara sta simpatico, ma questo genere di promozioni le guardo sempre con sospetto. Quello che oggi si celebra come la bellezza del calcio che permette ad una piccola provincia italiana di sfidare il gotha delle squadre nazionali, tra un anno o due siamo sicuri che non sia il fallimento di una società che non pagherà gli stipendi per arrivare via via ad un ineludibile fallimento?
Spero di no, incrocio le dita per gli amici di Novara ma la riflessione è d’obbligo. Il calcio è ormai iperprofessionistico e simili favole devono essere possibili solo se si hanno le credenziali prima di tutto economiche e poi sportive. Uno stadio, stipendi pagati, bilanci in regola eccetera eccetera.
Retrocedere in serie B è spesso una iattura prima di tutto economica perché mancano  le provvidenze della serie A e poi sportiva. Risalire in serie A, o evitare di retrocedere,  significa per un imprenditore rimettere mano continuamente a progetti fallimentari spesso indebitandosi fino all’ultimo euro. Il calcio è l’unico business dove un imprenditore non può programmare: un allenatore antipatico, un infortunio inatteso, una partita andata storta può far saltare il banco e rimettere in discussione tutta la programmazione con la piazza che protesta sotto casa e mette una pressione che in altri settori dell’economia è impensabile.
Troppo per un sistema delicatissimo in cui l’unico patrimonio delle società sono i giocatori e basta. Né stadio, né merchandising, né altro. A questo da aggiungere il costo dell’ordine pubblico. La maggior parte degli incidenti, infatti, non si verificano per partite con in palio un titolo, ma per quelle che un titolo te lo possono togliere.
E allora torno a monte. Meglio una serie A con squadre certe che hanno titoli sportivi ed economici, che un campionato dove molte società  (Bologna e Lecce docet) illudono i propri tifosi e poi non riescono a fare mercato per mancanza di soldi. Meglio uno stop alle retrocessioni, una B chiusa dedicata ai medi e grandi centri con  l’abolizione della serie C, campionato che di professionistico ha tutti i vizi e nessuna virtù. Meglio una divisione netta tra dilettantismo e professionismo. Così se il Novara di turno avrà i titoli potrà bussare ad un campionato chiuso e chiedere l’iscrizione. Altrimenti evitare l’illusione di una salvezza sul campo e retrocessione sui bilanci.
di Paolo Carafa

ilnapolista © riproduzione riservata