Caro Presidente mi rivolgo a Lei con questa forma epistolare pur sapendo che l’unico titolo che ho per farlo è quello di essere un “malato” dei colori azzurri fin dalla nascita.
Ho 50 anni e dall’età di 16 sono abbonato al Calcio Napoli.
Sono uno di quei tifosi che non ha bisogno di sapere né in che competizione o categoria giochiamo né che tipo di campagna acquisti si faccia per mettersi in fila per comprare l’abbonamento: pensi che ero in fila perfino quando furono annunciati Calderon, Prunier e Crasson!
Dal ‘93 ho sempre la stessa poltroncina in Tribuna Posillipo confermando l’abbonamento anche nei 14 anni in cui ho lavorato lontano da Napoli.
Non le racconto dei tanti sacrifici fatti, e non mi riferisco a quelli economici che pure hanno un peso, ma a quelli affettivi soprattutto nei confronti dei figli lasciati per troppe, tante domeniche senza il papà.
Tutto questo per dirle che sto vivendo con angoscia, come un sopruso e un colpo ai miei sentimenti di vecchio tifoso/abbonato l’intenzione da lei annunciata di abolire gli abbonamenti .
In questo modo certamente guadagnerà di più ma penalizzerà quei tifosi che storicamente l’hanno sempre sottoscritto non solo per l’aspetto economico ma perché, con i limiti dell’attuale sistema di distribuzione dei biglietti, sarà una “guerra civile” comprarli e si vivrà con l’ansia e il rischio di non trovarli.
Considero lei il simbolo della nostra svolta: ci ha preso dalla C e ci ha portato in Champions in sette anni.
Certo, ci ha preso da un Tribunale Fallimentare, ma sapeva che avrebbe avuto la possibilità di ritrovarsi tra le mani l’affare del secolo, se gestito bene. Tant’è vero che le banche le hanno dato fiducia e lei ha saputo dimostrare, se mai ce ne fosse ancora bisogno, di essere un grande imprenditore.
Come diceva un vecchio dell’800 con la barba bianca, in economia esiste una struttura e una sovrastruttura.
Nel calcio, la sovrastruttura è costituita dalla società calcio Napoli per la quale lei ha lavorato egregiamente fin qui per consolidarla e che, però, da sola non reggerebbe e non risponderebbe alla sua strategia imprenditoriale se non fosse supportata dalla sottostante struttura che, nel nostro caso, è rappresentata da quello che oggi si definisce “bacino di utenza” che è tale perche fatto di milioni di uomini e donne che vivono in modo viscerale la passione per i colori azzurri che non ha eguali nel mondo, che prescinde da categorie, competizione e campagna acquisti: è una passione che si esprimerà sempre. E’ il bene immateriale che dà certezza al suo investimento.
Ormai abbiamo imparato a conoscerla anche nel suo modo di comunicare e non so se quest’annuncio è frutto di una strategia comunicativa, come qualcuno ha ipotizzato, teso a rendere psicologicamente più “digeribili” eventuali aumenti. Magari le parole hanno tradito le reali intenzioni.
Se così non è ci ripensi, non penalizzi la passione viscerale sia dei vecchi che dei nuovi abbonati.
Operi in modo da non compromettere il feeling che i tifosi hanno istaurato con lei grazie ai risultati ottenuti con la sua gestione.
Come Lei sa noi siamo un popolo generoso e passionale ma antropologicamente umorale: come la nostra storia insegna, basta un episodio per passare dall’esaltazione alla depressione, un niente per trasformare la venerazione in ludibrio, magari nella pubblica piazza, che poi si chiami Mercato o che sia una piazza telematica poco importa.
Non so, caro Presidente, se lei mai leggerà queste righe preso da tanti impegni e problemi ma, se mai lo farà, probabilmente alzerà le spalle con un sorriso di compatimento perché cosa può contare la preghiera di un semplice, seppur vecchio, abbonato?
Ma io, caro Presidente, in queste ore continuo a dire ai miei amici che lei, anche in questo caso, non ci deluderà e non solo farà gli abbonamenti ma si inventerà anche qualcosa per ripagare della fiducia i vecchi abbonati.
La prego, come ha sempre fatto in questi anni, non mi deluda.
PEPPE NAPOLITANO