Titoli di coda sullo straordinario campionato del Napoli e soprattutto sul rapporto tra il club azzurro e Walter Mazzarri, che si è di fatto concluso ieri sera al Comunale di Torino.
Il divorzio è imminente: questione al massimo di 48 ore. Aurelio De Laurentiis convocherà infatti il tecnico tra oggi e domani, per un incontro che servirà a stabilire le modalità della separazione. L’allenatore livornese, tentato dalle sirene di altre squadre, ha chiesto invano per due mesi di essere liberato. Salvo fare poi marcia indietro sabato scorso, con un dietro front solo strategico. Lui non si dimetterà. Questo il messaggio. Il presidente, però, è intenzionato a sostituirlo e a tenerlo congelato fino alla scadenza del contratto (2013). Salvo che non arrivi l’offerta per una panchina estera (Spagna?).
La separazione è inevitabile. Oltre che dolorosa. Mazzarri era infatti il perno scelto da De Laurentiis per portare avanti il progetto Napoli, avviato verso un futuro sempre più ambizioso. Ma il comportamento negli ultimi due mesi del tecnico, che ha fatto in più di un’occasione l’occhiolino alla Juve e a ha rischiato perfino di compromettere il traguardo Champions, ha reso impossibile la prosecuzione del rapporto, ormai ai titoli di coda.
Il club azzurro è stata obbligato a mettersi alla ricerca di un nuovo allenatore, con Gasperini in vantaggio (è circolata la voce di un vertice segreto proprio a Torino) e Rossi come prima alternativa. Anche questo rebus sarà sciolto nelle prossime ore.
Ma De Laurentiis incontrerà prima Mazzarri, come è giusto che sia. Probabile che sia Roma la sede dell’atteso confronto tra i due, destinato comunque a terminare con la fumata nera. Il presidente s’è ormai convinto che il tecnico abbia smarrito le giuste motivazioni per guidare al meglio il Napoli, al di là delle sue concilianti dichiarazioni di sabato scorso. Per due mesi, però, l’allenatore livornese aveva detto esattamente il contrario sia in pubblico (“Non so se resterò”) sia in privato, con i dirigenti Fassone e Bigon. Parole non ritrattabili, che hanno lasciato il segno e rovinato una bella storia. Il finale sarà al veleno e costoso, con un contratto da 2 milioni comunque da onorare.
La rottura risale allo scorso 1 maggio, quando De Laurentiis si svestì dal ruolo di presidente e si presentò letteralmente alla porta di Mazzarri, raggiungendolo nella sua casa di Pozzuoli. Le voci di un contatto con la Juve erano sempre più insistenti e il tecnico non le negò, manifestando al contrario grande interesse per il corteggiamento dei bianconeri. Proprio quell’incontro tra i due, che doveva rimanere segreto, ha dato il colpo di grazia a un rapporto già in crisi.
Impossibile proseguire insieme, visto che la panchina azzurra era diventata di colpo una seconda scelta. Nonostante la fiducia della società, la stima dei tifosi e l’ottimo rapporto tra l’allenatore e tutta la squadra.
C’erano le condizioni ideali per puntare sempre più in alto, prima che Mazzarri si lasciasse tentare da altre offerte, nonostante altri due anni di contratto con il Napoli. Si spiega così la rabbia di De Laurentiis, costretto suo malgrado a ripartire daccapo con un altro allenatore e un nuovo progetto tecnico. Il pareggio (2-2, gol di Maggio e Luacerelli) imposto ieri sera dalle seconde linee alla Juve aumenta il rammarico. Ma è già tempo di voltare pagina.
Marco Azzi
la Repubblica Napoli