Il Napoli delle “seconde linee”, senza i tre tenori, sette “novità” in campo, infiamma la partita di Torino contro la Juventus (2-2) che sembrava non dovesse avere nessun sapore per le situazioni di classifica delle due squadre. Invece il Napoli più inedito della stagione dà spettacolo e costringe la Juve a rimontare due volte e per un soffio non la punisce nel recupero quando Buffon sventa la palla-gol finale di Lavezzi. La vittoria avrebbe premiato il Napoli come meritava. Più squadra, nonostante il pesante turn-over, più cuore, più orgoglio. Un primo tempo giocato alla grande dai rincalzi con la Juve in soggezione, una ripresa con un po’ di stanchezza nelle gambe, ma ancora vivace e “rimpolpata” dagli innesti di Lavezzi e Hamsik dalla panchina.
Sembrava un azzardo la “rivoluzione” di Mazzarri, con la squalifica di Cavani, tenendo in panchina Lavezzi e Hamsik, sfoderando una difesa originalissima (Santacroce-Cribari-Ruiz), inserendo a centrocampo il ventenne Maiello al fianco di Gargano, giocando a sinistra con Zuniga e supportando Lucarelli, punta avanzata, con Sosa e Mascara. Ma il Napoli inedito spopolava, ravvivato dalle forze fresche di chi aveva giocato poco sinora e da una voglia incredibile di fare gioco e di imporre la partita alla Juve. Non sembrava proprio la “seconda squadra” azzurra. Palleggio elegante, buone manovre offensive, difesa sicura. Alla Juve rimaneva poco, disastrata dalle assenze e nel gioco, squadra mesta alla partita d’addio di Delneri.
Un Napoli bis e super. Perché il ventenne Maiello giocava a centrocampo con grande disinvoltura (prima volta da titolare dopo l’apparizione a Genova contro la Samp l’anno scorso), Maggio era una freccia attaccando e difendendo, Mascara giocava a tutto campo, Lucarelli (anche per lui prima da titolare) faceva un buon lavoro in pressione sui centrali juventini, Santacroce (grande partita) limitava le giocate di Del Piero, Zuniga rinunciava ai soliti ghirigori sveltendo il gioco e gli altri erano su uno standard notevole se si escludono due, tre errori di Ruiz che perdeva palla e la presenza non incisiva di Sosa.
Il Napoli tempestava la Juve ai fianchi. Maggio incontenibile sulla corsia di Pepe e Chiellini, Zuniga sgusciante sul lato di Salihamidzic. In mezzo al campo il Napoli faceva girare la palla velocemente. Zuniga era anche prodigioso nel contenere gli “assolo” di Krasic dando una mano a Ruiz. E Maggio arretrava con interventi decisivi a togliere palla agli avversari sulla sua corsia. Delneri per limitare l’azione dell’esterno azzurro per qualche tempo invertiva i ruoli fra Krasic e Pepe. Ma neanche il biondone serbo sfondava sul lato di Maggio. Insomma, il Napoli era un godimento dopo avere spento la Juve sul nascere. Del Piero sembrava nascondersi, poi veniva alla ribalta con giocate incisive, unica e ultima vera bandiera juventina. Ma l’ex Pinturicchio trovava sulla sua strada De Sanctis che concludeva il campionato con un partitone.
Il portiere azzurro deviava un tiro improvviso di Del Piero (8’), destinato in fondo alla rete, e il Napoli andava all’assalto. Era Maiello, il ragazzo prodigio di Acerra, ad avviare l’offensiva sollecitamente. Un lancio a Maggio e, sul cross dell’esterno, Lucarelli centrava la traversa (17’). Poi, Sosa pennellava un cross da destra e Maggio insaccava di testa (21’) alle spalle di Bonucci. Difesa juventina disastrosa (peggiore difesa interna). Col Napoli in vantaggio era pura goduria. Buffon si superava salvandosi da una improvvisa invenzione balistica di Mascara da metà campo (25’). Il Napoli giocava proprio bene. Il solo Del Piero animava la Juve, mentre né Aquilani, né Marchisio, tanto meno Krasic e Pepe, riuscivano ad imporsi sul centrocampo napoletano, molto mobile, pronto ai raddoppi, coraggiosamente in pressing col gran lavoro di Gargano e i rientri di Mascara, di Maggio, di Zuniga. Superbo ancora De Sanctis a sventare in angolo un’altra conclusione di Del Piero (31’). Benefica la traversa a respingere il gran tiro del campione bianconero (32’). Ma il Napoli non andava mai in sofferenza.
Nella ripresa entrava in campo una Juve più determinata, ringalluzzita dall’immediato pareggio di Chiellini in mischia (47’) sull’assist di testa di Toni (corner di Del Piero). Si poteva temere che il Napoli avesse esaurito il suo slancio. Invece la squadra era ancora ben viva. Mazzarri sostituiva l’evanescente Sosa con Lavezzi (53’), poi Maiello con Hamsik (67’). E gli azzurri andavano al raddoppio: angolo di Lavezzi, gran volo e torsione di Lucarelli per il colpo di testa. Palo e gol (70’). Per il vecchio pirata dell’area un gran regalo al Napoli e il grazie per la fiducia accordatagli da Mazzarri. La pressione della Juve si affievoliva, il Napoli era nettamente superiore. Delneri impiegava Matri per Toni (71’) e De Ceglie per Krasic (75’). De Sanctis al quarto intervento prodigioso respingeva la conclusione ravvicinata di Bonucci (77’, angolo di Del Piero). Poi una palla persa a metà campo dagli azzurri consentiva ad Aquilani di lanciare Matri in gol sull’uscita di De Sanctis che toccava il pallone (84’). L’azione era nata da un intervento duro di Chiellini, inutili le proteste azzurre. Mazzarri faceva entrare Aronica per Lucarelli (86’) disponendo una difesa a quattro. Ma non era la Juve a dare gli ultimi brividi alla partita. Era il Napoli con l’azione finale Zuniga-Lavezzi e Buffon che salvava sul Pocho (91’).
Commiato magnifico del Napoli. Ora si aspetta che De Laurentiis e Mazzarri non buttino a mare una stagione strepitosa con la qualificazione diretta in Champions League. Coraggio, parlatevi.
MIMMO CARRATELLI