Cosa accadrebbe se Napoli, Inter, Roma, Juve, Milan e Inter decidessero di trasferirsi tutte in Premier League abbandonando la serie A? Fantascienza? Nemmeno poi tanto. La questione è quella dei diritti tv. In ballo duecento milioni da dividersi e i bacini di tifosi da definire. Ieri l’Alta corte di giustizia del Coni aveva accolto il ricorso di Inter, Juventus, Milan, Roma e Napoli contro la delibera dell’assemblea di Lega di serie A che, a proposito di ripartizione di diritti tv, aveva dato il via libera all’individuazione di nuovi bacini di utenza per le squadre affidandosi a tre istituti demoscopici. Tuoni e fulmini invece oggi a Milano, dove il Consiglio della Lega ha dato attuazione alla delibera stessa. Decisivo è risultato il voto del presidente Maurizio Beretta. Andrea Agnelli, presidente Juve è andato su tutte le furie e siccome tra le genoveffe ora c’è anche il Napoli, c’è da ascoltare con molta attenzione le sue parole: «Adesso è ora di dire basta alla prevaricazione di 15 club che rappresentano la minoranza dell’audience: la maggioranza del calcio siamo noi. La delibera può essere impugnata: non escludiamo nulla, magari usciamo da questa Lega e andiamo a giocare in un’altra Lega. Meno male che c’è il Coni, visto come s’è comportata la Federazione che non s’è assunta le proprie responsabilità»
Aspettare le motivazioni della corte di giustizia federale e soprattutto «la posizione dell’Alta Corte di giustizia del Coni», e nel frattempo valutare il modo migliore per tutelare i diritti delle grandi società di A. Questa la strategia illustrata da Andrea Agnelli sulla questione dei bacini d’utenza e dei diritti tv, dopo aver annunciato che il club bianconero sta prendendo in considerazione l’idea di uscire dalla Lega di serie A. «In questo momento dobbiamo aspettare le motivazioni della Corte di giustizia federale e poi la posizione dell’Altra corte di giustizia del Coni. A quel punto – ha spiegato il presidente della Juventus – può di nuovo decadere tutto e bisogna valutare come si comporterà la Lega, una Lega che oggi ha deliberato con il voto di un presidente dimissionario. Dunque aspettiamo questi passaggi e nel frattempo valuteremo quelle che sono le azioni migliori per tutelare le società che investono nel calcio». «In questo momento dobbiamo ipotizzare tutto, non possiamo porci nessun limite, dobbiamo ragionare per il bene del calcio – aggiunge Agnelli -. È come se abitassimo in un palazzo: su tre piani stanno le cinque grandi, sul quarto tutte le altre squadre e loro decidono tutti i lavori da fare e noi paghiamo tutti i costi». «Ricordiamoci – ammonisce il numero uno della Juventus – che con il passaggio dalla contrattazione soggettiva a quella collettiva dei diritti Tv c’è stato un incremento di 150 milioni che è andato tutto a queste società. Dal passaggio dal soggettivo al collettivo, noi non abbiamo visto un euro in più. Loro hanno già preso 150 milioni, parliamo dei dati oggettivi».
E se il Napoli andasse a giocare in Premier?
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