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Cambia il vento elettorale, e quello del calcio?

Si possono discutere i numeri? Certamente no. Ma si può discutere su di essi.
Se pensiamo alla trattativa che dovrebbe portare gli americani ad acquisire la Roma, possiamo avere un’idea dell’affare clamoroso che, a sua tempo, ha messo a segno De Laurentis. E’ di queste ore la notizia che “lo zio Sam” non concluderà (se concluderà) la trattativa prima di luglio. Con tutte le conseguenze che ricadranno sulla squadra, che, non solo è ancora da fare, ma al momento non si sa neanche chi la dovrà fare. A cominciare dall’allenatore.

Altro che il campo di Paestum col buon Carmando che fu costretto ad andare a comprare i Supersantos nel primo negozio aperto di articoli sportivi.

Alla fine, solo di consulenze ai tecnici ed esperti che stanno visionando gli incartamenti delle banche, ‘O mericano, avrà pagato più dell’intera cifra sborsata dall’Aurelione per prendere il fatidico “pezzo di carta” dalla fallimentare. Quel pezzo di carta che ha aperto orizzonti infiniti, e che, comunque, nessun industriale nostrano era stato in grado neanche lontanamente di intravvedere. C’è voluto uno da fuori, che non aveva nessun legame né con la classe imprenditoriale napoletana, né tantomeno con il settore specifico in cui si apprestava ad investire.

Sono le stranezze della nostra città. Per avere un sindaco decente, ci siamo dovuti affidare a qualcuno che, se non viene da fuori come estrazione di nascita, è sicuramente esterno a qualsiasi modello politico abituale. E con lui i 29 consiglieri (salvo allargamenti) che faranno parte della sua maggioranza, e che avranno il difficile compito di sostenerlo e spronarlo. Sempre per discutere “sui numeri”, dati alla mano, mi sono fatto due rapidi conti. La maggioranza in consiglio comunale ha racimolato 20.300 preferenze personali, quindi, mediamente con 700 voti ciascuno, i neo consiglieri dovranno amministrare una città di circa un milione di abitanti. Se il più votato è risultato una vecchia conoscenza di Rifondazione, Alessandro Fucito con 1719 preferenze, l’ultimo della lista risulta essere il signor Vernetti Francesco dell’IDV, che con i suoi 225 voti, si troverà a rappresentare circa 35.000 napoletani di “quota parte”: scala 1 a 155. Certo deve avere una famiglia allargata, o forse, per raggiungere un così congruo numero di preferenze, svolge mansioni di amministratore presso il suo condominio. Esperienza che potrebbe tornargli utile nel prosieguo della sua attività politica,. che consisterà nell’amministrare la terza città d’Italia, e certamente, quella con le maggiori e  le più variegate difficoltà. Non d’Italia, ma al mondo.

Negli ultimi venti anni, nella società italiana in generale ed in quella politica e calcistica in particolare, abbiamo assistito ad un mutamento genetico dovuto ad un virus che è stato isolato ed individuato solo recentemente. Un virus che si è propagato dalla Brianza, e precisamente in quel di Arcore e che ha cambiato radicalmente il modo di fare politica. E non solo. Senza contraddittorio e con partiti privi di correnti interne, o che, comunque, qualora  fossero state presenti, andavano tutte in un’unica direzione. Come una grande corrente del golfo, che dal Messico, riesce a riscaldare anche le coste della Scandinavia..  Nel calcio poi, se possibile, è andata anche peggio. Se nel film Alien, ignari astronauti portarono sulla terra un terribile mostro a bordo di una navicella spaziale, molto più modestamente e prosaicamente, da un semplice elicottero sbarcò a Milanello un essere dalle sembianze quasi umane che nessuno è più riuscito a debellare. All’inizio ci eravamo illusi con un antibiotico di ceppo sudamericano, proveniente dall’Argentina, ma da quel Primo maggio 1988, salvo qualche leggero cedimento, è stata una lenta ma inesorabile colonizzazione del mondo del calcio. I cloni non si contano più. Sembrano fatti con lo stampo, ad immagine e somiglianza dell’originale. Specialmente nei comportamenti. Antipatici e presuntuosi. Qualche nome? Sacchi, su tutti, poi Moggi, Moratti ( il sindaco), Albertini ( non il sindaco), e giù giù, fino ad Allegri e Lotito. Anche a Napoli abbiamo avuto ed abbiamo tuttora qualche esponente della categoria, inutile fare i nomi, al punto che, mentre in campo calcistico il virus è più che mai rigoglioso, in politica, sembra che il fenomeno si vada esaurendo per auto decomposizione. Addirittura, tra i suoi più stretti collaboratori, corre voce, che  cercano di evitare il contatto diretto. Se continua così, c’è speranza che il contagio si restringa gradualmente. Voci di corridoio dall’entourage di Lettieri, riportano che quest’ultimo sia andato in escandescenze, e si sia perfino toccato scaramanticamente, quando ha saputo che il soggetto avrebbe chiuso la campagna elettorale a Napoli, e non a Milano, dove comunque i danni  prodotti  erano  già irreparabili.

Se il vento continua in questo modo, c’è speranza che a breve, dopo il nuovo sindaco, Napoli possa anche festeggiare  qualche “titulo” calcistico.
Pasquale Di Fenzo

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