Posso dirlo senza che nessuno si senta offeso? Non li sopporto.
Non sopporto quei tifosi occasionali che vengono allo stadio solo quando le cose vanno bene.
Ma, soprattutto, non sopporto che vengono e sono li a criticare continuamente pronti a dare sentenze irreversibili sulle capacità dei singoli e della squadra.
Non sopporto quando rumoreggiano a ogni passaggio sbagliato anziché incoraggiare i ragazzi quando sono in difficoltà.
Non so perché ma questo tipo di tifosi li annuso a distanza e ieri ce ne erano diversi sugli spalti.
“ Mazzarri non capisce niente, ha sbagliato formazione, Reia sì che ci sa fare (e magari sono gli stessi che quando c’era Reia e venivano allo stadio sentenziavano sulle sue capacità), Aronica è un morto e Pocho anche tu ci hai rotto”.
Per formazione e aspetto caratteriale sono uno che tende a mettersi nei panni di chi sostiene una tesi diversa dalla mia per poter cogliere e capire quella parte di verità che c’è sempre. Ma, in casi come questi, la mia tolleranza e la mia pazienza vanno a farsi benedire.
Sia chiaro, anch’io impreco e mi incazzo ad un passaggio sbagliato o ad un gol fallito ma ciò è finalizzato a se stesso perché, per me, c’è una sacralità nei 90 minuti che mi porta naturalmente a pensare che i ragazzi vanno sempre e comunque sostenuti soprattutto quando sbagliano o giocano male. Dopo puoi fischiare, arrabbiarti e mandare tutti a quel paese squadra, tecnico e società. Ma solo dopo, anche perché, come diceva il mio vecchio amico Marco, le partite non finiscono al 90 ma all’antidoping.
Si dirà, ma il calcio è uno spettacolo, pago quindi ho il diritto di fare ciò che voglio. Legittimo,ma è proprio questa la filosofia del “tifoso occasionale” che contesto perché il Napoli, per un malato, non è uno spettacolo ma un amore, una fede da vivere con passione e sostegno sempre e comunque.
Ora non vorrei derogare alla mia tolleranza e alla mia pazienza. Pertanto ben lieto di vedere lo stadio pieno fino all’inverosimile, ma per favore senza rompere la sacralità dei 90 minuti più recupero.
PEPPE NAPOLITANO