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I bimbi non scelgono il tifo, ma gli si impone il destino

Come diceva il prof.Ianniello in Sabato,domenica e lunedì, i giorni di festa a noi ci danneggiano. Invece di farci rilassare, ci mettono in agitazione, perché non siamo abituati a stare fermi e ci costringono a riflettere su tante cose, che nei giorni lavorativi, non abbiamo neanche il tempo di prendere in considerazione. Così, nel giorno di pasquetta, mi godevo i nipotini che, assieme a decine di altri bambini, si rincorrevano nei prati dietro ad un pallone. Una marea di magliette azzurre, dove spiccavano tanti piccoli Matador, Pocho e Marekiaro e qualche completino da portiere alla De Santis. I miei occhi erano tutti per Ale (col sette di Cavani) e Daniel (col 17 di Hamsik). Con mia somma sorpresa, ho scorto anche alcune maglie a strisce di piccoli emuli di Del Piero, Milito e Pato: bambini che già avevano capito tutto, mi sono detto. Ho cominciato a pensare che questi piccoli avranno una vita da tifosi molto più fortunata e ricca di soddisfazioni, rispetto ai miei nipotini, che, se saranno fortunati, nei prossimi anni si dovranno accontentare di vivere quello che abbiamo vissuto noi quest’anno: un’annata irripetibile. E non abbiamo vinto niente. Ma ricorderemo per sempre gli ultimi 11 secondi di Cagliari-Napoli, il gol eccezionale di Cavani al Lecce, e le emozioni e le lacrime di Napoli-Lazio. Perché dopo il pallonetto di Cavani a Muslera, molti di noi hanno pianto per la contentezza. Certo l’intensità della nostra gioia di tifosi, gli altri non la proveranno mai. Almeno così pensiamo noi. Ma chi ci dice che i tifosi di altre squadre non provino le nostre stesse soddisfazioni quando vincono? Ed in più le provano molto più sovente di noi. Inter e Juve, quest’anno non hanno vinto, ma nell’ordine delle cose, è previsto che vinceranno tra un anno o due. E’ sempre stato così. La mia generazione di tifosi del Napoli, se non fosse stato per Lui, non avrebbe vinto niente. Qualche volta, come quest’anno, ci eravamo illusi di poter competere, e ci saremmo accontentati di poterlo fare fino all’ultima giornata, ma le cose, come le altre volte, non sono andate per il verso giusto. Se non hai un Maradona (o un Gigi Riva, oppure un Chinaglia, o un sorteggio arbitrale integrale, come nell’anno della vittoria del Verona), che fa la differenza, è impossibile strappare lo scudetto all’asse MI-TO. E di Maradona non ne nasceranno più. E se ne nascerà qualcuno che gli somigli lontanamente, tipo Messi o Cristiano Ronaldo, è praticamente impossibile che approdi da queste parti. Quindi quegli sparuti bambini con le maglie a strisce, godranno di gioie sportive inimmaginabili per i mie nipotini, che sono stati plasmati, con successo, ad amare gli azzurri. Egoisticamente, per il loro bene, mi chiedo se è giusto che siano destinati a soffrire per la loro squadra. Dal punto di vista del tifo, non saranno mai dei privilegiati. Non sapranno cosa significhi giocare e magari battere Real Madrid o Barcellona. Essi non proveranno mai la gioia di vincere due scudetti di seguito, e, magari negli altri anni, quando va male, a lottare  fino in fondo per il titolo. Poi è normale che a volte si vinca, altre no. Ma almeno lottare. Come abbiamo lottato quest’anno. E neanche fino alla fine. Visto che adesso dobbiamo difendere il terzo posto per poter accedere all’Europa che conta. Un altro sogno. Siamo destinati ad accontentarci. Lo scudetto, realisticamente, rimarrà un miraggio. E’ come accontentarsi di guardare Belèn in televisione, mentre un Corona qualsiasi se la porta a letto. La speranza è che le cose cambino e le prossime generazioni di tifosi azzurri godano delle stesse vittorie degli altri, ma quanti di noi ci credono veramente, al di la dei desideri. E’ vero che dopo il fallimento, mai più pensavamo di poter rivivere le emozioni vissute quest’anno. Tutti a dire che l’anno prossimo le grandi non potranno fallire di nuovo. Ed il rammarico aumenta. Perché il Milan ha vinto il campionato grazie alle riserve. Quando sono venuti meno Ibraimovich e Pato, sono subentrati Cassano e Robinho. Noi nei momenti di appannamento di Hamsik e Lavezzi, avevamo Mascara e Lucarelli. Piccola chiosa finale per un’ultima amara considerazione: Il Catania, con i soldi ricavati dalla cessione di Mascara, ha preso Ciccio Lodi, a cui forse dovrà la sospirata salvezza, un napoletano che recentemente ha confessato di tifare anche per gli azzurri; sarebbe stato proprio impossibile prenderlo direttamente e destinarlo alla panchina, visto, oltretutto, che possiede una peculiarità che da noi è praticamente scomparsa ed è quella di fare gol su punizione.

Un caro saluto a tutti da

PASQUALE DI FENZO

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