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Ritorno al San Paolo di un napolista… napolide

Tribuna Posillipo, 20 marzo scorso. La serata è fredda, sferzata da un vento di tramontana… e resa ancora più fredda dal ricordo delle lasagne e della carne alla brace, abbondante pasto del pomeriggio a casa di Max, mio fratello, dove si è festaggiato il mio compleanno e il mio ennesimo ritorno a casa da una città ancora più lontana… da Roma a Milano. “Ma stavolta andiamo allo stadio insieme”. Mi aveva apostrofato Max “andiamo tutti insieme…”. Detto… fatto.
Mancavo dal San Paolo da anni, e dalla Tribuna Posillipo da ancora più anni dato che le mie frequentazioni a Fuorigrotta erano “ovattate” e schermate di solito dalla stanzialità in Tribuna stampa. Stasera sono qui, invece, con i miei fratelli, con i tifosi seduto sui soliti (scomodissimi) seggiolini (ma son sempre quelli?) come ai tempi del mio papà quando la domenica si andava a vedere Maradona e si pranzava nel tardo, tardissimo pomeriggio al ritorno dallo stadio: un piatto di ziti (spezzati) al ragù aspettando Novantesimo minuto…
Arrivare al San Paolo è un’impresa: cancelli ovunque, filtri che non filtrano nulla ma rallentano tutto, tessere del tifoso da esibire, tesserini da ostentare per “aggirare” le code chilometriche degne di un check aeroportuale, soltanto che giunti al controllo… il controllo diventa praticamente inutile. Il San Paolo appare invecchiato… imbruttito. inospitale. Sembra una enorme astronave, anzi un relitto di una astronave attaccata dagli alieni: piena di buchi, vetusta, oscura…
Ma poi lo stadio si accende, si illumina e riconosco nella mia memoria e nel cuore sensazioni infantili… di gioia pura… istanti di felicità… e quando lo speaker declina i nomi di Cavani, Hamsik, Lavezzi il tempo e le distanze si annullano, la nostalgia diventa un tuffo al cuore e riconosco quelle facce, quei volti che fino ad un istante prima da Napolide (come spiega bene Erri De Luca) non avevo riconosciuto: i miei vicini di posto che diventano compagni di un sogno. “Per favore” dico a mio fratello “compra un borghetti anche per me”. Non sono più un Napolide… Forza Napoli e chissenefrega se allo stadio non c’è il tabellone…
Pasquale Faiella

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