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Non li facevo così “piagnoni”, questi laziali

Non li facevo così romanisti, questi laziali. A pochi giorni dalla partita col Napoli, hanno assunto la stessa postura vittimistica dei cugini della Magica quando sono alla vigilia di un match importante: sorrisino amaro, sguardo finto rassegnato, ostentazione di apparente indifferenza. E un decalogo di alibi, giustificazioni preventive e ipotesi di congiura pronto per l’uso. Quando qui nella capitale chiedi a un tifoso della Roma che ne pensa di una partita persa e ti risponde: ”Ma figurati, io stò a penzà al futuro dei miei figli”, capisci al volo la psicologia di chi hai di fronte. Qui l’imperativo del giallorosso è rimuovere la sconfitta dalla mente col carro attrezzi e cercare alibi nei nemici invisibili: Berlusconi, i poteri forti, gli arbitri, le banche, il prato dell’Olimpico, l’ex moglie di De Rossi.
Se l’alibi è preventivo, però, è meglio: “piangere” in anticipo è da sempre un “must” per i giallorossi, ma stavolta i laziali si stanno adeguando alla grande. Dunque, la tesi dei capitolini di fede biancoceleste è questa: veniamo a Napoli per perdere, è tutto già scritto. All’obiezione che si gioca in undici contro undici, la risposta è: “Sì, ma a noi mancano Radu, Matuzalem e Ledesma”. Premesso che non parliamo di Didì, Kakà e Pelè, faccio notare che non è colpa dei poteri forti se i tre in questione hanno scambiato lo stadio per una riunione di boxe al Madison Square Garden. L’obiezione del laziale, però, scatta in automatico, fomentata da ore e ore di discussioni sulle radio private in cui impazza Guidone De Angelis, quello di “Maurito mio che cosa hai fatto, gliel’hai messa da sotto casa!”, come ebbe ad esclamare, con una punta di trascrabile enfasi, quando Zarate la mise all’incrocio dei pali della Roma in un derby. Sul rosso al rumeno la tesi è questa: “Eh, ma Radu mica gli ha rotto er naso a quello, ha fatto solo il gesto!”. In effetti, non c’è riuscito, ammetto. Ma solo perché l’altro s’è scansato, rinculando come solo Vito Antuofermo, contro Minter e Hagler, sapeva fare. Altre lacrime preventive. “Eh, ma ormai con Reja è iniziato il declino der girone de ritorno, come era successo a voi. Ce l’avete dato voi, quelo…”. E meno male, rispondo, senò con Ballardini  domenica giocavate in serie B con l’Albinoleffe. “E poi, ve siete lamentate degli arbitri, ve danno er rigorino subito..”. Cioé, vi devo ricordare che vi siete lamentati perché un laser razzo missile con circuiti di mille valvole avrebbe fulminato Muslera nel derby?
Peccato, perché a me la Lazio sta simpatica, certo più della Roma, e poi io sono un “rejano” da sempre. E vedere i laziali, in genere dignitosi e fieri, ma stavolta così piagnoni, mi dispiace. Perché è vero che al San Paolo magari perderanno davvero, chissà, ma è così bello poterli sfottere il giorno dopo che farlo prima mi è sembrato quasi tempo sprecato.

Luca Maurelli

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