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Gli arbitri sudditi di un futuro da commentatori tv

Non c’è niente di più sbagliato che affermare che il Napoli è uscito,credo purtroppo definitivamente,dalla lotta scudetto per colpa degli arbitri. I demeriti vanno ricercati nella colpevole assenza della società nel mercato di gennaio, e nell’ancora più colpevole assenso dato da Mazzarri alle scelte societarie. La posizione occupata in questo momento dalla squadra azzurra è tuttora meritevole di encomio ed è ancora superiore ad ogni più rosea aspettativa. Infine non si può non citare lo scellerato comportamento di alcuni giocatori, come Lavezzi a Roma ed Aronica a Milano, che hanno permesso al sistema calcio in generale, ed agli arbitri in particolare di perpetrare quello che, si spera, né ad Avetrana, né a Brembate, è stato possibile  portare a termine: il delitto perfetto. E si badi che non mi riferisco a quello che è successo sul terreno di gioco. Quante volte abbiamo sentito dire che gli arbitri possono sbagliare come i calciatori, il che non significa che siano in mala fede. Il problema è, o meglio sarebbe, quello di metterli in condizione di sbagliare il meno possibile. E questo non è stato fatto. Che significato ha designare Rocchi per Milan-Napoli, visti i precedenti dell’arbitro toscano in un analogo incontro? Infatti abbiamo visto subito Gattuso continuare nella perpetrazione della mancanza di rispetto, sfociata poi in veri e propri insulti nei confronti del direttore di gara. E che significato ha designare Gava per Lazio-Palermo e l’internazionale Mazzoleni per Napoli-Brescia? Mazzoleni è l’arbitro che vorrei sempre quando il Napoli gioca in trasferta. Ha la giusta dose di autorevolezza e non si lascia intimidire da fattori esterni. Praticamente l’arbitro giusto per tutelare un Brescia reduce da alcune ingiustizie arbitrali.Peccato che il Napoli venisse da ingiustizie altrettanto recenti. Se a tutto questo aggiungiamo la sudditanza psicologica, che secondo taluni, non esiste, il quadro diventa completo.

Si badi bene che gli arbitri moderni sono ancora più soggetti che in passato  alla sudditanza psicologica nei confronti dei potenti. Un Lobello o un Agnolin si dovevano preoccupare solo del presente. Oggi “il potente” per antonomasia, sappiamo tutti chi è. Gli arbitri pensano non solo alla attuale carriera arbitrale, ma sicuramente sono portati a pensare anche a quello che sarà il loro futuro dopo la breve carriera sui campi di gioco. In palio ci sono posti di commentatori televisivi e di dirigenti federali. E chi ha il potere di incidere su queste scelte? Chi ha in mano il potere mediatico,sportivo e politico in Italia. Ieri sera alla Domenica Sportiva si è assistiti ad una delle pagine più vergognose della televisione italiana. E’ bastato che Galliani dicesse che non era il caso si parlasse degli arbitri (chissà perché, era la prima domanda da fargli), che tutti si sono allineati per non disturbare il padrone del vapore. Ha dettato i tempi ed i modi di una conduzione televisiva, e nessuno si è sentito di contraddirlo, a cominciare da alcuni marchettari che il lunedì sera imperversano sulle tv private napoletane. Poco dopo, a Controcampo, si è andato anche oltre. Un tizio con i boccoli mechati ed un altro con la voce in falsetto da perfetto eunuco, si sono dati da fare per difendere il padrone, senza che l’avellinese riuscisse a contrastarli. Hanno paragonato De Laurentis allo sceicco che era sceso in campo durante i mondiali in Italia ed aveva ritirato la squadra. Peccato che un’azione del genere, non l’aveva imitata, ma l’aveva proprio fatta Galliani durante un incontro di coppa del Milan, in Francia, mi pare. E nessuno lo ha ricordato. Come nessuno ricorda quando Galliani disse ad Aldo Serena che non avrebbe più lavorato sulle reti Mediaset. E non glielo disse nel chiuso di un ufficio. Lo disse in diretta in uno studio televisivo. Impunemente, e davanti a tutti. Ecco, l’impunità è il sentimento che anima questi signori. Come i 315 deputati che hanno affermato che il Presidente del Consiglio ha telefonato in questura per scongiurare un incidente diplomatico internazionale.Impunemente. Ma si sono garantiti il futuro.
Dalle nostre parti c’è un modo di dire, che io personalmente odio, quando si tratta di giustificare le azioni criminali di qualcuno: E’ pate ‘e figli, diciamo. Ecco, tutti loro, so’ pati ‘e figli!

Un caro saluto a tutti da

PASQUALE DI FENZO.

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